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Corriere di Bologna – Orsolini e Karlsson insieme? Subito no, ma a gara in corso…

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È stato il dibattito del giorno dopo quello che ha coinvolto due dei giocatori più importanti della rosa del Bologna e nato anche dalle prestazioni dei due al Bentegodi: perché Thiago Motta ha cambiato Jesper Karlsson e ha inserito Riccardo Orsolini nel momento in cui lo svedese aveva appena sfiorato un’altra volta il gol? Motta sicuramente non è uno sprovveduto: spesso i suoi cambi lo hanno portato al risultato, quest’anno è consapevole del potenziale che ha a disposizione e lo sta gestendo. Il cambio naturale per inserire Orsolini sarebbe stato Dan Ndoye, vista anche la fascia di compentenza, ma invece lo svizzero è stato dirottato a sinistra e a farne le spese è stato Jesper Karlsson, l’uomo decisamente più pericoloso dell’attacco Rossoblù sino a quel momento.

La fase difensiva di Ndoye fa la differenza

Ebbene, così come nella partita dell’Allianz Stadium contro la Juventus, sono stati il 7 e il 10 a darsi il cambio, confermando una delle visioni di gioco che ha in questo momento Thiago Motta: con i due insieme in campo, ne risente l’equilibrio. Un passo alla volta: Karlsson e Orsolini hanno mai giocato insieme nei tre incontri in cui entrambi erano a disposizione? Si, contro il Cagliari. Nella partita giocata all’Dall’Ara prima della sosta e nella quale i Rossoblù hanno preso i tre punti, Orsolini e Karlsson hanno disputato insieme 20’, era stato Ndoye in quel caso a lasciare spazio all’esterno italiano. Alla fine, era arrivata anche la vittoria, quindi perché non riprovare? La risposta è semplice: sono situazioni differenti. L’inezia di quella partita era tutta Rossoblù, in quel momento il Bologna non sta praticamente subendo e la fase difensiva era in netto controllo. Contro il Verona, invece, la partita è stata molto più ostica, e anche se il Bologna ha spinto ancora sull’acceleratore nella seconda frazione, il rischio di un’imbucata avversaria era dietro l’angolo, ed è lì che emerge un’altra qualità di Dan Ndoye: la copertura difensiva. Sappiamo bene quanto Thiago sia, giustamente, dedito all’equilibrio tattico nella maggior parte dei casi, e in questo momento lo svizzero copre la fascia in entrambe le fasi del gioco, molto di più rispetto allo svedese e all’italiano. 

Con il ritorno di Saelemaekers si aggiunge un’altra variante

Saremo destinati ad un altro dualismo quindi? I due giocatori raramente potrebbero calcare il campo insieme? No, come è già successo, ma vanno adeguatamente accompagnati con giocatori di equilibrio, e uno di questi è Alexis Saelemaekers. Il ritorno del belga in gruppo aumenterà la scelta sugli esterni per Thiago Motta e, all’inizio, creerà un ballottaggio ulteriore sulla corsia, ma chi dice che un risvolto tattico non preveda l’utilizzo dei tre insieme? Questa è un’ipotesi, anche perché nell’effettivo hanno lavorato poco insieme anche a Casteldebole, ma non è una pazzia se si pensa alle caratteristiche del belga: Saele è un uomo-ovunque, può coprire più ruoli e ha la capacità di poter arrivare anche fino in fondo alla partita pur con un dispendio ampio di energie. Un centrocampo con anche il belga per la doppia fase sarebbe tatticamente realizzabile in certe partite in cui bisogna andare a prendere il risultato, ma chi meglio di Motta può trovare la soluzione giusta? Attendiamo il ritorno in gruppo e il raggiungimento della forma per tutti gli interpreti dell’attacco Rossoblù, e poi ci sarà da divertirsi.

Fonte – Alessandro Mossini, Corriere di Bologna

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