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Corriere di Bologna – Intervista a Emilio De Leo, neo tecnico UEFA Pro: «Nella mia tesi c’è tanto Mihajlovic. Il Bologna di Motta mi piace»
Emilio De Leo, storico collaboratore di Sinisa Mihajlovic, ha conseguito nei giorni scorsi a Coverciano il patentino da allenatore UEFA Pro. L’ultimo della lunga trafila di corsi da affrontare per arrivare a poter essere allenatore “in capo” in Serie A. Una trafila ancora più lunga per chi come il “tattico” del compianto tecnico serbo ex Bologna non ha mai giocato a calcio a livello professionistico. Il tecnico napoletano, dopo il conseguimento del titolo, è stato intervistato da Alessandro Mossini per il Corriere di Bologna.
La tesi di Coverciano e l’influenza di Mihajlovic
Per superare l’ultima prova, quella dell’esame finale “la laurea” come allenatore UEFA Pro, Emilio De Leo ha presentato la sua tesi. Il titolo, “La Grande Bellezza” cita un grande autore del cinema italiano e napoletano, ovvero il premio Oscar, Paolo Sorrentino di cui De Leo è un grande appassionato. Il titolo e il testo della sua tesi sono così un omaggio a due sue grandi passioni: cinema e calcio, spiega nell’intervista: «Il titolo nasce dalla mia passione per tante arti, tra cui il cinema. Per Paolo Sorrentino e Toni Servillo – spiega De Leo – Ho associato la bellezza a tanti aspetti calcistici: Dalì a Cantona, Gascoigne a Pollock, la genialità di Maradona che era bellezza sotto ogni punto di vista».
Non solo però i paragoni artistici, dentro la tesi di mister De Leo c’è anche la grande influenza di Sinisa Mihajlovic: «C’è tantissimo Mihajlovic ovviamente. Anche la fragilità è piena di bellezza: ho citato le ultime interviste di Sinisa dove diceva di essere più tenero, di commuoversi. Vorrei far pubblicare la tesi al più presto, per far emergere tante cose di lui – spiega l’ex assistente del tecnico serbo – C’è un’espressione serba che ho citato: “Umirati u lepoti”, che significa “morire nella bellezza” vicina ad una foto di Sinisa che calcia. La dedica e per lui. E per la mia bimba Iris che sta per nascere».
Futuro
Nell’avvenire di Emilio De Leo c’è dunque una carriera da allenatore. È presto per dire che cosa effettivamente farà, ma un posto speciale c’è sempre per la famiglia Mihajlovic. Con Miroslav, figlio di Sinisa, che ha deciso di diventare allenatore ci sono stati dei contatti: «Mi aveva contattato per per chiedermi alcuni lavori che avevamo fatto con Sinisa e mi sono reso disponibile per qualsiasi cosa. Sarebbe bello un giorno averlo come collaboratore».
La squadra di collaboratori di Sinisa, al momento, è quasi completamente occupata. Baldi è nello staff del nuovo CT Luciano Spalletti, Marchesi è all’Inter, ora tocca a lui a Emilio De Leo, ma quali sono i sui progetti? «Vorrei iniziare a fare il primo, ma con la proposta giusta. Mi hanno contattato per fare il vice in una Primavera e all’estero, ma non ho l’esigenza di buttarmi subito nella mischia. Dopo 12 a pieno regime con Miha. Serve la scarica giusta, quella che ti riempie. Vedremo».
Il corso e il ritorno a Bologna
La lunga trafila per chi come De Leo non ha esperienze professionistiche comporta tante esperienze e al Corso UEFA Pro è facile trovare anche ex calciatori alto livello. È il caso dei “diplomati” di quest’anno: da De Rossi a Barzagli, da Palladino a Nocerino. Tanti nomi importanti e poi De Leo che viene dalla gavetta, percorsi diversi che si uniscono: «È una soddisfazione incredibile. Io ho passato il primo livello, UEFA B, nel 2003, quando alcuni di loto dovevano ancora cominciare la carriera professionistica. Ora, in 2/3 anni sono arrivati a fine percorso. In, invece, nella mia esperienza ho fatto quasi 300 gare in Serie A. Mi sono divertito. Per chi, come me, è partito da ero inventandosi un lavoro, senza santi in paradiso, è motivo di orgoglio».
Come accade a tutti i cicli di corso, la “classe” fa un tour per i centri sportivi e vede metodologie diverse e gruppi di lavoro diversi. In questo arco di tempo, la classe in cui era De Leo è ovviamente passata da Casteldebole, dove mister De Leo è tornato dopo l’esonero di Miha e ha avuto l’occasione di vedere Motta e il suo staff lavorare sul campo: «Di Motta mi piacciono la voglia di mettere qualità, il dominio tecnico della gara e la capacità di mandare tanti calciatori in rete – dice il tecnico, che poi guarda alla stagione in corso – Quest’estate ha cambiato tanto, magari si è voluto anche chiudere con il passato oltre a tener conto delle strategie economiche del club. Mi spiace che qualcuno sia andato via usando poteva ancora esprimere le sue potenzialità, penso a Schouten e Barrow. Ora vanno definiti i finalizzatori perché l’anno scorso Orsolini è stato determinante».
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