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Corriere di Bologna – Portanova: “Troppo piattume, serviva una scossa. Sinisa l’uomo giusto”

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Intervista al doppio ex di Bologna e Genoa Daniele Portanova quest’oggi sulle pagine del Corriere di Bologna, con un articolo a firma Alessandro Mossini. La sfida del Dall’Ara, vista la situazione di classifica delle due squadre, sarà uno scontro-salvezza. Ecco cosa ne pensa l’ex numero 90: “Per il valore calcistico delle città non fa piacere vederle così in basso. Il Bologna fin qui ha fatto molta più fatica del Genoa: speriamo che Mihajlovic possa portare una salvezza tranquilla”.

A proposito di Sinisa, ecco il punto di vista di Portanova sul nuovo tecnico rossoblù: “E’ uno degli allenatori più bravi, specie in certe situazioni. A Bologna ci siamo solo sfiorati: peraltro lo esonerarono dopo un 1 a 4 contro il Siena in cui segnai. Per come sono fatto io, penso mi sarei trovato benissimo sul piano caratteriale con lui: oggi il Bologna aveva bisogno di uno come Mihajlovic. C’era troppo piattume, serviva una scossa”.
Una scossa, che è arrivata domenica scorsa contro l’Inter: “Per la fiducia del gruppo è fondamentale: il Bologna ha trovato l’Inter in difficoltà ma vincere a San Siro non è semplice per nessuno. Ora deve ottimizzare questo successo battendo il Genoa, mettendo la stessa tigna vista a Milano. Viceversa, il Genoa di Prandelli con un risultato positivo chiuderebbe il discorso salvezza”.
Mossini azzarda un possibile paragone con Danilo, e l’ex difensore risponde cosi: “E’ un uomo con grande esperienza e lo stimo tanto: fa la A da tanti anni. Ho visto diverse partite e raramente sbagliava Danilo: devi lavorare di reparto, nei gol subiti ho visti tanti errori nelle diagonali dei terzini. Poi chiaramente la situazione non era facile: quando le cose vanno male, o hai le palle d’acciaio o il primo episodio negativo sul campo lo paghi. Il Bologna dava la sensazione di non essere compatto né grintoso: sono convinto che Mihajlovic ridia questo”.
Sinisa ha ridato compattezza, ma ha alzato anche il baricentro della squadra: “E’ importante la compattezza e quando stai altro i primi difensori sono gli attaccanti. Io penso che per il gioco e i difensori del Bologna, più si sta vicino all’area avversaria e meglio è: una pressione fatta bene facilita il difensore a fare certi movimenti. Poi è chiaro: se c’è palla libera e il difensore ha cinquanta metri di campo da coprire non vanno in sofferenza solo Danilo, Lyanco o Helander, ma anche Nesta e Cannavaro”.

E su Saputo? “Io amo Bologna e quando ci ho giocato non avevamo proprietà con grandi facoltà economiche: per questo all’arrivo di Saputo tutti abbiamo festeggiato, io compreso. Dalla sua ultima intervista, penso che anche lui si sia accorto di errori di valutazione che ha fatto: il futuro è dei giovani ma Bologna è sempre stata abituata ad avere un leader, da Baggio a Signori fino a Di Vaio. Nell’era Saputo è mancato questo: un punto di riferimento che rispecchiasse la piazza, un colpo importante. Resto contento del suo arrivo e spero sia l’ultimo anno di sofferenza”.

In chiusura, un pensiero su suo figlio Denis che è stato venduto dal Bologna nell’affare che ha poi portato ad Edera e Lyanco: “Il Torino cercava Denis da tempo, quando Mihajlovic ha chiesto quei due acquisti penso che il Bologna abbia dovuto sacrificare lui. E’ cresciuto a Bologna e ama la città, ma ho sempre detto ai miei figli di dare il massimo per le maglie che indossano: il mercato poi apre tante situazioni. Io sto al loro fianco, li sostengo senza interferire: non sono io che posso dare consigli, farei solo confusione”.

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