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Corvino: “Ricordiamoci da dove siamo partiti. E su Destro…” – 14 ott

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Conferenza stampa un po’ a sorpresa, quella di Pantaleo Corvino. Il direttore sportivo del Bologna ci aveva abituato alle conferenze, ma a quelle per fare il punto sul mercato, come accaduto non più tardi di un mese fa. Suonava strano, in tal senso, che Corvino si presentasse davanti alla stampa per parlare, ma dopo pochi minuti dall’inizio della conferenza i motivi sono stati subito chiari. Sempre di mercato si è parlato, ma anche delle difficoltà che sta incontrando la squadra. Una premessa, quella del direttore dell’area tecnica, che prima di rispondere alle domande, ha spiegato il motivo che lo ha spinto ad anticipare la conferenza. “Avevo un appuntamento con il procuratore di Oikonomou – ha detto Corvino – che arrivava dalla Grecia. Stiamo parlando del prolungamento del contratto del suo assistito. Il rinnovo non è stato ancora concordato, ma ci stiamo lavorando”.

Inevitabile, poi, l’ennesimo paragone con la situazione vissuta a Lecce, sempre con Delio Rossi in panchina: “Ne venimmo fuori attraverso un unico modo: il lavoro. Bisogna crescere nella quotidianità attraverso il lavoro e crescere anche nei risultati, affinchè questi premino il lavoro svolto”. Poi, alcune analisi sul Bologna di oggi e sul mercato da lui svolto: “Abbiamo scelto di prendere più giocatori a centrocampo, rispetto all’attacco, perché quello è un reparto in cui occorrono più elementi e, pertanto, bisogna averne molti a disposizione. Non va dimenticato da dove siamo ripartiti, abbiamo scelto di puntare su due elementi  come Oikonomou e Masina. I giudizi che vengono fatti devono essere bilanciati anche in funzione di quello che dovevavmo andare a fare. Lo abbiamo fatto attraverso un dispendio sia in termini di calciatori che in termini economici: prendere 18 calciatori e fare una media di circa 2 milioni a giocatore può sembrare tanto, ma era giusto farlo. Abbiamo agito in questo modo per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e, personalmente, come responsabile dell’area tecnica devo guardare a tre risultati: quello sportivo, quello tecnico e quello econimico. Il primo riguarda il raggiungimento dell’obiettivo prefissato, per la soddisfazione della società e soprattutto dei tifosi. Poi c’è il risultato tecnico e quando raggiungi lo sportivo arriva anche questo, con i giocatori che hanno reso per quello che era l’obiettivo prefissato. Quando il risultato  sportivo non vien raggiunto occorre un’analisi su quello tecnico, magari per il fatto di non essere stato in grado di poterlo realizzare. Infine c’è aspetto economico: valutazione di quanto speso e quanto lasciato sul mercato”

Un Corvino determinato che non rimpiange le scelte fatte sul mercato e che, tutt’ora, riconfermerebbe quanto fatto: “Nel calcio si cercano sempre i colpevoli, va così, c’è questa nostra cultura calcistica nostra che mira sempre a cercarli. Il calcio non ha pazienza e non ha cultura di darti il tempo di fare ciò che una società intende fare. Dire di riflettere sulla situazione nella quale siamo partiti,, detto da me può sembrare un attenuante o una scusante per non rendermi colpevole. Quando le cose non vanno bene, ognuno di noi si sente colpevole, ma il calcio ha queste dinamiche. Facendo una rapida analisi, sono nove mesi che sono qua e lo scorso gennaio ho avuto venti giorni per permettere alla squadra di centrare la promozione, obiettivo principale con il cambio di proprietà. Il Bologna ha dimostratio, rimanendo per ben sedici giornate secondo in classifica, di aver meritato la promozione. Arrivati in Serie A abbiamo avuto sessanta giorni per ripartire e, come detto abbiamo scelto due titolari per farlo, Oikonomou e Masina. Abbiamo lavorato per creare il giusto cocktail fra esperienza e gioventù. Ognuno ha un suo modo di lavorare, il mio è quello di mettere insieme giocatori con qualità conclamate e con potenzialità. Poi, è logico che i risultati possono far sembrare che si è sbagliato qualcosa ed iniziare ad attribuire responsabilità in merito. C’è bisogno lavorare e avere pazienza, nel nostro dna c’è la cultura del lavoro e dobbiamo mettere anche qualità in questo. Diamo molto senso al lavoro e non siamo di quelli che hanno la cultura del cambio, anche per questo rinnoviamo la fiducia a Rossi: attraverso il lavoro si possono raggiungere i risultati”.

