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CorrBo- Bologna in cerca di identità e di traguardi – 29 Nov

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L’obiettivo prefissato ad inizio stagione dalla società era quello di migliorare il quattordicesimo posto dello scorso anno, ma siamo sicuri che sia un obiettivo che la città possa vedere, possa toccare con mano e soprattutto, porterà a qualcosa?. Certo il progetto di Saputo, come ben sappiamo, punta sulla gradualità e sulla progettualità, ma la mancanza di entusiasmo incombe, l’energia che si respirava in stazione all’arrivo di Mattia Destro non si respira più, in primis a Casteldebole. Le visite di Joey per i controlli dei conti e l’attesa per il rinnovo dello stadio, hanno alimentato questa sensazione, che non si è placata per colpa di risultati che ancora a stento arrivano. Il mister fatica tutt’ora a trovare un’identità a questa squadra e con essa la continuità. 
L’assurdità sta nelle dimensioni, il Bologna è troppo grande come ambiente e come società per accucciarsi nella modestia di una salvezza, ma sfortunatamente è ancora troppo piccolo per programmare la conquista di un posto in Europa League o di un trofeo. La solidità finanziaria portata dal chairman è la condizione principale per concretizzare il passaggio, ma finche il club rimane nell’attuale limbo, scrive Daniele Labanti del Corriere di Bologna,sarà complesso concludere fra i sorrisi qualsiasi stagione.
Sono 15 anni che il Bologna combina poco, solo due promozioni in serie A hanno scaldato i cuori dei tifosi, ed oggi cosa vediamo? Osserviamo una stagione che a metà dicembre, se la squadra di Donadoni riuscirà a raccogliere sei o sette punti nelle prossime tre gare, in cui i felsinei affronteranno Udinese, Empoli e Pescara, potrebbe essere già finita. La salvezza quindi può essere raggiunta con facilità, ma i valori della crescità mostrata dai petroniani, non sosterrebbero l’ipotesi di finire nella parte sinistra della classifica.
Un traguardo bisogna sentirlo, farlo proprio, viverlo, ed è per questo che tenerne tre dietro non basta più, non basta perchè il livello si deve alzare, bisogna avere fame per raggiungere gli obiettivi, e forse questa cattiveria sta mancando al Bologna. 
Il mercato estivo ha lasciato in dote l’acquisto azzeccato di Verdi, buoni innesti come Nagy e Krejci, ma anche dubbi, come quel Sadiq che per quel poco che si è visto in campo non ha lasciato dei ricordi indimenticabili, e Donadoni si ritrova ancora oggi con una coperta corta, con giovani, che fanno i giovani e giocatori esperti che cadono in troppi e ingiustificabili errori.
La parola “equilibrio” in questo caso deve essere letta su tutti i muri a Casteldebole, sia per applicarla in campo, sia nei giudizi. Si riparte con molti punti interrogativi ma anche tanta voglia di fare, si spera.

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