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Fenucci in Commissione al Senato: «Siamo in difficoltà. Servono interventi su stadi, legge sui diritti TV e controllo dei bilanci. Rischiamo Euro2032»

Le parole dell’AD rossoblù sui temi e le difficoltà del calcio italiano e come risolverli

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Claudio Fenucci, AD Bologna
Claudio Fenucci (© Bologna FC)

Claudio Fenucci, per la seconda volta in pochi mesi, è stato convocato in Senato per essere ascoltato sui temi principali che riguardano la riforma del calcio italiano. All’Amministratore Delegato del Bologna è riconosciuta una lunga esperienza e una approfondita conoscenza del tessuto del calcio nostrano. Esperienze e conoscenze nate da una lunga militanza nelle dirigenze di Serie A, come Lecce, Roma e appunto Bologna ormai da un decennio. Fenucci ha toccato diversi temi, tutti di stretta attualità sia in casa Bologna che, in generale, in Serie A.

Fenucci sulle difficoltà della Serie A

Fenucci individua nella sentenza Bosman del 1995, l’avvio delle difficoltà: «Sono partito da lì, perché in quel momento, alle difficoltà dell’industria di crescere, si sono inserite anche difficoltà peculiari che hanno portato le nostre società a fatturare di meno. Oggi – dice parlando della Serie A – fatturiamo la metà della Premier League. Siamo diventati una lega molto meno performante. E se si sottoperforma a livello economico lo si fa anche a livello sportivo».

Le infrastrutture

Uno dei grandi problemi del calcio italiano, e il Bologna lo sa bene, è la difficoltà ad avviare progetto per il miglioramento degli stadi. L’infrastruttura principale del calcio, l’impianto in cui ospitare i tifosi e dar luogo allo spettacolo “è fermo”. Fenucci spiega così la sua soluzione: «C’è una correlazione tra risultati economici e sportivi, ma per ottenerli è necessario investire costantemente. Il calcio italiano si trova in grande difficoltà perché in ritardo. I ritardi maggiori – dice l’AD rossoblù – sono negli stadi: abbiamo un’arretratezza insopportabile. Abbiamo gli stadi più vecchi e meno fruibili d’Europa. E non è mai stato preso un progetto complessivo. Non è un fatto solo economico, ma anche culturale».

Con queste difficoltà, sottolinea Fenucci, l’Italia rischia anche di non riuscire ad ospitare Euro2032, pur diviso a metà con la Turchia: «Abbiamo un ritardo accumulato notevole. Rischiamo anche Euro2032 se non agiamo rapidamente. Servono interventi sotto due profili: il primo sui processi autorizzativi, lunghi e complessi; il secondo è di natura finanziaria perché coi costi dei materiali alle stelle c’è una difficoltà nel reperimento dei fondi. É necessaria la partecipazione del pubblico».

Fenucci sui Diritti TV

Fenucci non si limita solamente a parlare dei classici problemi degli stadi. Ma apre un altro grande capitolo, la questione legata ai diritti TV. In Italia la vendita dei diritti TV del calcio è regolamentata dalla Legge Melandri, datata 2007: «La Legge Melandri è basata su un mercato dominato dalle TV satellitari. Oggi il mercato è cambiato. Le modalità di trasmissione sono completamente diverse. – evidenzia l’AD – Lo scorso anno gli event streaming hanno superato quelli delle trasmissioni via cavo. Noi abbiamo limitazioni che ci portano a difficoltà nella vendita anche all’estero. La MLS ha venduto i diritti ad un unico comprato Apple. Noi non possiamo. Basti pensare che siamo costretti a rinegoziare accordi ogni 3 anni per i diritti in USA».

Controllo sui bilanci

L’amministratore delegato del Bologna è poi intervenuto su un tema molto dibattuto: i bilanci dei club e il loro controllo. Fenucci ha parlato così: «È complesso identificare sistemi di controllo perché siamo legati a quelli della UEFA, che è andata a rilento nell’introduzione e per via della spinta dei grandi club che malvedono tali restrizioni. La nostra capacità di non essere sostenibili si riflette in un dato: nelle leghe USA gli stipendi pesano per il 45% dei ricavi. Per il sistema italiano pesano per il 65%».

Ricavi, costi e bilanci sono anche la base della competizione come la conosciamo oggi. E il dirigente sottolinea la necessità di rendere questa competizione più equa: «Noi possiamo fare qualcosa per rendere alcuni parametri delle licenze nazionali più rigidi. Chi crea debito e non si sa potrà ripagarlo, nel momento in cui utilizza risorse che non ha, altera la competizione. Non è solo un tema di solvibilità, ma di equità della competizione».

fonte: Il Resto del Carlino – Calciomercato.com

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