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Corriere di Bologna – Allenatori e fascismo: i casi di Arpad Weisz e Carlo Carcano
Sono gli anni trenta e l’Italia domina il panorama calcistico internazionale attraverso le due vittorie ai mondiali del ’34 e del 38. Sono però anni critici, in Italia, infatti, il regime fascista va irrigidendosi sempre di più, tanto che alcuni dei suoi provvedimenti più duri irrompono anche nel mondo del calcio, fiore all’occhiello del regime mussoliniano. Le scomparse di Arpad Weisz e di Carlo Carcano, rispettivamente allenatori del Bologna e della Juventus sono da annoverare in quella lunga lista di personalità pubbliche che, per motivi legati alle leggi razziali, furono costrette a lasciare il loro posto per poi sparire nel nulla.
Arpad Weisz, nato nel 1896, era ungherese, di origine ebraica e, prima di diventare allenatore del Bologna nel febbraio 1935, era stato calciatore e allenatore dell’Inter. A causa delle sue origini ebraiche Weisz sparì nell’oblio dopo l’entrata in vigore delle leggi raziali nel 1938; appena due righe in un trafiletto di giornale denunciarono l’avvenuta scomparsa, come accadde a Carlo Carcano. L’epilogo di Weisz fu drammatico, dopo la scomparsa e un lungo girovagare per l’Europa morì nel campo di concentramento di Auschwitz nel gennaio del 1944.
Vicenda analoga, seppur meno tragica nel suo epilogo, quella di Carlo Carcano: allenatore della Juventus nel “Quinquennio d’oro” dal 1930 al 1934. Se la “colpa” di Weisz era la sua origine ebraica, quella di Carcano era la sua presunta omosessualità. Della vicenda di Carcano se ne è parlato poco dopo la guerra; solo nel 2004 la Figc ha deciso di inserirlo nella sua Hall of Fame degli allenatori in quanto collaboratore stretto di Pozzo nei mondiali in casa del 1934.
Fu lo stesso mondo del calcio ad allontanare Carcano a causa della sua presunta omosessualità: “mai abbassarsi i pantaloni davanti a lui” commentava divertito un suo giocatore; l’allenatore della Juve fu allontanato ufficialmente il 10 dicembre del 1934, quando la sua squadra era a soli due punti dalla prima in classifica del campionato.
Dopo la guerra Carlo Carcano tornò ad allenare a San Remo dove fondò una sua scuola di calcio, chiedendo a chi lo cercava di essere dimenticato; e fu così: nel 1965 morì senza lasciare ai giorni nostri una lapide da visitare, un ricordo, una testimonianza di quello che lui, come Arpad Weisz dovette subire quando la storia schiacciò col suo peso le vite di molti italiani in quel finire di anni 30.
(Fonte: Fernando Pellerano – Corriere di Bologna)
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