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Donadoni a Radio Rai Uno: “Non è stato facile dire di no alla Nazionale. Destro? Uno dei più talentuosi”. – 27 Nov

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L’allenatore dei rossoblù Roberto Donadoni è intervenuto ieri mattina ai microfoni di Radio Rai Uno, nel corso della trasmissione “Radio Anch’io lo Sport”, analizzando a 360° il panorama calcistico che lo circonda, partendo dalla Nazionale: “Tavecchio e la Nazionale? Si è sempre comportato in maniera giusta e corretta nei miei confronti e da un punto di vista umano sono dispiaciuto di cosa gli sta accadendo. non è stato facile dire no alla Nazionale perché è un ruolo molto prestigioso, ma ero convinto della mia scelta a Bologna e ho preferito andare avanti così. Avevo preso un impegno“.

Campionato spaccato in tre e già inquadrato? Il Bologna sta cercando di autocandidarsi attraverso una programmazione e un lavoro che non può essere fatto in brevissimo tempo, poi ci sono delle situazioni che ti proiettano in dimensioni che non pensavi di poter affrontare. L’andamento del campionato sta dimostrando l’iter che il nostro calcio ha avuto negli ultimi anni. Questa spaccatura diventa logica e inevitabile se si pensa alle risorse delle big nei confronti delle altre. Quando si parla di rendere il campionato più competitivo bisogna fare valutazioni anche economiche che non portino a queste disparità. Se vuoi ambire a giocatori importanti, devi avere a disposizione una certa forza contrattuale”.

“Napoli-Juventus? Sarà una partita tra due grandi squadre del nostro campionato. Il Napoli è la squadra che esprime con più continuità il proprio gioco, la Juve ha un potenziale elevatissimo nei singoli e penso che se la giocheranno alla pari. I grandi giocatori in queste gare esprimono valori sopra la media. È una gara che non decide nulla”.

Destro? È uno dei giocatori più talentuosi. Sta facendo, anche in allenamento, dei passi in avanti. Se riuscirà a mantenere questo trend, tornerà a essere un giocatore appetibile per la Nazionale”.

“Chi è già da grande squadra nel Bologna? Ci sono giocatori di grande prospettiva, come Verdi che si è già affermato, ma anche chi deve ultimare ancora la sua crescita avendo comunque un grande potenziale. Il problema del calcio italiano è di cultura generale. Non è solo una questione calcistica. Quando non si ottengono i risultati pur proponendo dei valori, si arriva subito alle critiche e all’esonero. Quando si parla di cultura non ci si può rivolgere solo a un determinato settore. Ognuno di noi deve pensare a cosa poter fare per migliorare rispetto al passato. Ognuno deve dare il proprio contributo, compresi tifosi e giornalisti”.

Nazionale come un peso per il campionato? Anche questa è cultura. Quando la Nazionale prende i giocatori per valorizzare il proprio lavoro e c’è un big match arrivano subito le critiche. Bisogna capire cosa vogliamo”.

Milan e settimo posto? Se la mettiamo in questi termini, è giusto sperare nel settimo posto, ma la speranza arriva solo tramite il lavoro giorno dopo giorno. Non dobbiamo cedere neanche di un passo e ci vuole una crescita mentale. L’impronta che si deve dare alle gare è quella che abbiamo dato contro la Sampdoria. È chiaro che ognuno fa i conti in casa propria. Il Milan ha speso tanto, noi meno e questo può incidere”.

“Var? Sono assolutamente d’accordo. È chiaro che ci si rende conto anche in queste situazioni che resta lo spazio per recriminare, così come è chiaro che quando un torto ti nega un risultato si continui a discutere. Ma dovremmo superare questa idea. Sono assolutamente d’accordo con questa tecnologia”.

Donadoni sulla panchina del Milan? Mi fa piacere che gli ascoltatori pensino a questo. Avere la possibilità di allenare grandi squadre come il Milan o la Juve è qualcosa di speciale e dico magari. Le decisioni però non spettano a noi ed evidentemente, nel caso del Milan, hanno sempre pensato che ci fosse qualcuno migliore di me. So che il mio futuro passa dal lavoro presente”.

Settore giovanile? Stiamo cercando di crescere da questo punto di vista, coordinandoci anche con il settore giovanile in MLS. Questo è un aspetto importante ed è lì che dobbiamo puntare a crescere, perché avere dei giovani capaci può dare continuità anche a livello di prima squadra“.

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