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Dentro il concetto di “bel gioco”… – 10 apr

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Quello del “bel gioco” è un tema attualissimo, soprattutto qui sotto le Due Torri, dove l’allenatore dei rossoblù Roberto Donadoni è finito nel mirino di stampa e tifosi per una mancanza di gioco che prosegue da diverso tempo. Bel gioco o non bel gioco, questo è il problema… Sembra essere la domanda shakespeariana dalle parti di Casteldebole, anche se il discorso è molto più complicato di così, e per arrivare al nocciolo della questione bisogna fare un ragionamento molto ampio, paragonando anche diverse realtà.

Cos’è il “bel gioco”?

Partiamo da una premessa: il concetto di “bel gioco” è puramente soggettivo, indi per cui è difficile darne una definizione, inoltre è complicato dire quale squadra adotti un bel gioco in modo oggettivo, perché si cadrà sempre nella soggettività, proprio perché siamo nel bel mezzo del concetto di “bellezza“.
C’è un modo però per restringere il campo, e capire cosa ci attira di più quando guardiamo una partita di calcio, cioè tenendo in considerazione due fattori. Il primo è il gesto tecnico di un singolo giocatore, che può essere un passaggio dosato bene, una parata, una conclusione da lontano, un’acrobazia, ecc; il secondo è quello legato all’armonia di squadra, cioè quell’intesa e quella precisione nei movimenti che rendono lo stile di una formazione altamente piacevole da vedere.
Attenzione, però: questo secondo fattore, essendo parecchio legato alla tattica, è sicuramente più soggettivo del primo. Ecco, il punto focale è proprio questo, se qualsiasi tifoso si esalterebbe davanti a una rovesciata (vedere il gol di Ronaldo contro la Juve per credere), in pochi si trovano d’accordo sulla bellezza o meno di uno stile di gioco di una squadra.

Juventus o Napoli?

Semplificando il discorso usiamo esempi concreti. In Italia le squadre che stanno dominando sotto ogni punto di vista il campionato sono Juventus e Napoli.
Considerando il fattore gesto tecnico, tutte e due sono incredibilmente belle, chi nega ciò sarebbe un bugiardo; mentre il fattore legato alla tattica trova molto dibattito.
Nell’immaginario collettivo si è raggiunti alla massima che “la Juve gioca male” e “il Napoli gioca bene“, ma possiamo davvero ridurre tutto a questo?. Sicuramente no, proviamo ad andare a fondo.

Per comunicarvi il mio punto di vista vi propongo un altro termine: efficacia. Nel mio pensare una squadra bella è per forza di cose anche efficace, come può una giocata goffa o una disposizione tattica errata essere efficace, e quindi bella? Sarebbe un paradosso.
E’ scontato quindi dire che i bianconeri, a parer mio, siano una squadra fortemente bella, proprio perché il livello di efficacia è altissimo. Vincere scudetti, coppe e arrivare vicinissimi al trionfo in Champions League non può essere un caso, di conseguenza sostengo che la Juventus offra uno dei calci più efficaci in Europa, perché alla lunga è impossibile vincere giocando male, in maniera inefficacie, e quindi, come dicevo prima, brutta.

Perché non piace la Juventus?

Probabilmente ad Allegri e ai suoi giocatori viene imputato il fatto di difendersi troppo, di accontentarsi di un risultato e ridurre i rischi al minimo. Le lunghe fasi difensive e la saggezza tattica però non possono essere un difetto, soprattutto quando queste portano a risultati importanti. Si tratterà quindi di una bella fase difensiva, che poi sia meno divertente vedere una squadra che protegge un risultato piuttosto che cercare di aumentarlo è un discorso diverso, ma è ingiusto affermare che si tratti di un gioco brutto.

Il Napoli gioca il miglior calcio?

Sicuramente i partenopei sono bellissimi da vedere: i singoli si esprimono perfettamente in un contesto armonioso che Sarri ha saputo creare nel tempo. L’allenatore toscano ha saputo unire il credo del tikitaka in un’idea più verticale, in un mix quasi perfetto. L’aspetto che rende però il Napoli così forte non è tanto la fase di possesso palla, ma quella di non possesso, orientata sempre verso il pallone in un pressing costante. Quello che mi fa divertire di più degli azzurri è la loro capacità nell’attuare il gegenpressing, tradotto “riaggressione”, che consiste nella pressione immediatamente successiva alla perdita del possesso. Sarri ci ha lavorato in ogni allenamento, e forse è proprio questo il vero marchio di fabbrica del Napoli.
Possessi lunghi e orientati alla verticalizzazione (un po’ come il Barcellona di Guardiola con le dovute proporzioni) e gegenpressing costante (come il Borussia o il Liverpool di Kloop) fanno del Napoli una delle squadre più divertenti d’Europa, e anche una delle più belle.

