Bologna FC
EDITORIALE 1000CUORI: Ecco come giocherà il Bologna di Rossi – 05 mag
Coraggio. Si può riassumere con questa parola il matrimonio freschissimo tra il Bologna che non vuole rassegnarsi a perdere la promozione e quel Delio Rossi che per tornare in pista ha accettato una situazione piena di rischi. Già, perché dopo tanta sofferenza il popolo rossoblù si era rassegnato, la scorsa estate, a soffrire ancora con una squadra messa insieme con tanta fantasia e pochi liquidi, ma quando sono arrivati gli americani tutto è cambiato: del resto Joe Tacopina e Joey Saputo hanno puntato su Bologna e i bolognesi per molti motivi, tra cui il desiderio di avere un riscatto dopo anni di tribolazioni, di sofferenze, di stagioni che quando dicono bene sono anonime. A Diego López va dato atto di averci provato, ma quando il gioco si è fatto duro tutto quanto costruito tra ottobre e febbraio è crollato. Il campionato di B, dicono i saggi, comincia a marzo: è proprio qui che il Bologna si è ingolfato, non convincendo mai anche nella vittoria, producendo poco, esaltando i propri portieri e non vincendo mai uno straccio di scontro diretto. Troppo poco per andare in A, e dopo Frosinone anche la società ne ha dovuto prendere atto.
Coraggio, quello che comunque hanno mostrato Fenucci, Corvino e Saputo puntando su Delio Rossi a questo punto della stagione, tornando indietro sulla propria decisione di sostenere López e sapendolo ammettere. Adesso c’è solo una cosa da fare: chinare la testa, concentrarsi solo su se stessi e pedalare quanto più forte possibile, che i conti si faranno alla fine e se ti fermi a fare calcoli è finita. Una cosa però va detta, per onestà: il Bologna ha perso il secondo posto fin troppo tardi, avendo contato più volte – troppe volte – di risultati favorevoli dagli altri campi che in un certo qual modo mascheravano il suo rendimento singhiozzante. Prima o poi qualcuno avrebbe cominciato a viaggiare spedito, e purtroppo questo qualcuno non sono stati i rossoblù.
Come giocherà Delio Rossi? Molti giornali in edicola oggi ipotizzano un 3-5-2, ma appare assai probabile che un allenatore cresciuto a pane, zona e Zeman rinunci alla linea difensiva a 4 almeno inizialmente. A partita in corsa invece è avvenuto diverse volte anche quando allenava la Lazio, ed ecco perché i giocatori dovranno essere bravi sul campo a poter cambiare volto alla squadra con alcuni movimenti. Di partenza comunque sarà difesa a 4, mentre il resto potrebbe variare a seconda delle situazioni e degli uomini a disposizione: certo è che il 4-4-2, per esempio, appare altamente improbabile al momento vista l’assenza di uomini di fascia, di ali insomma. Recuperare uno tra Garics e Troianiello? Sembra assai improbabile a questo punto del campionato, e anche se fosse a sinistra ci sarebbero solo Masina e Morleo per due posti (terzino+ala), un po’ pochino quindi. A Salerno – e a volte anche alla Lazio – Rossi giocava il 4-3-3 appreso ai tempi di Foggia da Zeman, pur se in una versione meno estrema di quella del boemo: potrebbe essere una soluzione, ma mancando un ariete capace di giocare di sponda sembra una soluzione difficilmente praticabile, in quanto Cacia ha qualità diverse e Acquafresca manca della credibilità necessaria. La soluzione più probabile dunque, anche per via della composizione della rosa, è che si vada verso gli stessi moduli che utilizzava Diego López, magari utilizzati contemporaneamente, e cioè un 4-3-1-2 che possa diventare 3-4-1-2 con l’alzarsi di uno dei difensori esterni sulla linea di centrocampo e l’accentramento dell’opposto. Certo utilizzare lo stesso modulo di chi lo ha preceduto potrebbe significare troppo poco distacco dal Bologna deludente visto ultimamente, ma chi segue il calcio con attenzione sa che in un modulo tattico l’interpretazione è molto più importante dei numeri e che quindi più che quale vestito indosserà sarà bene vedere come il Bologna lo indosserà.
E siamo agli uomini. In porta Da Costa o Coppola? Quest’ultimo era un fedelissimo di López, ha giocato bene così come però il brasiliano che teoricamente rappresenta il futuro. L’impressione è che Da Costa sia leggermente favorito. In difesa se per quanto riguarda i centrali tutto pare deciso – Rossi è bravo a lavorare con i giovani come Oikonomou e Ferrari, ma in questo momento appare difficile rinunciare a Gastaldello e Maietta – sulle fasce tutto cambia. I favoriti? Masina a sinistra e Ceccarelli a destra, considerando che entrambi sono capaci di fare l’esterno basso, l’esterno alto e persino il centrale difensivo nel caso di cambiamenti in corsa. Attenzione però anche a Mbaye e Morleo: il primo forse attende solo un allenatore capace di lanciarlo ed ha fisico e piedi, il secondo è pur sempre il capitano e sarà difficile tenerlo in panchina. A centrocampo Matuzalèm in regia sembra una certezza, così come Krstičić e Casarini interni di centrocampo, entrambi pronti ad allargarsi o accentrarsi a seconda del movimento dei terzini. Trequartista? Difficilmente sarà Sansone, che serve davanti, ed ecco quindi che Laribi si giocherà il posto con Bessa: l’italo-tunisino ha fatto gol e assist, ma non sembra avere la visione di gioco in profondità che un regista offensivo deve avere, e questa è una cosa che Rossi valuterà anche perché nel Bologna di López se fermavi Karim fermavi l’intera squadra. In attacco infine ecco Sansone punto fermo, che partendo da lontano assisterà la punta e anche il trequartista nella ricerca della giocata spacca-difese: chi sarà il centravanti? Cacia appare favorito per una questione di curriculum e anche perché la concorrenza rappresentata da Mancosu e Acquafresca non è che susciti sogni proibiti.
Più di modulo e uomini, però, conterà parlare di mentalità. Conterà essere tutti uniti e non attendersi miracoli che nel calcio sono solo una favola: conta il lavoro, Delio Rossi lo sa, come sa che le partite a volte le perdi per dei dettagli ed è su questi che lavorerà sulla base di un’esperienza importante, che dice più di 600 panchine in carriera, oltre la metà in massima serie. Non è arrivato per caso il signor Rossi: Corvino e Fenucci conoscono le sue qualità, e tutti sanno che quando giocò i play-off li vinse. Quando la partita è secca, da dentro o fuori, conta che non tremino le gambe. Più che sul gioco e sulle gambe, dunque, si dovrà lavorare sulla testa di giocatori che avranno i loro difetti ma che devono essere consapevoli di una cosa: questo Bologna, in questa Serie B, ha le qualità necessarie per sconfiggere chiunque. Coraggio, Delio.
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