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De Silvestri: «Mi sento ancora un calciatore, sono orgoglioso di rimanere»

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Questo pomeriggio alle 15,45 nella sala stampa della sede del ritiro Rossoblù, Lorenzo De Silvestri ha tenuto la conferenza stampa a seguito del rinnovo del suo contratto, ecco a voi le sue parole:

 

Il rinnovo è stato una sorpresa o è stato voluto anche dal club?

È stato cercato e stato voluto, la scorsa stagione è stata alimentata dalla mia voglia di fare tutto, sia a Casteldebole che alle partite. Mi sento orgoglioso, è il mio quarto anno. In città e nell’ambiente mi trovo bene, ovunque, sia professionalmente che fuori. Ho chiaro e in mente quello che volevo e che voglio e sono molto contento. 

Fa piacere che Thiago abbia voluto te tra quelli in scadenza?

Si, il mister ha fatto le sue scelte ma io ho dato le risposte che cercava quando chiamato in causa. Io, come altri, ho fatto veder di essere importante nel gruppo. L’ho voluto e mi sono sempre allenato forte, capivo il mio ruolo anche se volevo giocare. Il gol con il Napoli è stato importante ma la felicità è stato il coinvolgimento del gruppo, la gioia dopo quel gol.

Quanto è stato difficile il cambio d’intensità con Motta?

Io mi sento ancora un giocatore. I dati degli allenamenti ci sono, ho firmato il rinnovo come giocatore per un anno e vedremo il prossimo anno. Cerco sempre di dare il massimo.

Non hai mai pensato ad altro?

Ho chiaro anche quello che vorrò fare dopo il ritiro, con cosa vorrò confrontarmi. Sarà difficile ma ci penserò dopo. Mi sento parte della rosa, giocatore fino all’ultimo, mi sento bene e quando sarà vedremo.

Portare via la maglia a Posch è difficile?

Stefan ha fatto una grandissima stagione, si merita tutto. Io quando c’è stato bisogno ci sono stato e sarò ancora lì. Cercherò di mantenere alto il livello anche in allenamento e cercherò nel caso di meritarmi il posto quando accadrà.

Ti piace il gioco di Motta? Per te è la strada giusta?

Certo, parlano i risultati: abbiamo fatto grandi risultati, record, facendolo con il gioco e facendo divertire le persone, che sono venute allo stadio anche per quello e non sono per le vittorie. Ha fatto crescere molti, questo per noi è un vantaggio rispetto ad altri, perché conosciamo già come muoverci.

Qual è l’obiettivo di questo Bologna?

Fenucci è stato chiaro: continuare così ed elevare al massimo le prestazioni di ogni giocatore. Questo è l’obiettivo, e di ricordare ciò che abbiamo fatto l’anno scorso e portarlo avanti: la simbiosi con tutto l’ambiente, lo stadio, il gruppo. Lo stadio è stato bellissimo le ultime partite, e tutto questo dipende da tutti. È importante perché il livello si è alzato.

Hai dato un consiglio a Orsolini e Dominguez?

Consigli no, è una cosa personale e ci deve essere rispetto nelle decisioni, ma ho un bellissimo rapporto e ci confidiamo, sono ragazzi per bene e ho semplicemente parlato con loro, anche se la decisione è solo loro.

Oggi possiamo definirti il capitano?

Bella domanda (ride, ndr), sono il più esperto e mi sento tra quelli, anche se ha girato spesso dopo l’infortunio di Roby (Soriano, ndr). Ci tengo a salutare lui, Nico (Sansone, ndr), Gary (Medel, ndr), Bardi anche pubblicamente, sono parte della storia Rossoblù.

Questo è il primo anno che si parte senza Sinisa: cosa vuol dire questo per te che è stato un punto di riferimento?

Sarebbe infinta come conferenza. Ci ho pensato quando siamo arrivati, ho in mente il primo giorno dell’anno scorso che, seppur con una condizione fisica precaria, voleva esserci e solo la sua presenza era importante, non me lo scorderò mai perché è stato una rappresentazione di forza e attaccamento a noi come figli. Un pensiero a lui ci sarà sempre, e anche alla sua famiglia, che è molto forte.

Oggi ti vedi calciatore, ma ti vedi poi dietro una scrivania o su una panchina?

Mi vedo calciatore, calciatore e calciatore. Poi mi vedo più a livello dirigenziale perchè vorrei migliorare sotto questo punto di vista nella conoscenza dell’ambito, ma ora non ci penso: ho tanti obiettivi a livello calcistico ancora che vorrei raggiungere, vorrei che il Bologna fosse la squadra in cui ho giocato di più e ci vuole un anno ancora, oltre a questo.

Cosa ne pensi di Beukema?

È uno che apprende in fretta, che parla molto. Ci darà una grandissima mano ed è pronto per inserirsi bene, sia in campo che in gruppo.

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