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FOCUS: Daniele Gastaldello, il nuovo pilastro difensivo del Bologna – 02 feb

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Difensore duttile e puntuale in marcatura, Daniele Gastaldello fa il suo esordio nel calcio quando minorenne gioca nel Padova precipitato in C2 e che tenta con successo una risalita. Comparsa nella stagione della promozione in C1, a 18 anni si ritaglia invece un notevole spazio nella squadra che giunge nona guidata da Pierluigi Frosio, che è quindi l’allenatore che lo lancia dopo che l’anno prima mister Franco Varrella lo ha scoperto in Primavera. Il tecnico del destino, per Gastaldello, è però l’attuale tecnico del Genoa Gian Piero Gasperini: nell’estate del 2002 infatti il promettente difensore viene acquistato dalla Juventus e schierato con la Primavera bianconera che vince il Torneo Giovanile di Viareggio nel marzo del 2003. In panchina siede proprio Gasperini, che la stagione successiva, passato al Crotone, chiede in prestito proprio Gastaldello, che nel frattempo è stato acquistato in comproprietà dal Cheivo Verona senza però mai esordire in sei mesi.

A Crotone Gastaldello diventa calciatore vero: 11 gare di campionato da fine gennaio, 3 ai play-off e una rete, questo il contributo che il giovane difensore da ad un Crotone che viene inaspettamente promosso in Serie B. Dove, è naturale, il prestito viene rinnovato: il Crotone si salva, in panchina Gasperini si alterna con Andrea Agostinelli, entrambi però non rinunciano mai a Gastaldello, che si rivela uno dei migliori difensori della B, gioca 35 gare e segna ben 3 gol. Prestazioni convincenti che gli valgono il passaggio al Siena in Serie A, che acquista la metà del cartellino di proprietà del Chievo e ne fa il perno della sua difesa. La squadra toscana non può contare su un grande attacco, ma fa del reparto arretrato il suo punto di forza e ottiene due tranquille salvezze. Gastaldello gioca bene e nell’estate del 2007 effettua il trasferimento in quella che sarà la sua squadra più importante, la Sampdoria: arrivato come rimpiazzo per la difesa, conquista quasi subito il posto da titolare, facendosi preferire al più esperto Sala.

Da allora ecco 7 stagioni in blucerchiato per Gastaldello, sempre titolare inamovibile. Conosce la gioia dei preliminari di Champions, l’amarezza della retrocessione l’anno dopo: vuole comunque rimanere, nonostante non sia tra i responsabili della caduta, coincisa proprio con un suo grave infortunio. Rimane in B, lotta con il coltello tra i denti, ai play-off agguantati per i capelli è decisivo con due reti pesanti. La Serie A è nuovamente la realtà in cui si muove la sua Sampdoria, di cui poi diventa anche capitano quando Angelo Palombo viene ceduto all’Inter. Amatissimo dalla curva, che ne apprezza serietà e abnegazione, ripaga con una professionalità incredibile e con prestazioni in cui le sbavature si contano, negli anni, sulle dita di una mano. Alto ma anche molto agile, si fa valere anche sotto porta, e nelle sette stagioni alla Sampdoria segna 14 reti grazie a sapienti incursioni aeree.

Giocatore molto versatile, si adatta anche nella difesa a tre e anche come esterno destro, ma il suo ruolo preferito è centrale in una linea a quattro. A Bologna arriva dopo una vita alla Sampdoria, dove appena ha perso la titolarità ha preferito lasciare: perché a 31 anni Gastaldello è ancora uno che non si accontenta, che vuole correre e giocare. A Bologna porterà esperienza, professionalità e voglia, oltre ad un’esperienza nelle gare che contano che potrà essere determinante per ritrovare la A.

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