Bologna FC
De Marchi: “vincere aiuta a vincere ancora” – 18 feb
In previsione dell’attesissima partita tra Bologna e Juventus, che si giocherà domani sera alle 20,45, l’ex calciatore di entrambe le squadre e procuratore sportivo Marco Antonio de Marchi si è concesso ai microfoni di 1000cuorirossoblù per analizzare le due avversarie e per parlare di Adam Masina, uno dei suoi assistiti.
Innanzi tutto ha qualche ricordo dei tempi in cui vestiva entrambe le maglie?
Bologna è stata la mia casa, e lo è tutt’ora, difatti mi considero un figlio adottivo sia di questa splendida città che della squadra. Sarò sempre grato ai rossoblù, perché mi permisero di mostrarmi al calcio che conta, dandomi una grossa possibiltà. Dopo essermene andato, la gente mi riaccolse a braccia aperte porterò sempre dentro al cuore il ricordo di 7 anni passati con la maglia del Bologna. Per quanto riguarda la parentesi bianconera, quando approdai a Torino mi sentì all’apice della mia carriera, perché la Juventus rappresenta un punto d’arrivo molto buono per un professionista e questa società mi permise di portare a casa una Coppa UEFA, quindi dal punto di vista professionale è stata un’esperienza straordinaria. Ero talmente attaccato alla maglia del Bologna che decisi di tornare, anche se in serie C.
Quali sono le sue sensazioni a poche ore dal match Bologna-Juventus?
Sono due squadre molto informa; da una parte c’è il Bologna, che da diverse settimaneha acquistato un equilibrio incredibile, considerando l’inizio di campionato in salita e il grosso lavoro svolto dalla società. Oggi i rossoblù sono una squadra con la S maiuscola, daranno filo da torcere a tutte le squadre anche perché stanno dimostrando di potersela giocare con chiunque. Il Bologna mi dà l’impressione di essere una squadra compatta, con un bel mix di giovani talenti e veterani della categoria, un gruppo solido in cui tutti hanno la possibilità di esprimersi al meglio. Dall’altra parte, c’è una squadra già consolidata, con una spinta incredibile data da 15 vittorie consecutive e, oltretutto, arrivano dalla vittoria dello scontro diretto per lo scudetto con il Napoli.
Massimiliano Allegri si sbilancia considerando questa partita come un “pezzo di scudetto”, ma in formazione saranno assenti Mandzukic, Caceres, Asamoah, Chiellini, Alex Sandro e Lemina. Assenze importanti?
La Juventus dispone di una risorsa di riserve che potrebbero formare una buona squadra, quindi non avranno di questi problemi, difatti Mandzukic può benissimo essere sostituito da Zaza, così come tutti i sostituti saranno all’altezza del ruolo. Però, si troveranno di fronte una squadra non da sottovalutare, quindi impostare una formazione completamente formata dalle “seconde linee” sarebbe assolutamente un errore da parte di Allegri.
Il match di martedì contro il Bayern Monaco sarà motivo di distrazione per loro?
Avendo fatto il calciatore, queste situazioni le conosco bene; si pensa sempre di giocare con attenzione una partita, poi quello che accadrà dopo ci si penserà appena l’arbitro fischia la fine, però è essenziale che giocatori di quel livello abbino una mentalità molto forte e la pensino così. La Juventus è caratterizzata proprio da questa mentalità quindi non penso che l’impegno della prossima settimana sia una distrazione. Nel calcio, vincere aiuta a vincere.. Quindi faranno di tutto per fare risultato anche al Dall’Ara.
Con la fascia da capitano, guidò i felsinei a due promozioni consecutive dalla Serie C alla A, fino a un settimo posto in massima categoria. Siccome lei di leadership se ne intende, che caratteristiche bisogna avere per essere un buon capitano?
Un giocatore nasce capitano, è difficile che lo diventi, perché solitamente la personalità del leader emerge sin da subito. Non lo dico per presunzione, ma anche quando giocavo nelle giovanili del Como avevo già la fascia da capitano al braccio. Il mio modo di trascinare la squadra, non iniziava solamente dal momento che calpestavo l’erba del campo da gioco, ma lo facevo anche al di fuori. Spesso aiutavo a gestire la squadra nei confronti della società, a volte mi prendevo delle colpe che non meritavo per proteggere qualche compagno che non si comportava molto bene, poi ne parlavo con lui. Il capitano è lo specchio della squadra, è colui che nei momenti di debolezza non si abbatte, che carica la formazione prima di scendere in campo. Dopo aver vinto la Coppa UEFA decisi di tornare a Bologna, nonostante militasse in serie C, e Montezemolo chiese a Gazzoni di darmi la fascia per il gesto che avevo fatto.
Lei cura anche gli interessi di Masina, autentica rivelazione del campionato. Questo ragazzo sembra avere tutte le carte in regola per arrivare molto lontano.. oltretutto ha rivelato di voler entrare nella storia rossoblù diventando una bandiera. Quali sono le sue prospettive?
Adam è un ragazzo straordinario, e ci tengo a dire che la sua personalità comprende dei valori umani davvero molto lodevoli. Al giorno d’oggi, lui può venire considerato uno dei simboli di questa nuova realtà e di questa nuova società, è il suo primo anno di serie A ma, devo ammettere, che ha avuto un ottimo impatto con essa. È un giocatore predisposto ad imparare e a migliorare sempre, quindi ha un ampio margine di miglioramento. Grazie alla sua umiltà e il suo costante impegno penso che abbia prospettive da prima fascia.
Tra i suoi assistiti, chi vedrebbe bene in rossoblù?
Tra i tanti che assisto, c’è un giocatore particolarmente interessante che si chiama Pierre Desiré Zebli, classe 97, è Ivoriano con passaporto Italiano e gioca attualmente nel Perugia. Si sta facendo le ossa in Serie B, e il suo impatto è stato molto buono. A mio avviso, è un giovane da tenere d’occhio.
(foto multimedia.quotidiano.net)
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook