Bologna FC
Così non VA(R)
Venezia-Bologna, minuto 77. Sul lato destro dell’area di rigore dei rossoblù, c’è un duello tra Aramu e Medel. L’attaccante di casa cerca il dribbling sul difensore rossoblù, che intercetta la palla prima di colpire (o forse no) l’avversario. Il signor Marinelli, arbitro di giornata, non ha dubbio e assegna il calcio di rigore ai padroni di casa. Veementi le proteste rossoblù e quelle del cileno, convinto di aver toccato il pallone. Dopo alcuni attimi di tentennamento, inizia il check dell’arbitro con il VAR. Tre, quattro secondi e Marinelli si dirige verso la postazione tecnologica, per revisionare l’accaduto anche perché – nonostante il fischio immediato – la sua posizione non era del tutto idonea per vedere in modo chiaro il contrasto di gioco. Quando l’arbitro viene chiamato al VAR significa soltanto una cosa: il contatto è dubbio e, nella maggior parte dei casi, la decisione viene rivista. In questo caso no, tutt’altro: Marinelli è determinato, torna in campo e conferma il rigore ai lagunari, trasformato poi dallo stesso Aramu.
Ora, mettendo un attimo da parte meriti e demeriti delle due squadre (“Partita finisce quando arbitro fischia”), c’è da fare un discorso che però potrebbe essere troppo ampio riguardo l’utilizzo del VAR, invocato da molti. Nel calcio così come in altri ambiti: uno strumento così potente dev’essere maneggiato con cura e utilizzato con discrezione e – soprattutto – criterio. Un arbitro sbaglia in tempo reale, nulla di grave: si può sbagliare, soprattutto quando non si è nella posizione migliore per giudicare un contrasto di gioco. Il vero problema è quanto succede dopo, perché il VAR ha le migliori immagini per far sì che l’arbitro possa decidere al meglio sul da farsi, e se Maggioni ha richiamato Marinelli vuol dire che il contatto non era dubbio, di più. Sia chiaro: Marinelli, al VAR, potrebbe anche aver visto ciò che aveva supposto in tempo reale, ma il tocco sulla palla di Medel era troppo evidente e la decisione doveva essere rivista, a costo di metterci la faccia e ammettere lo sbaglio. Chi non sbaglia? Capita, a tutti. Quest’oggi è capitato alla squadra di Sinisa Mihajlovic, ma al posto dei rossoblù poteva esserci qualsiasi altra squadra. Contro la Roma, ad esempio, un episodio dubbio su Orsolini che non è stato preso in considerazione dalla terna arbitrale. Le polemiche si spegneranno senza particolari conseguenze perché il Bologna, quest’oggi, non è in corsa per particolari obiettivi stagionali, ma ciò non toglie che un episodio simile avrebbe potuto condizionare uno scontro al vertice o qualsiasi altra partita decisiva. Mihajlovic, a fine gara, ha detto: “L’arbitro al triplice fischio è corso subito negli spogliatoi, forse aveva la coscienza sporca”. Chissà, forse Marinelli davvero ha capito lo sbaglio, o forse no. La sostanza non cambia: bisogna utilizzare al meglio uno strumento che potrebbe diventare dannoso se non viene utilizzato nel migliore dei modi.
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