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Corriere di Bologna – Quella prima punta che non è mai la stessa

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Il ruolo di prima punta in questo Bologna è stato un argomento caldissimo da inizio anno, quando il 4 gennaio Arnautovic si infortunò contro la Roma, e Zirkzee non era ancora nelle migliori condizioni di giocare. Senza i due riferimenti centrali di spessore Motta ha dovuto fare di necessità virtù e rispolverare dei cosiddetti “falsi 9”, non per una partita sola come spesso capita ma per un periodo intero. Vuoi mai che sia quella la fortuna di Thiago? Assolutamente no, ma ha saputo lavorare bene con il materiale a disposizione: nel suo modo di intendere la partita il centravanti ha molti più ruoli di quelli che si pensa, per questo motivo ha potuto schierare prima Sansone (in gol alla prima ad Udine), fermato però da un infortunio, e successivamente tentare l’esperimento con Musa Barrow. Per due partite Motta ha cercato di sbloccare il suo reparto con altre scelte: prima Ferguson, poi Soriano, ma ha deciso altrettanto in fretta di tornare sul 99 come riferimento centrale.

Il gambiano torna anch’egli da un infortunio ma ha dovuto accelerare i tempi di recupero della forma non centellinandosi ma dando tutto quello che aveva, visto che ad un certo punto il reparto avanzato dei Rossoblù deficitava in risorse. Il buon Musa all’inizio è partito in sordina nell’approccio ad un ruolo che non è evidentemente il suo, ma che alla fine, per stesse parole di Motta, ha appreso e male non gli ha fatto, dandogli molti minuti in campo anche se spesso l’imprecisione o altri dettagli gli hanno giocato brutti scherzi. Pazienza diciamo noi: Musa ora è tornato al suo ruolo naturale, sull’esterno, e sempre un giocatore in fase di rinascita, sia a livello fisico che a livello realizzativo, visti gli approcci con Lazio, Udinese (gol) e Atalanta. Su Nicola Sansone invece Motta ha lavorato molto, così come il giocatore stesso, e lo si era visto subito anche all’andata a Udine, quando Nicola trovò la marcatura e sembrava potersi prendere quel posto in assenza dei compagni. Sfortuna volle che proprio in quella partita si fratturò il mignolo del piede e fosse tutto da rifare. Ebbene, a recupero avvenuto Sansone non ci ha pensato due volte a spingere più degli altri per avere di nuovo la maglia da titolare, e con due prestazioni ottime (una condita dal gol a Bergamo) ora se la gioca appieno con Zirkzee. Il 10 Rossoblù non esita a raccontare da chi ha imparato questo adattamento al ruolo, e che maestro: Rodrigo Palacio.

Per un Sansone che corre, c’è un Zirkzee che spinge invece, perché il giovane olandese reclama spazio a suo modo: entra a Bergamo, prende per mano la squadra, demolisce la difesa atalantina e permette ad Orsolini di chiudere la partita. In 40 minuti ha dato più di un valido motivo a Motta per concedergli la titolarità in quello che è il suo ruolo, interpretato alla Alan Boksic: di fisico, tecnica ma con pochi gol. Se incomincia anche a buttarla dentro, non ci sono più confini per lui. Ad oggi non sappiamo ancora chi partirà titolare contro il Milan sabato: con Thiago nulla è scontato. Tutto questo in attesa del recupero sempre più vicino di Marko Arnautovic, il padrone del ruolo fino ad inizio 2023, e allora si che dopo Motta si potrà divertire: con questo gruppo e con un parco attaccanti così, limiti non ce ne sono.

Fonte – Alessandro Mossini, Corriere di Bologna

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