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Di Vaio sul suo Bologna: «Un gruppo che ha qualità morali e tecniche»

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Marco Di Vaio ha recentemente condiviso prospettive e riflessioni nel podcast ‘Fontana di Trevi’ condotto da Riccardo Trevisani e Giuseppe Pastore. Le sue dichiarazioni, ricche di esperienza e conoscenza del settore, offrono uno sguardo approfondito sullo stato attuale del club rossoblù.

È così Marco, siete la squadra più bella del campionato?

«Questo non lo posso dire io. Posso dire che siamo una bella sorpresa, una squadra fatta di tanti ragazzi giovani e di talento. Anche divertente da vedere, con un allenatore che capace di allenarla molto bene»

Immaginare il Bologna al quarto posto, insieme alla Roma, era fuori da qualsiasi previsione ottimistica, anche alla vigilia della stagione? Oppure una sensazione che qualcosa di speciale si potesse fare c’era?

«Alla fine del mercato, la squadra aveva preso coscienza della sua forza grazie alla bravura di Thiago, che allena molto bene la squadra, e alla crescita costante dei giocatori. Non pensavamo, sicuramente, di poter arrivare a questo punto in campionato, però c’era l’idea di crescere, di dare fastidio e di dare continuità al percorso fatto lo scorso anno. L’obiettivo era quello. In questo momento ci troviamo in una posizione meravigliosa, che ci piace tantissimo. Ma soprattutto ci piace rendere felici i nostri tifosi, che lo aspettavano da tanto tempo. Io lo so bene perché ho giocato qua, anche soffrendo. Perciò questo è un momento molto positivo, che possiamo continuare a coltivare e portare avanti, perché è una squadra che riconosce i meriti dell’allenatore nella crescita, che ha volontà di sacrificarsi e di lavorare bene tutti i giorni, senza voli pindarici, ma con i piedi ben piantati per terra. Quindi penso che ci siano le basi per continuare ad andare avanti. Se in questa posizione, non lo so, questo dipende dalla bravura dei ragazzi»

«La svolta è avvenuta dopo la salvezza con il primo anno di Sinisa. Alla fine dell’anno il presidente ha  rifatto il progetto, siamo ripartiti investendo su ragazzi giovani, di qualità e potenzialità. Abbiamo cominciato con Svanberg, che era già qui, con Tomiyasu, Skov Olsen, un mio rimpianto, e tanti altri ragazzi che sono passati qui negli ultimi anni. Quest’anno secondo me siamo riusciti a formare un gruppo molto giovane, che ha della qualità dentro di sé, sia morali che tecniche, e ha margini di miglioramento. Abbiamo una media di età molto bassa, compresa quella dell’allenatore, che è molto giovane. C’è un entusiasmo che si è creato insieme alla piazza e alla città dall’inizio di questa stagione, che speriamo di cavalcare fino alla fine»

Quando i punti iniziano davvero a pesare, le squadre rivelazioni devono fare uno step ulteriore a livello mentale. Thiago Motta sembra prontissimo per fare questo step. La squadra forse è un po’ giovane e non del tutto abituata all’aria del quarto posto. Siete convinti di potercela fare, a partire proprio da domenica, visto che c’è già una partita che, classifica alla mano, è quasi uno scontro diretto?

«Vedremo se saremo pronti. Sicuramente la squadra, vedendola allenare tutti i giorni, ha un grande spirito di sacrificio, grande voglia di migliorarsi, di creare qualcosa di nuovo e alzare l’asticella. Questo è molto interessante e bello da vedere. Vuol dire che i ragazzi lavorano con entusiasmo, ma sempre con umiltà perché sanno che il campionato italiano è molto complicato. Ce ne siamo resi conto con la partita a Lecce, che pensavamo di aver vinto e abbiamo pareggiato all’ultimo secondo, probabilmente perché non siamo stati bravi e così maturi da chiuderla prima. Sono tutti esami che faremo di volta in volta. Adesso c’è la partita di domenica, bellissima per tutti. Uno scontro “diretto” con la Roma in cui vedremo come la squadra reagirà e affronterà la partita»

Visto che il bologna sta sfornando giovani campioni, chi sono i prossimi due o tre in rampa di lancio, che non sono ancora esplosi. Da chi dobbiamo aspettarci degli exploit secondo te?