Perché il Napoli non vince?

La risposta è molto semplice: perché in Italia, per ora, c’è una squadra ancora troppo più forte, che è la Juventus. La mentalità e la rosa fanno la differenza, e i partenopei sono molto indietro da questo punto di vista.
La Juventus forse ha un calcio meno divertente, non meno bello, ma incredibilmente più efficace. I ritmi i bianconeri possono mantenerli anche bassi, senza che il livello del gioco cali, mentre il Napoli ha bisogno di andare sempre al massimo per esprimersi al meglio. Lo ha sempre detto anche Sarri che la sua squadra fatica a gestire i match, anche se quest’anno pure gli azzurri si sono un po’… juventinizzati in alcune sfide scomode. Non vuol dire però che siano diventati più brutti, semplicemente hanno capito che per essere più efficiaci, ci si può divertire anche meno durante la partita, per divertirsi di più al termine dei 90 minuti.

Il Bologna di Donadoni gioca male?

Siamo arrivati al discorso che più interessa in questa sede: i rossoblù giocano male per colpa di un mister che non è mai riuscito a dare un’impronta importante?.

Torniamo ai due fattori citati all’inizio dell’articolo. I giocatori del Bologna, salvo rare occasioni, non si può certo dire che compino spesso delle giocate belle o che rapiscano l’occhio dello spettatore, salvo qualche spunto di Simone Verdi, per cui il primo fattore per determinare la bellezza di un gioco non rappresenta i felsinei.
Sul secondo, quello dell’armonia di squadra, bisogna fare un discorso diverso. Qui non c’è realtà oggettiva, quindi siamo nei meandri del gusto personale.
Donadoni fa con quello che ha: non potrà mai sviluppare un gioco simile a quello del Napoli, o a quello della Juventus, per mancanze tecniche oggettive degli interpreti, ma allo stesso tempo prova a essere efficace. Come detto, l’efficacia è fortemente collegata alla bellezza, e il Bologna è bello dal punto di vista tattico. Quasi mai i rossoblù sbagliano partita sotto l’aspetto tattico, e sempre si mantengono molto corti, con linee parecchio strette. Il lavoro di Donadoni si è sempre concentrato su questo, e non si può certo dire che non ci sia riuscito.
Allo stesso tempo, però, la fase offensiva del Bologna è spesso lenta, poco divertente, poco efficace, quindi non bella. I gesti tecnici latitano, ma le colpe vanno divise tra giocatori e il mister, che fatica a dare un’impronta importante alla squadra.

Attenzione, però: quante squadre nella zona di classifica dal nono posto in giù, quella che ci interessa, offrono un calcio divertente?. Non bisogna farsi ingannare dai luoghi comuni, ma guardare la partite, che è il miglior metodo per parlare con cognizione di causa. In poche, soprattutto in Italia, offrono un calcio divertente, ma in molte cercano di essere efficaci, così come il Bologna. Quelle sopra di noi in classifica lo sono sicuramente di più, mentre noi abbiamo ben 9 squadre meno efficaci, e quindi meno belle… Ricordate che sono collegati i due aspetti?.

Si può vincere giocando male?

La risposta è assolutamente no. Si può giocare decidendo il tema tattico, scegliendo tra un calcio proattivo o reattivo, ma per vincere serve giocare bene. Ovviamente c’è in una partita l’imprevidibilità di un episodio che può portare a un risultato inatteso, ma alla lunga una squadra che gioca male non può vincere, altrimenti saremmo nell’assoluta casualità, e non si può certo dire che il calcio sia casuale.
Spal e Benevento a volte offrono un calcio divertente, ma pochissime volte sono efficaci, per cui non producono un bel calcio, proprio per un deficit tecnico e di armonia collettiva.

Abbiamo espresso diversi concetti, ora proviamo a concludere il discorso citandoli tutti.
Per essere efficaci, e quindi vincenti, serve giocare bene. Spesso non si riesce a vincere producendo un calcio altamente divertente… Ma voi, quando vincete, non vi divertite?

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