Il direttore dell’area tecnica e tornato a parlare anche del mercato e a chi gli chiedeva se si rimproverasse qualche errore ha risposto così: “Quando fai 18 operazioni in entrata, sai che tra quelle ci sono undici calciatori più pronti che condividi con l’allenatore e con la società. È logico che, in tal senso, quei sette-otto giocatori che non vengono impiegati, possano sembrare acquisti sbagliati o non all’altezza. Un responsabiledell’area tecnica dovrebbe essere giudicato in base a tre-quattro acquisti, quando ne fai diciotto è difficile valutarlo. Faccio un esempio: quando abbiamo pensato a Crisetig, lo avevavamo ritenuto un titolare, oggi se c’è Diawara al suo posto uno può pensare che l’ex Cgaliari non sia all’altezza, quando invece bisognerebbe dire che è Diawara che sta dimostrando di essere all’altezza. Se c’è una cosa che posso rimpoverarmi è, forse, la mancanza di tempo che l’allenatoere ha avuto per lavorare sul gruppo nel precampioanto. Per il resto, quando punti su Mbaye , Krafth e Masina pensi di fare scelte giuste. Bisogna rischiare, fare alcune sfide e sapere che se non le fai vai rischi di alterare ulteriormente la situazione economica. Se, poi, all’inizo dell’estate mi avessero detto che avrei avuto un tridente formato da  Giaccherini, Mounier e Destro, avrei vissuto un mercato più tranquillo. Sono convinto che i miei errori in futuro sarnno evidenti, ma nel momento in cui ho fatto ciò, sono convinto di aver fatto del mio meglio per mettere a disposizione dell’allenatore una buona rosa. Dobbiamo rimboccarci le maniche essere più compatti e fare di tutto per non soffrire.

Destro, uno dei giocatori che sta incontrando più difficoltà in questo avvio, è stato fortemente voluto da Corvino, che ne parla così: “Lo riprenderei sempre Destro, quando acquisti un attaccante con quelle caratteristiche non ti devi rimproverare nulla. Quando scegli un attaccante che sa fare goal non hai da pensare su come gioca. Ha grandi qualità realizzative e se accanto ha Mounier, Giaccherini o Brienza credo non ci siano grandi problemi. Mi dovrei rimproverare se sul mercato ci fosse stato un calciatore come Destro e a quel prezzo non l’avessi preso. C’è bisogno di prendere calciatori che devono rappresentare il presente e il futuro risponmde a queste caratteristiche. Mi devo preoccupare di prendere un attaccante che sappia fare goal, la Roma lo prese per giocare in un 4-3-3 e noi abbiamo fatto la stessa cosa. Tutto è figlio dei risultati, ci sta che Destro possa sbagliare un goal, ma resta il fatto che abbiamo preso un giocatopre importante che gioca all’interno di un modulo tattico che lo mette nelle condizioni migliori di fare goal. Per il Bologna era importante avere un giocatore come lui e ce lo abbiamo”.

Sui difetti della squadra sulla Serie A in generale: “Nella classifica, prendendo in considerazione i primi tempi,saremmo al quinto posto e un’analisi andrebbe fatta anche partendo da queste considerazioni. Questo vuol dire che alla fine dei 90’ la squadra è stata discontinua e ci vuol pazienza e tanto lavoro per migliorarsi anche in questo,ma questo non deve essere alibi. La Serie A va letta così: ci sono quelle squadre che lottano per essere ai vertici, e quest’anno sono sette otto, poi ci sono squadre come Udinese, Samp e Palermo che sono sotto il livello medio-alto. Chievo, Verona,Atalanta e Sassuolo sono squadre che hanno consolidato il loro progetto nel corso degli anni. Infine le altre squadre che, tra queste vedo anche l’Empoli, visto che dopo molti anni con lo stesso allenatore e lo stesso gruppo, ha cambiato qualcosa e ora dovrà fare qualcosa in più per raggiungere le squadre fortitficate e consolidate. Anche noi  dobbiamo fare gli straordinari per raggiungere obiettivo”.


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