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Corriere di Bologna – Inchiesta Juve-Orsolini, il Bologna “è sereno, non abbiamo firmato nessuna carta privata”
L’inchiesta Prisma riguardante la Juventus ha sollevato questioni in merito al trasferimento di Riccardo Orsolini dal club bianconero al Bologna nel 2019. Il 30 giugno di quell’anno, l’attaccante classe 1997 venne riscattato per 15 milioni di euro dal Bologna, dopo diciotto mesi di prestito.
La Figc, però, vuole vederci chiaro su eventuali side letter, ossia quegli accordi paralleli non depositati in Lega. “Le custodivo in una valigetta sempre con me” ha affermato Maurizio Lombardo, ex segretario generale della Juventus, davanti ai pm di Torino. Il Bologna, dal canto suo, smentisce. Claudio Fenucci, amministratore delegato rossoblù, conferma la trasparenza della società e sostiene che il club è sereno, perché tutto è avvenuto alla luce del sole.
In base a quanto emerge dalle prime indagini della Guardia di Finanza di Torino, esisterebbero carte private tra il club bianconero e quello rossoblù che evidenziano il diritto della Juventus di riacquistare il giocatore a 26 milioni entro il 30 luglio 2020 (oppure a 30 milioni un anno dopo), più altre clausole che però non si sono verificate. Il documento ritrovato durante le indagini, intitolato “promemoria”, presenterebbe due firme poco chiare: una potrebbe essere quella dell’avvocato bianconero Gabasio, mentre l’altra non è stata ancora riconosciuta. In ogni caso, le due sigle non appartengono né all’ad Fenucci né al presidente Saputo, uniche due persone con potere di firma all’interno del club rossoblù. Inoltre, se si trattasse di una cosiddetta “recompra”, la carta dovrebbe essere stata firmata anche dal giocatore, in questo caso Orsolini stesso. Poiché nessuno di loro ha firmato quelle carte, esse dovrebbero risultare prive di valore legale.
Lunedì, intanto, si terrà l’udienza preliminare dell’inchiesta. L’indagine è portata avanti anche dalla Procura di Bologna e al momento non risulterebbe alcun reato.
(Fonte: Corriere di Bologna, Alessandro Mossini)
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