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Forcing – Gianni Di Marzio: “Mai avuto dubbi su Mihajlovic, ora il Bologna deve alzare l’asticella”

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In occasione dell’evento “I giovani e i valori dello sport” organizzato dal Rotary Club a Portogruaro (VE), nel quale il principale conduttore – Gianni Di Marzio – ha raccontato gli aneddoti sui talenti giovanissimi che non è riuscito a portare in Italia, Maradona e Cristiano Ronaldo, abbiamo chiesto proprio all’ex allenatore, amico di Mihajlovic, le sue impressioni sia sul match tra Lazio e Bologna, sia sul tecnico serbo.

Le vorrei chiedere, innanzitutto, come si avvicinano le due squadre al match: da una parte, il Bologna, che sta facendo un grandissimo girone di ritorno; dall’altra, la Lazio che ha appena vinto la Coppa Italia.
“Io direi più che sta facendo bene nel girone di ritorno, sta facendo bene con l’arrivo di Mihajlovic, che ha dato un altro valore alla squadra sotto l’aspetto tattico e psicologico, perché le ha trasmesso parte del suo carattere. Le squadre sono sempre, comunque, l’espressione del tecnico: quindi una squadra che lotta, che in quel momento doveva lottare e deve ancora lottare fino all’ultima di campionato per salvarsi.
Ha rispolverato qualche giocatore che aveva le polveri bagnate, come Orsolini o Destro, mettendo la squadra in carreggiata. È chiaro che adesso, con la Lazio, diventa una partita – diciamo – decisiva, non solo per il Bologna, ma anche per la Lazio che deve confermare quanto di buono ha fatto nella finale di Coppa Italia, che ha vinto anche meritatamente a prescindere da quei discorsi del rigore che non è stato visto”

La Lazio di Inzaghi è stata un po’ altalenante nel corso della stagione, tant’è che è fuori dalla corsa alla Champions League. Dove può arrecarle danno Mihajlovic?
“Sì, può colpirla perché la Lazio è stata incostante, però questo Inzaghi è un predestinato come allenatore perché è bravo. Qualche volta è stato un po’ più ‘utilitaristico’, ha calcolato più sul risultato che non sul bel gioco, il suo marchio di fabbrica. Adesso, per esempio, nella gara di campionato con l’Atalanta, non è che abbiano fatto una gran partita, a prescindere che Wallace ha fatto danni in continuazione: è stato disastro, oltre a fare l’autorete, ma proprio ha lasciato dei varchi incredibili dove l’Atalanta li ha colpiti e puniti.
Nella finale, la Lazio ha fatto una partita diversa, a parte che Inzaghi ha fatto delle mosse azzecatissime: prima fa giocare Luiz Felipe dietro al posto di Wallace, poi perché ha cambiato Immobile al momento opportuno e grazie a due episodi di due grandi giocatori, ovvero il serbo con un gran colpo di testa e Correa ‘alla Maradona’.

Quali sono stati i suoi pensieri quando Sinisa è arrivato a Bologna?
“Io non ho mai avuto dubbi, a prescindere che sono molto amico di Sinisa, lo stimo proprio come uomo e come tecnico. Uno dovrebbe conoscerlo per sapere il valore umano del personaggio: tecnicamente è uno che vede molto bene, dà l’impressione di essere solo un motivatore, ma non è vero affatto. Lui, invece, di calcio ne capisce eccome ed è un grandissimo competente”

Adesso c’è un argomento caldo a Bologna riguardo a Mihajlovic. Sfrutto la sua amicizia per chiederle se, secondo lei, rimarrà o se andrà.
“Mihajlovic è molto ambizioso. Se la società alza l’asticella dei valori sul mercato, allora credo che rimanga; altrimenti farà delle considerazioni anche dal punto di vista del mercato. Lui si è riproposto immediatamente, quindi credo avrà anche molte proposte allettanti. Conoscendolo, però, lui anche sul piano affettivo si lega molto alla città dove gli vogliono bene, sa di rendere al massimo perché ha l’ambiente a favore”

Come si è comportata la dirigenza nell’arco dell’anno? Siamo partiti dall’episodio delle croci a Casteldebole e siamo arrivati a ora, dove la situazione sembra essersi affievolita grazie ai risultati.
“Sa, devo dire che Bologna è una città che merita molto di più perché merita di lottare almeno per l’Europa. Non possono farlo solo l’Atalanta o lo stesso Sassuolo. Potevano fare molto di più, potevano iniziare un buon campionato come lo stanno finendo, con delle componenti tecniche diverse, sia di giocatori che di allenatore: se la squadra è venuta fuori nella seconda fase, vuol dire che con Mihajlovic poteva venre fuori anche all’inizio, per dire. Ora, come dicevo prima, l’importante è alzare l’asticella dei valori e il Bologna, per le sue tradizioni, deve lottare per l’Europa, non con la preoccupazione di retrocedere. Sarebbe stato veramente un peccato mortale”

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