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Corriere di Bologna – Bologna, la seconda esperienza di Sinisa in rossoblù

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Tre anni e mezzo che sono sembrati dieci per l’intensità, le difficoltà vissute. Sinisa Mihajlovic e la sua seconda esperienza a Bologna sono un romanzo da leggere e rileggere. Felicità, colpi di scena, alti e bassi, dolori ed emozioni, una fine difficile da accettare ma inevitabile.

Era il 29 gennaio 2019, quando Sinisa Mihajlovic venne chiamato a sostituire Filippo Inzaghi alla guida del Bologna. 10 anni dopo l’ultima volta, quando all’esordio da allenatore venne esonerato dopo poco più di una stagione, Sinisa tornava a Bologna, a guidare un Bologna in estrema difficoltà. Ultimo in classifica, con appena 10 punti, impaurito dalla prospettiva di tornare in Serie B e poco lucido. Sinisa lo raccolse, lo rigenerò e in soli 6 mesi passò dalla paura della B all’incredibile 10° posto finale. Un miracolo fatto di felicità, sintonia con l’ambiente e un tecnico che dopo 10 anni si è riscoperto più maturo, meno istintivo, temprato da esperienze difficili come l’ultima, quella alla guida, si fa per dire, dello Sporting Lisbona o la stagione in rossonero, terminata prima che il sbocciasse. Insomma, un uomo nuovo pronto a trascinare ancora il Bologna.

All’apice dell’entusiasmo, all’inizio della stagione che doveva confermare le ambizioni rossoblù: la leucemia. L’annuncio che fece il giro del mondo, la terapia da affrontare, la lontananza dalla squadra in campo e poi il ritorno, in panchina a Verona, vicino ai suoi ragazzi. La squadra corre, macina gioco e punti, anche se non abbastanza per alimentare le legittime aspirazioni della piazza. E quando tutto sembra andare per il meglio, il covid. La situazione diventa difficile, la stagione si conclude, ma non è più tutto così facile e bello. La melodia stona, ma Sinisa rimane. Prova a convincere Ibra che Bologna può essere il rilancio. Il campionato 20/21 è strano, difficile, senza il supporto della città, con lo stadio deserto. 

Alla fine della stagione, Sinisa che aveva appena rinnovato, aspetta e spera nella grande chiamata. Magari la sua Lazio. Una settimana di silenzi. Poi la decisione: “Rimango”. Non c’è più dubbio, ma il campionato è ancora duro, difficile, la stagione scorre tra alti e bassi. Il 2022 inizia male e continua peggio: la malattia è tornata, la primavera porta via Sinisa dal suo rettangolo verde. Il colpo di scena è servito e la rivoluzione pensata dal Bologna viene rimandata, ma solo di qualche mese, perché dopo Sartori al posto di Bigon, ci sarà anche un altro tecnico al posto di Sinisa, le prime 5 partite di Serie A sono fatali: 3 punti in 5 partite. L’addio in un comunicato difficile e pieno d’affetto.

 

fonte: Fernando Pellerano, Corriere di Bologna

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