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Il Punto sul Bologna – Equilibrio sull’assurdo – 13 dic

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Oggi, voglio ragionare per assurdo, come si fa in matematica. Ed allora, cammin facendo, mi viene da pensare che il Bologna è nei limiti della zona retrocessione e che la sequela delle ultime quattro partite che abbiamo affrontato non ha portato i risultati che più o meno tutti si auspicava. È vero, manca ancora una partita ma si tratta di una partita “tosta” con un Pescara che ha bisogno di punti quanto Dracula deve suggere sangue per sopravvivere. A questo aggiungiamo che il nostro bomber designato, al momento è “poco” bomber ed il colpo di testa finito sopra la traversa difesa dall’Empoli rischia di avallare questo ragionamento. Infine, per il mercato di riparazione di gennaio non sono previsti stravolgimenti tali da cambiare radicalmente il trend rossoblu.

Dunque, mancherebbe solo l’orchestrina del Titanic a sancire le parole di questa lapide.

Eppure. Sì perché c’è comunque un “eppure” che dovrebbe essere valutato. Perché, per la prima volta mi sento al sicuro, protetto. Protetto da quel signore canadese sul quale ora piovono perplessità, se non sulla sua figura ma sulle scelte che il chairman ha sin qui palesato.

Ci siamo messi in allarme, ad esempio, per le parole riportare sul sito dei Montreal Impact dove si sostiene che a fine stagione Blerim Dzemaili si sposterà dal freddo umido bolognese al freddo secco canadese. Tanto è bastato per far salire la preoccupazione, in parte della tifoseria, di perdere uno dei giocatori che sin qui ha dimostrato tutto il suo valore. Certo, son preoccupato anch’io ma era una cosa che sapevamo tutti e che era stata detta a tutti, al momento dell’arrivo del centrocampista. E quando mister Donadoni ha affermato che ancora nulla è certo è semplicemente dovuto al fatto che voglia giustamente mantenere sulla corda il giocatore, facendogli evitare il rischio di mandare tutto in vacca in questo momento, tra l’altro delicato, della stagione.

Ma il momento delicato, a mio parere, non è dovuto alle scelte di Joey Saputo. È un calo, sì. Ed è un calo chiaro ed evidente. Ma siamo ancora ad un terzo del campionato, c’è ancora molta strada da fare. È ovvio, tuttavia, che questo percorso che ci resta da affrontare non potrà essere risolto come è avvenuto sin qui. La squadra è diventata scolastica e prevedibile. Le soluzioni offensive, come visto anche contro l’Empoli, sono sempre le stesse: ogni tanto arriva un cross dalla trequarti per cercare la testa di Destro e gli esterni, se non in forma come sembra che stia accadendo per Kreicj e data l’assenza di Verdi, non hanno più la forza che avevamo celebrato ad inizio campionato. Ma questo è e, purtroppo, al momento non si vedono alternative. Non credo, però, che siano problemi tattici: mister Donadoni è stato chiaro al termine della gara “il secondo tempo meglio del primo”. E nella seconda frazione di gioco, mantenendo più o meno lo stesso assetto tattico, il Bologna non ha fatto altro che accelerare ed aumentare l’intensità di “aggressione” alla porta avversaria. Questo ha creato qualche speranza in più ma senza ottenere nulla di sostanziale. Ed un punto con l’Empoli è poco. Come detto, Donadoni si è dovuto adeguare alla squadra scelta insieme a Bigon e sviluppata più che altro per un unico modulo: quel 4-3-3 che, senza i guizzi di fantasia di Simone Verdi, diventa appunto prevedibile. Ma il freno a mano tirato, più che alla qualità tattica, è dovuto ad una paura di sbagliare che si è acuita nelle ultime settimane. La squadra sembra percepire un disagio portato dalla paura. Paura di sbagliare. E la frase “Stappo lo champagne se ci salviamo” del nostro direttore sportivo, non ha certo diminuito l’intensità di questo terrore.

C’è una soluzione? Forse. E potrebbe essere un tocco di fantasia in più, nella scelta delle giocate da applicare. Meno scuola e più imprevedibilità. Ma, soprattutto, più serenità: ricordiamoci che al momento, i punti che ci distaccano dalla zona retrocessione sono gli stessi che ci separano dal Torino. Una squadra serena e divertita, è l’antidoto. Ma da subito, domani comincia ad essere tardi.

 

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