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Ravaglia: «Possiamo andare a caccia dell’Europa anche quest’anno, abbiamo fame»

Un estratto dell’intervista a Federico Ravaglia

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House of Cinni Federico Ravaglia in Roma-Bologna (© Damiano Fiorentini)
Federico Ravaglia (© Damiano Fiorentini)

C’è un ragazzo nel Bologna che veste rossoblù da quando aveva 12 anni, che ha sempre creduto nel suo sogno e ora lo sta portando in giro per l’Europa con la maglia che ha tatuata sulla pelle: Federico Ravaglia. Classe 1999, nato a Bologna con il sogno di emulare il papà tra i pali e sognando il mito di Gigi Buffon.

Il portiere rossoblù ha rilasciato un’intervista al Resto del Carlino in cui ha ripercorso la sua giovane carriera partendo da quella cameretta condivisa con il fratello gemello. Proprio il fratello – racconta Federico – appese in camera un poster con la scritta “This is Anfield”. In quello stadio iconico ci sono stati entrambi qualche settimana fa: Federico ha percorso il tunnel più iconico del calcio mondiale e il fratello Alessandro lo ha osservato fiero dalla tribuna dove sedeva anche il padre.

Federico non è però da meno, nella domenica di pausa dovuta alle nazionali ha infatti presenziato sulle tribune dello stadio Foresti, dove il fratello che gioca il Promozione girone C ha segnato il rigore decisivo nella gara tra Valsetta Lagaro e Trebbo.

Federico Ravaglia, la stagione dei sogni

Il portiere rossoblù, dopo tre prestiti da: due anni al Sudtirol, un anno a Gubbio (Lega Pro) e poi uno a Frosinone e un passaggio a Reggio Calabria (Serie B) ha ritrovato la sua Bologna nella stagione 22/23. La stagione da grande è arrivata però lo scorso anno, alle spalle di Skorupski ma con prestazioni di grande importanza per il percorso che ha portato il Bologna ai risultati conseguiti: «Al rigore parato a Politono ci penso spesso. Voglio mantenere quelle emozioni vive, impresse. Torno con la mente a Napoli, alla festa a Casteldebole e poi quella in Piazza Maggiore, con la mia famiglia e i miei amici in mezzo alla folla. E’ stato un sogno ad occhi aperti».  

I nuovi orizzonti e una magia che sembra spegnersi

«Non mi sento di dire che si sia spenta. Ci sono stati dei grossi cambiamenti, si, ma la base del gruppo è quella. Non vedo nessuna ragione per cui non si possa ripetere l’ultima stagione. Certamente ripetersi è sempre più difficile. Ci servirebbe una scintilla, magari anche un po’ di fortuna».  Un inizio di stagione difficile per i felsinei che in campionato hanno portato a casa solo 8 punti in 7 gare e anche in Champions c’è qualcosa da recriminare sul quel pareggio con lo Shakhtar che poteva essere vittoria. 

Il pareggio con il Parma, dopo un secondo tempo giocato quasi nella sua totalità con un uomo in più ha lasciato l’amaro in bocca anche prima della sosta, Fede non cerca alibi ma ha una spiegazione: «E’ il primo anno con questo doppio impegno. Non è una scusa, ma un po’ di stanchezza dopo Anfield l’abbiamo accusata. Potevamo avere qualche punto in più? Si. Per me, però è solo un momento facilmente risolvibile». 

Il cambio in panchina

L’impronta lasciata sul gruppo da Thiago Motta è stata forte ma Vincenzo Italiano ha voluto subito portare la sua filosofia di calcio a Casteldebole, inizialmente con i suoi problemi che pian piano si stanno risolvendo. Federico Ravaglia racconta l’arrivo dell’ex Fiorentina: «Dal primo giorno ci ha trasmesso la sua fame, ma sopratutto la grande emozione di guidare un club come il Bologna, di allenare noi. Ci ha fatto sentire importanti. Ma facendoci capire che si ripartiva da zero». 

Il portiere rossoblù è certo che il gruppo sia forte e non si pone limiti: «Possiamo andare a caccia dell’Europa anche quest’anno, abbiamo fame». 

L’attacco e l’assenza dei gol

In questa prima fase di stagione ai rossoblù è mancato tanto il gol, solo sette quelli messi a segno in Serie A. Si fa sentire sopratutto il mancato apporto dell’attaccante arrivato in estate: Thijs Dallinga. «E’ arrivato in un nuovo mondo, con tanta pressione addosso per via delle prestazioni di Joshua lo scorso anno. Io però ricordo Zirkzee a Parma e nel primo anno qui a Bologna. In allenamento pensavo che fosse un fenomeno, ma ci ha messo un anno per esplodere. Thijs ha bisogno di tempo: ha le qualità per fare 15 gol».  

In grossa difficoltà anche Riccardo Orsolini, su cui Italiano e Bologna tutta puntano tanto. Il numero 34 rossoblù ha la sua idea: «Tutti sappiamo che giocatore è Ricky, ogni anno ci si aspetta di più da lui. Credo che smaltita un po’ anche la delusione azzurra, rivedremo l’orso che conosciamo». 

Passato e futuro

Thiago Motta e il suo staff gli ha dato fiducia la scorsa stagione e ora il Bologna sa di avere due “numeri uno”. Lukasz è partito in grande spolvero e al momento ha giocato sempre lui in Champions League, mentre Fede ha già messo insieme due presenze in campionato e a Genova va per la terza. Dallo staff non sono stati imposti limiti e tutti vengono valutati come importantissimi: «So di poter trovare spazio viste le tante gare, voglio farmi trovare pronto. Poi chiaro che sogno l’esordio in Champions». 

Il passato non può non riportare alla figura di Mihajlovic, che su Ravaglia puntò ancor prima della stagione a Frosinone: «A Sinisa sono legatissimo. Mi fece debuttare in A. E’ stato forse il primo a credere in me. Ci tengo anche a citare Luca Bucci, il preparatore di allora. Mi ha aiutato tanto». 

Il sogno di Federico Ravaglia

«Il sogno è diventare il portiere titolare del Bologna. Ovviamente anche l’Italia è un sogno. Spero che sia il Bologna a permettermi di arrivare in nazionale, questo sarebbe il massimo della vita». 

Fonte: Gianmarco Marchini – Il Resto del Carlino

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