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CORSERA – Pioli tenta l’impresa: battere Guidolin – 29 Marzo

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Quando alla fine della conferenza stampa di lunedì scorso ha pronunciato la fatidica frase: “mi sento bolognese” è come se il Nostro Stefano avesse detto:” Sono uno di Voi” e con questo avesse, definitivamente conquistato la piazza di Bologna, che vede in Lui un novello Ferguson. Cosa che non era riuscita al suo collega Guidolin, così scrive stamane nel suo articolo Francesca Blesio, anche per via di una frase mal pronunciata che aveva fatto morire quasi tutti i sentimenti che il suo percorso di tecnico aveva suscitato a Bologna. Ma detto ciò, entrambi gli allenatori hanno un nutrito stuolo di estimatori, sia che essi siano giocatori o allenatori, e hanno caratteristiche morali e professionali che li accomunano: onesti,responsabili, aziendalisti (che non guasta mai, ndr)e attenti al particolare, essendo cresciuti entrambi sotto il credo tattico di un grande di cui troppo poco si è sempre parlato, cioè quell’Osvaldo Bagnoli che con il suo  Verona dei miracoli si andò a prendere uno scudetto nella stagione 1984/85 a dispetto delle grandi potenze del calcio italiano. E come l’Osvaldo, si nutrono di calcio, parlano poco e vivono la partita con una immersione totale, dando allo “spettacolo” poco di se stessi. Insomma accostarli a Mourinho, sarebbe quanto meno irriverente, perchè amano parlare coi fatti e concretamente. Ma se li spogliamo dei panni di mister, s’iniziano a vedere le prime differenze fra i due: l’uomo di CasteFranco Veneto ha sempre intorno un’aureola di pessimismo cronico, un modestia innaturale e eccessiva, sentendosi spesso contro tutto e tutti, quasi che la vocazione alla sofferenza fosse un vestito che gli calza perfettamente e per un città, anche godereccia, come Bologna questo era francamente insopportabile. Diverso invece è il rapporto che in questi due anni Pioli ha costruito con la città, avendo iniziato un ciclo che dovrebbe, in termini di tempo, equipararlo al collega: quattro lunghi anni, un’era nel mondo frenetico del calcio di oggi. E se i piazzamenti di Guidolin si attestarono mediamente intorno al decimo posto, con la migliore annata che fu quella dei 52 punti, Pioli l’anno scorso si è avvicinato a quella che fu l’anno migliore di Guidolin a Bologna e in questa stagione c’è la possibilità di batterlo. Comunque nella loro avventura calcistica di allenatori si sono incontrati bene sette volte e mai Pioli ha vinto uno scontro diretto, perdendoli tutti o, al limite, pareggiandoli. Domani si parte per l’ottavo incontro: senza Diamanti e Perez (capitano e vice capitano, non due qualunque, ndr) l’impresa di battere il collega rivale non sarà fra le più agevoli: ma mai dire mai e per le referenze chiedere a Stramaccioni e alla sua Inter o, se qualcuno avesse ancora il cellulare di Zeman , al boemo e alla sua Roma, entrambe le squadre battute a casa loro dai ragazzi di Pioli. E il proverbio dice:” Non c’è il due senza il tre……..”.

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