Bologna FC
Dominguez: «Voglio ricambiare l’affetto che sto ricevendo qui» (Gazzetta dello Sport)
Le parole di Benjamin Dominguez alla Gazzetta dello Sport. Bologna, famiglia, idoli, Argentina. L’obiettivo è la nazionale e l’Europa
A Bologna è nata una stella e si chiama Benjamin Dominguez. L’attaccante argentino ha finalmente deciso di farsi conoscere dal popolo rossoblù, che sostanzialmente ha capito che senza El Nene Dominguez, ora, non si può proprio più stare. Piccolo fisicamente ma letale, soprattutto nell’1 vs 1. Cresciuto al Gimnasia, un ragazzo argentino cresciuto col mito di Maradona, che proprio in quel periodo era sulla panchina del club.
Le parole di Benjamin Dominguez
Maradona. «Una volta ho finito presto l’allenamento e avevo preso il coraggio per andarlo a conoscere. L’ho mancato di poco, era appena andato via. Poi è scoppiata la pandemia, e non ho più avuto la possibilità di incontrarlo. L’ho solo visto da lontano…. Se l’avessi incontrato mi sarei presentato e gli avrei detto che per me lui è Dio. Il giorno in cui abbiamo saputo della sua scomparsa io e i miei fratelli non riuscivamo a smettere di piangere».
Ora a Bologna: Benji Dominguez non ha paura proprio di nulla? «Di cosa dovrei aver paura? Faccio quello che amo da quando sono nato. Mi sono sempre detto che o avrei fatto calcio, o niente. Per giunta lo sto facendo in un club dove sto molto bene, in una squadra forte».
Il ruolo. Sempre un’ala, o anche altro? «Sì, o destra o sinistra. Mi è capitato di giocare sottopunta, trequartista in 4-4-1-1».
Ogni volta che tocca la palla il mondo rossoblù si innamora. «Me lo ha detto anche De Silvestri che i tifosi dicono che sono forte. Il mio unico obiettivo è ricambiare tutto l’affetto che sto ricevendo giocando bene».
Sull’esordio. Genoa-Bologna 2-2, con un bellissimo gol annullato. «Sì, un bel gol, ma l’avevo toccata con la mano… Ero titolare, credo di aver sfruttato bene l’occasione che mi era stata data, anche se certamente avrei potuto fare di meglio».
Italiano: una parola di conforto che l’ha aiutata? «Nel periodo dove ancora non mi faceva giocare una volta mi disse “Never give up”, non mollare mai, mi raccomando».
Sull’ambientamento a Bologna. «Il calcio italiano ti costringe a tenere un ritmo sempre molto alto. L’ho capito poco alla volta, adattandomi anche nel difendere tatticamente. L’1 vs 1 mi esalta. A Roma ho scambiato la maglia con Dybala e l’ho chiesta anche a Paredes. D’altronde, sono campioni del mondo».
Con chi è qui a Bologna? «Sto qui insieme alla mia ragazza Maria. Mio padre, mia madre e i miei fratelli stanno in Argentina. Tra poco mi raggiungeranno qui a Bologna».
Qualche retroscena su Aguero? «Cose già dette, cioè che Maradona aveva fatto apprezzamenti su un ragazzo delle giovanili del Gimnasia, ma non si stava riferendo a me. Peccato, ma questa è la verità».
Idoli del Nene. «Mi chiamano Nene, “piccolino”, per il mio viso da bambino. Personalmente preferisco Benji. Il mio idolo è Neymar, ma la mia ispirazione in verità è Ariel Ortega. Di lui ho l’altezza e qualche colpo, ma non posso fare paragoni con lui. In Argentina guardavo il Napoli e Mertens».
Il primo gol in serie A come sogna di farlo? «Così – dice Benji cercando su YouTube “Gol Dominguez all’Indipendiente – Dopo un calcio d’angolo, il difensore che spazza l’area e il che la metto sotto al sette da 25 metri. Proprio così».
Perché credere nel Bologna? «Siamo un gruppo forte e unito. In campo ci divertiamo e abbiamo sempre voglia di vincere. Rivogliamo l’Europa il prossimo anno, Champions o altro che sia».
Benji Dominguez tra 5 anni. «Mi vedo al Bologna, o in Champions o in un’altra Coppa. Una risposta molto simile a quella di Santiago. Aggiungo anche che sarebbe un sogno vestire anche qualche volta la maglia della Nazionale argentina».
Su Santiago Castro e i compagni di squadra. «Avevamo giocato contro, ma avevo vinto io. Quando ha sentito che il Bologna mi stava cercando mi ha fatto una telefonata. Abbiamo cenato insieme con l’asado a casa sua. Mi aiuta molto, dandomi consigli preziosi. Il giocatore più divertente? Orsolini, ma anche De Silvestri. Il più serio forse è Dallinga, ma quando farà il suo primo gol sono sicuro che sorriderà anche lui. E magari lo aiuterò proprio io…».
Fonte: Matteo Dalla Vite – Gazzetta dello Sport
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