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Donadoni alla vigilia di Torino-Bologna: “Al di là delle grandi squadre che stanno lassù, con il resto delle formazioni del campionato me la posso giocare alla pari”. – 5 Gen

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Conferenza stampa alla vigilia di Torino-Bologna, “lunch match” di domani delle 12:30, dove Donadoni ha toccato molti temi importanti a partire dal cambio di allenatore operato dalla squadra granata:

“Non c’è nessuna incognita nella preparazione della gara dovuta all’esonero di Mihajlovic, la sorpresa riguardo a certe scelte sarebbe sorprendersi. Sono cose che non m’interessa commentare, dobbiamo lavorare su noi stessi, dobbiamo stare concentrati per fare meglio e possiamo fare meglio. Che a Torino ci sia un allenatore nuovo e possano cambiare delle cose può essere. Ci possono essere stimoli nuovi per portarti a fare di più, anche se questo mi lascia perplesso perché non ci dovrebbe essere bisogno di stimoli esterni per fare meglio, dovremmo essere noi ad essere sempre motivati”.

Sul mercato e su Simone Verdi: Penso di tenermi Verdi. Quando un giocatore ha la possibilità di andare in una big non è un opzione da sottovalutare, tutto dipende da lui, dalle sue condizioni e dalla sua voglia di dimostrare le sue qualità. Poterci rinunciare non è una cosa facile, sono contento di avere Simone fino alla fine. Quando ho avuto la possibilità di andare al Milan o alla Juve è stato difficile scegliere, che la scelta sia stata centrata o meno lo si impara dopo, ma credo che l’obiettivo di ogni essere umano sia di puntare in alto, indipendentemente dalla propria professione. Accontentarsi non deve esistere nel vocabolario di uno che fa questo tipo di mestiere. Sarebbe peggio essere un perfetto anonimo, io non voglio essere anonimo e neanche la mia squadra, io voglio esser un protagonista, lo stimolo è essere il riferimento per i propri tifosi. Voci del genere non devono essere una distrazione, ma uno stimolo a fare meglio per dimostrare di essere all’altezza di certi palcoscenici. Sulle sue condizioni fisiche posso dire che non ha problemi particolari al momento ed è a disposizione.

Studio per le correzioni da fare, siamo nel mese del mercato e verranno fatte valutazioni più precise. Quello che ci serve lo sappiamo, abbiamo le idee chiare e queste partite non serviranno per centrare le idee che sono già assodate. La fattibilità o meno di certe operazione dipenderà dalle possibilità del Bologna, che verranno considerate nelle sedi opportune.

Dzemaili è un giocatore che conosciamo tutti, sappiamo quello che ha fatto e quello che può fare, non so come si concluderà la cosa ma è pacifico che non ci sarebbe nessun problema se approdasse a Bologna nuovamente. Bisogna valutare le possibilità in uscita prima di valutare quelle in entrata, poiché condizionano le scelte successive.”

Sulla posizione attuale di classifica ed il campionato disputato fino ad ora: “Il Bologna non è il Napoli, o la Juve, o l’Inter. Io voglio arrivare ad essere un allenatore del Bologna che se la gioca alla pari con queste squadre, ma per ora il gap c’è ed è evidente.

Al di là delle grandi squadre che stanno lassù, con il resto delle formazioni del campionato me la posso giocare alla pari. Sento di potermi guadagnare tutte le posizioni che vengono dopo di loro, ma ciò dipenderà dalla voglia che ci metteremo, dall’intensità, dalla condizione, dalla serietà della vita personale fuori da queste mura per fare in modo che subito dietro alle big ci sia il Bologna”.

Sulla difesa un po’ troppo incerta nelle ultime gare: I due goal presi sono non sono tanto colpa della difesa quanto del collettivo, bisogna essere più partecipi verbalmente aiutando il compagno con un suggerimento senza disperdere troppe energie, siamo troppo zitti e bisogna saper usare la parola per stimolare il compagno e suggerire determinate cose. Indicare al compagno di uscire sull’uomo o dare un consiglio su una determinata situazione di gioco sono attenzioni che possono risparmiarti di subire un goal, o addirittura permetterti di farne uno.

Tutto è in funzione di ciò che accade, non ci sono problemi particolari, come non vi era un “problema portiere” non vi è neanche un “problema difensori”.

Torosidis ieri si è allenato dopo la sindrome influenzale che lo ha fortemente debilitato, voglio valutarlo bene oggi. Le alternative sono Krafth, Mbaye, e Keita. Keita non è ancora apparso in campo e spesso e volentieri quando un giovane viene proposto come titolare vi sono commenti del tipo “ma non ha mai giocato”. Ma se non ora, quando? In Nazionale mi si fece l’appunto “quel giocatore non ha esperienza”, ma come si può pretendere che ne facciano se non giocando? Bisogna in qualunque modo partire, e per partire bisogna essere presenti. Stamattina deciderò, vista la squalifica di Masina dovrà esserci un giocatore che mi dia certezza di riuscire a restare sul campo per tutti i novanta minuti senza dover essere sostituito prima, e come lui tutti gli altri dieci sul terreno di gioco”.

Sulle assenze per i granata nel match di domani: “Chiaro che quando una squadra ha giocatori di livello che possono dare una grande mano, è sempre difficile prevedere l’andamento della gara. Belotti l’anno scorso in fase realizzativa è stato molto positivo, ha portato in dote molti punti alla sua squadra grazie alle sue reti. Il fatto che Belotti e Ljajic ci siano o meno spetta a noi renderlo un vantaggio, chi li sostituirà dovrà metterci ancora più tigna dovendo mettersi in mostra, dovremo stare attenti a non prendere la situazione sottogamba”.

Sull’approccio alla gara ed il ritorno di Avenatti in gruppo: “Serve fare una partita di grande compattezza, obiettivamente il modulo è in secondo piano. La piena disponibilità offensiva fa si che si possa fare qualcosa di diverso a livello di formazione, ma diventa fondamentale l’atteggiamento. La cosa importante è che gli attaccanti siano sempre partecipi ed attenti in ogni fase di gioco, a partire da quella di non possesso per sfruttare al meglio le loro qualità. Serve una presenza costante in ogni fase, per poter recuperare anche eventuali errori dei centrocampisti o dei difensori. Quando uno deve arrangiarsi da solo vengono fuori pregi ma soprattutto i difetti, è fondamentale che il collettivo sia unito e disposto ad aiutarsi l’un l’altro.

 

Avenatti ad oggi non ha ancora fatto una partita neanche in allenamento con un minutaggio superiore ad una frazione di gioco. Si allena con grande entusiasmo, allenarsi con la squadra lo ha trasformato completamente. Felipe è un giocatore che non abbiamo per caratteristiche tecniche, voglio valutarlo bene per capire che mano ci possa dare nel prosieguo del campionato”.

Qui di seguito il video con la conferenza odierna in formato integrale

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