«Secondo me per le quattro punte esterne abbiamo ancora margine di miglioramento, soprattutto dal punto di vista realizzativo. Possono e devono entrare di diritto a far parte dei goal di questa squadra perché ancora non l’hanno fatto e penso possano rappresentare per la squadra un margine di crescita importante»

Tu adesso continuerai ad andare in giro alla ricerca di altri giocatori o vi basterà questo blocco di venti? Come funziona la gestione con Sartori? Come siete organizzati nelle scelte quotidiane?

«Come tutti sanno Giovanni Sartori è un amante delle partite live. Noi abbiamo tanti scout che ha portato lui e tanti che sono rimasti qua a Bologna. Si è unito un gruppo molto folto. Abbiamo vari scout che vivono in varie nazioni e fanno una prima scrematura. Guardiamo in video come tutti quanti, poi nella parte finale quando escono i giocatori più interessanti dai vari campionati, cominciamo a partire io e Giovanni per avere una visione finale e prendere le decisioni. C’è anche il mercato che indirizza sulle opportunità, l’importante è essere pronti a coglierle. Le squadre si costruiscono in vari modi, ma girare tanto ci permette di conoscere i vari giocatori ed essere preparati durante il mercato»

Come si gestisce il rapporto con un allenatore così bravo, ma dalla personalità così forte?

«Lui ha una personalità molto forte, ha le sue idee. Ama esternare i suoi pensieri e sa come farlo. Ha una buonissima dialettica, ma sa anche arrivare al punto con noi e con i ragazzi. Fa parte del nostro mondo. A fine mercato c’è stata una svolta, inizialmente vista in maniera negativa, perché stavamo perdendo tre giocatori molto importanti, come Arnautović, Schouten e Domínguez. Nessuno poteva pensare che perdendo questi tre pezzi avremmo potuto fare questo tipo di campionato. Eravamo però pronti per sostituirli, avevamo le idee chiare, in modo da incastrare situazioni interessanti come quella di Calafiori, che seguiamo dall’anno corso. Abbiamo anche iniziato a parlare di Ndoye, e poi ancora Karlsson, che doveva andare altrove ma poi abbiamo avuto l’opportunità, tramite le vendite, di portarlo verso noi. Poi durante il mercato si sono aperte altre porte, come quella di Fabbian»

La società è andata a fare di meglio numericamente, nel senso che come età Zirkzee è più giovane di Arnautović. È probabile faccia più goal di quelli che ha fatto Marco con la maglia del Bologna?

«Me lo auguro che faccia più goal. Marco il primo anno ha fatto molto bene. Joshua sta facendo un campionato molto importante fino a questo momento ma soprattutto ha fatto un clic mentale, come ha detto anche il mister, dal giorno in cui è partito Marco. Ha cambiato completamente il suo modo di allenarsi, ha fatto un upgrade del 20/30%. Chiede di più a stesso e ai suoi compagni, ed è sempre a disposizione della squadra. Ha le caviglie che si smontano. È un ragazzo che ha un’agilità e rapidità nei movimenti incredibile per essere così alto, ma anche Marco faceva cose molto simili. Avevamo due attaccanti molto simili sotto certi punti di vista, infatti quando giocavano insieme proponevano un calcio diverso. In questo momento Joshua in questo momento sta facendo cose straordinarie»

«È bello perché è un gruppo giovane che si diverte condivide la sofferenza durante le partite, ma condivide anche la gioia. È un gruppo che sta lavorando molto bene. Conoscere i giocatori ci permette di dare un’opportunità all’allenatore e alla squadra di formare giocatori che possano far parte della storia del calcio. È un lavoro condiviso con Thiago perché crediamo in lui e nelle sue capacità. Infatti, è giusto che, in questo momento, una società come la nostra lo coinvolga nelle proprie scelte, per cercare di fare un bel lavoro»

Sulla possibilità di un trasferimento di Zirkzee, Di Vaio afferma: «Non è un’idea, in questo momento, a cui mi piace pensare»

A fine intervista, parla anche delle prestazioni di Alexis Saelemaekers nell’ultima partita, contro la Salernitana: «Alexis ha fatto una partita importante in un campo difficile. È stato bersagliato ma devo dire che, rispetto a prima, le sue reazioni sono state più composte. Hanno provato a provocarlo ma lui ha continuato a giocare, e a far ammonire i giocatori avversari»

 

Fonte: Fontana di trevi 

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