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Focus tattico sulla Lazio di Marco Baroni: moduli e evoluzione

Il tecnico biancoceleste sta proseguendo in quel percorso di evoluzione e crescita della formazione laziale, che si presenterà al Dall’Ara in un momento in cui è impegnata in tante gare ma con un progetto tecnico più consolidato del girone di andata

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Marco Baroni parla post Lazio-Bologna
Marco Baroni (© SS Lazio)

Domani alle 15, il Bologna di Vincenzo Italiano ospita al Dall’Ara la Lazio di Marco Baroni. All’andata la sfida, con i biancocelesti già in grande crescita, venne condizionata dal grave errore di Pobega. E, al di là, del risultato la sfida fu tutt’altro che alla pari.

Un girone dopo il Bologna dell’andata è un lontano ricordo così come la Lazio è una squadra più consapevole. Ma anche più stanca. Ecco perché quella tra rossoblù e biancocelesti è una grande occasione per le due formazioni. Il quarto posto sia per il Bologna che per la Lazio è a un passo. Una vittoria di una delle due significherebbe mettere pressione sulla Juventus impegnata a Firenze. Ma come gioca la squadra di Baroni?

Modulo e atteggiamento della Lazio di Baroni

Fin dal primo giorno, mister Marco Baroni ha impostato nella sua Lazio un modo di giocare molto aggressivo e offensivo. La squadra biancoceleste cerca sempre di attaccare e aggredire in verticale la difesa avversaria, cercando costantemente di tagliare le linee di pressione. L’obiettivo della squadra capitolina è quella di eludere rapidamente le linee avversarie e attaccare velocemente la profondità o giungere rapidamente sugli esterni per evitare che questi possano essere raddoppiati. Quando, invece, la squadra ragiona col pallone tra i piedi e mantiene più a lungo il possesso giocando in orizzontale gli esterni a turno stringono per togliere punti di riferimento alla difesa avversaria.

Questo modo di interpretare la fase offensiva e la rosa a disposizione con tanti giocatori in grado di giocare puntando la rete avversaria ha suggerito a mister Baroni di giocare soprattutto col 4-3-3 o col 4-2-3-1. In particolare, il secondo modulo con l’arrivo di Boulaye Dia è diventato il modulo di riferimento. Il senegalese ex Salernitana viene sfruttato dietro Castellanos con compiti da esterno-seconda punta. Il suo apporto alla manovra è fondamentale perché è in grado di correre in verticale con e senza possesso della sfera. In questo modo Dia taglia le linee avversarie sia con percussioni palla al piede, sia andando ad attaccare la profondità o riempiendo l’area. Mister Baroni ha lavorato su di lui rendendolo un giocatore di sistema con gol nei piedi.

La crescita dei singoli dentro il collettivo

Gustav Tang Isaksen, attaccante della Lazio

Gustav Tang Isaksen, attaccante della Lazio (Fonte immagine: SS Lazio)

Il lavoro di Baroni è stato fondamentale nella crescita dei singoli, la sua Lazio infatti è cresciuta in maniera progressiva individualmente e di conseguenza collettivamente. Il suo lavoro sui singoli della squadra biancoceleste è stato tanto efficace quanto clamoroso. Il sistema della sua squadra è molto aggressivo e offensivo, ma grazie al lavoro svolto sulle letture di Guendouzi e Rovella, la squadra biancoceleste ha trovato grande equilibrio ed efficacia in avanti.

Altrettanto importante è stato il lavoro tecnico e tattico nella formazione biancoceleste proprio sugli attaccanti. Il lavoro operato sugli esterni Zaccagni e Isaksen, e sulle due punte Dia e Castellanos ha migliorato la loro scelta delle giocate, creando un ecosistema tattico funzionale ad attaccare gli spazi nel migliore dei modi e di conseguenza aumentandone l’efficacia in fase realizzativa.

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