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Football Knowledge #8: Dal Chiasso al Cagliari, 108 anni di derby rossoblù
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Primo Novembre 1914. Il poco più che neonato Bologna Football Club pareggia 2-2 in trasferta contro il Chiasso e ottiene un punto che mitiga appena la scoppola subita sette giorni prima ad opera del Milan (9-1). Un match come tanti se ne erano già giocati e, soprattutto, come tanti ancora se ne giocheranno, ma che, per un suo particolare, entra di diritto nella storia del sodalizio felsineo.
Il motivo del record, se così possiamo chiamarlo, non è da ricercare nell’avversaria di turno, ammessa al campionato italiano in via derogatoria dalla sezione FIGC regionale lombarda nonostante la sede societaria in Svizzera, e non si può nemmeno parlare di prima gara internazionale in casa BFC, in quanto la sfida, valida per la quinta giornata di campionato, si giocò sul campo sportivo di Mornello, piccola frazione del comune di Maslianico, nel comasco. Conditio sine qua non all’iscrizione del Chiasso ai ranghi federali, infatti, fu l’obbligo di dotarsi di un terreno di gioco sul suolo italiano.
E allora, vi chiederete, qual è la peculiarità di quel Chiasso – Bologna? Per la prima volta nella sua breve storia, il Bologna Football Club 1909, rossoblù sin dagli albori, incontra una squadra con i medesimi colori sociali.
Mai, fino a quel momento, la società allora presieduta da Rodolfo Minelli aveva affrontato un’avversaria con la medesima tinta. Non siamo in grado di determinare di che colore fu la divisa indossata dal Bologna quel giorno, ma quella partita segnò, di fatto, la necessità di dotarsi di una muta di riserva. Vedremo, negli anni successivi, l’alternanza della maglia di casa con altre di colore bianco, verde, giallo fluo (argh!), una ricorrenza necessaria ogni qualvolta la cromatura della contendente sul campo è simile, se non uguale.
È proprio sul concetto di uguaglianza che abbiamo ritenuto opportuno soffermarci questa settimana, in vista della partita contro il Cagliari. Se giocare tra le mura amiche tutela, a rigor di logica, il rossoblù a contatto con la pelle di Verdi e compagni, lo stesso non si può dire per gli isolani, che dovrebbero rifarsi tra 19 gare. E a quel punto, a meno di novità in corso d’anno, vedremo i felsinei scendere in campo con la divisa bianca con banda trasversale rossoblu o in grigio fumo.
Complessivamente, il problema della doppia casacca rossoblù si è manifestato, tra serie A e B, ben 114 volte nel cammino del Bologna, affrontando ben 11 avversarie dai medesimi colori sociali. E nel computo generale che analizzeremo, non è stato considerato il Catania, dirimpettaio dei bolognesi per venti campionati e caratterizzato da un più tenue rossoazzurro, e la Fiumana, storica squadra italiana della città del Quarnaro che nell’unico precedente col Bologna, datato 1929, giocò con maglia rossa e pantaloncini blu, ma che tra i colori societari vantava anche il giallo. Nessun’antagonista red & blue, invece, nelle due stagioni nelle quali la società scese negli inferi della C1.
Curiosamente, l’esatta metà degli scontri in oggetto ha visto di fronte ai nostri il Genoa, rivale per ben 57 stagioni, dal girone delle semifinali nazionali del campionato 1920/21 alla recente vittoria di Marassi firmata Rodrigo Palacio. E se oggi ambo le squadre ambiscono ad un piazzamento di metà classifica, più volte in passato la sfida è stata decisiva per le posizioni di vertice: su tutte, le cinque gare di spareggio giocate nel 1925 e che riconducono al cosiddetto Scudetto delle Pistole (Clicca qui per approfondimenti).
Al secondo posto, c’è la rivale di questa settimana: il Cagliari si affacciò per la prima volta al massimo campionato nel 1965, e da allora la sua strada ha incrociato quella del Bologna ben 31 volte, tre delle quali nella serie cadetta nel periodo 1984/87. E sul gradino più basso di un idealistico podio, la recente e scottante sconfitta interna contro il Crotone ha fatto sì che i pitagorici raggiungessero a quota 5 campionati due club riconducibili al periodo più nero della storia del calcio bolognese, dalla stagione 1982/83 al 1995/96, contrassegnato da molteplici saliscendi tra A e B con due picchiate in C1: trattasi della Sambenedettese e del Taranto, entrambe incontrate nel secondo gradino della piramide calcistica italiana. E a seguire, un altro paio di sodalizi incontrati negli anni bui: il Campobasso, incrociato in quattro campionati a metà anni ’80, e il Cosenza, diretta rivale in tre occasioni tra il 1991 e il 1996. Chiudono la classifica la Casertana (unico precedente in Serie B 1991/92) e due ulteriori club incontrati nel periodo antecedente la formazione della Serie A a girone unico (1929/30): i milanesi dell’Enotria (stagione 1919/20) e la Fortitudo Pro Roma (1926/27). Oltre, ovviamente, al già citato Chiasso.
PRIMA PUNTATA: I nomi degli stadi
SECONDA PUNTATA: Mamma ho perso l’aereo
TERZA PUNTATA: I cento marcatori italiani in Champions League
QUARTA PUNTATA: Questions & Answers, risposte alle domande dei tifosi rossoblu
QUINTA PUNTATA: La numerologia nel calcio, Parte 1 e Parte 2
SESTA PUNTATA: Il Calcio Oltre La Frontiera
SETTIMA PUNTATA: BolognAzzurra
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