Bologna FC
Forcing – Nosotti: “De Zerbi, investimenti e coraggio: questo è il Sassuolo” – Prima parte
Abbiamo intervistato Marco Nosotti, giornalista di Sky Sport spesso inviato a bordocampo nelle partite casalinghe del Sassuolo.
Dividiamo la conversazione in due parti, iniziando con una panoramica sui prossimi avversari del Bologna, incuriositi anche dal metodo De Zerbi. Con grandissima disponibilità e spiccato senso tattico, ci ha risposto così.
Partiamo da una domanda tanto banale quanto scontata. Come si avvicinano le due squadre all’incontro?
Nel senso, il Bologna è quartultimo con l’entusiasmo della rimonta sul Torino; il Sassuolo è più avanti, seppur non vinca da tre giornate, nelle quali ha affrontato però Milan, Napoli e Samp.
Il Sassuolo, invece, arriva da un pareggio di grande qualità contro una squadra che sa giocare a pallone. Recupereranno Rogerio, quindi avranno l’opportunità di scegliere se schierare la difesa a tre o a quattro, e hanno dalla loro parte numeri non indifferenti: una delle prime percentuali di realizzazione e la più alta di quella delle azioni create. Questo vuol dire tanto, perché è una squadra che crea, che ha giocate e ha qualità di giocatori. De Zerbi ha preteso – per il ritiro estivo – certi giocatori congeniali al suo gioco, quindi, anche se arriva al match con un punto in tre partite, ha delle sicurezze dalla sua parte”
Sfrutto l’assist che mi servi per parlare di De Zerbi: l’anno scorso, a Benevento, riusciva a offrire un buon gioco; quest’anno si sta confermando. Tu che lo vedi da vicino, ce lo puoi descrivere?
“Si sta confermando, perché è un allenatore che mette subito le mani nelle sue squadre, e si vede. Lui ha preteso (e ottenuto) investimenti importanti per le pedine. Gioca sempre, e non ci rinuncerà mai, a partire da dietro, puntando soprattutto sugli spazi da occupare. Cerca di attaccare tra le linee, e questo permette di ottenere una certa versatilità: che tu giochi a tre o a quattro comunque sei pronto a farlo. C’è coraggio, perché nonostante certi errori, De Zerbi se le prende queste responsabilità. In questo modo, i giocatori si sentono sicuri, sanno cosa fare e, in caso di errore – com’è successo con Locatelli a Napoli – esige che non si rinunci. Devo dire che è interessante perché è successo anche che Pep (Guardiola, ndr) gli abbia fatto elogi. Allenatori come De Zerbi o Giampaolo, che giocano palla a terra e con movimenti collaudati, non a caso arrivano ad avere le statistiche di cui si parlava prima”
Ce l’avrà un minimo di punto debole, a parte gli errori individuali…
“Il Sassuolo è una squadra che gioca bene a calcio perché ha qualità nei giocatori. Forse deve sistemare qualcosa in fase difensiva, ma spesso i gol presi sono frutto di errori individuali, non d’impostazione. Questo è sicuramente un problemino da aggiustare, ma dall’altra parte c’è da dire che contro la Samp non hanno preso gol e, dunque, sono sulla buona strada”
La buona strada l’hanno intrapresa lui e Inzaghi, in estate. Poteva andare diversamente?
“So che De Zerbi è stato vicino alla panchina del Bologna, come Inzaghi lo fu vicino a quella del Sassuolo. E non ultimamente: quando Squinzi esonerò Di Francesco, piaceva l’idea di iniziare l’avventura con Pippo. Alla fine, quest’ultimo andò alle giovanili del Milan, mentre a Sassuolo arrivò Malesani.
Comunque De Zerbi è un allenatore da futuro, solo che magari gli manca la spinta della piazza: a Bologna l’avrebbe trovata calda e competente”
Il paragone potrebbe sembrare azzardato, ma De Zerbi può aver colmato il gap che hanno lasciato Politano e Acerbi?
“Sì, anche se De Zerbi segue la nuova filosofia della società: bravi e non solo italiani, anzi, che però alzano la qualità. Con Roberto si è aperto un nuovo corso, anche perché a Sassuolo hai tutto: strutture, possibilità di lavorare e possibilità di sbagliare, che per i giovani va benissimo. Credo che per un allenatore così vada bene, soprattutto perché è lui ad averla voluta così”
Il Sassuolo ha, quindi, fatto un progetto a lungo termine…
“Il Sassuolo ha fatto investimenti importanti: Bourabia è un signor giocatore e l’ha preso a 2,5 milioni di euro. Questo giocatore ha qualità, gamba per gli inserimenti e vince i duelli fisici. Tu già adesso puoi venderlo a più del doppio. Magnanelli quest’anno soffre meno i postumi del suo infortunio al ginocchio ed è un signor giocatore con un’esperienza incredibile.
Poi c’è il capitolo Boateng: lui è il valore aggiunto, in tutti i sensi. Sia nella forza che ha nello spogliatoio che nella personalità. Prince si fa sentire in campo. Allo stesso tempo, puoi cambiare il tridente e non sentire la differenza, siccome sono attaccati ai principi e non agli schemi. Loro si mettono dove la palla può arrivare e i giocatori passano la palla ai propri compagni: è utile, non una stupidaggine. Sanno dove sono loro stessi e gli altri”
Infatti, De Zerbi ha detto che preferisce gestire gli uomini negli spazi in campo piuttosto che nei moduli, che alla fine sono relativi. Li vedi al calcio d’inizio, quando la squadra si dispone, e poi i giocatori vanno dove possono creare gioco.
“Io ho visto un po’ di allenamenti e lui mostra una didattica che permette un apprendimento veloce. Poi oh, basta un niente e sbagli la scelta. L’intelligenza di De Zerbi nasce dal fatto che è lui a fare la formazione in base alle caratteristiche del giocatore, e non viceversa. Vogliono strappare la profondità? Ecco il falso nueve, così puoi attaccare la profondità in direzione verticale. Curiosamente, fuori casa con una squadra che ha una prima punta, dispone la difesa a quattro: i due centrali stanno sulla punta e l’eventuale trequartista viene preso dal regista, in modo tale da lasciare i terzini liberi di spingere. Con il recupero di Rogerio e Lirola, io credo possa tornare a quattro.”
Quest’estate è avvenuto l’improvviso scambio con Di Francesco, siccome sappiamo che Inzaghi predilige un buon pacchetto di attaccanti. Federico com’è arrivato a Sassuolo? Come si sta comportando con De Zerbi?
“Di Francesco mi piace, mi è sempre piaciuto e sta crescendo tanto perché ha capacità di saltare l’uomo e ti dà ampiezza nel 3-4-3. Ecco, qui sta aumentando le sue qualità: l’anno scorso non riusciva a esprimersi così con Donadoni, quando gli chiedeva di farsi tutta la fascia. Stiamo andando verso un calcio che non ha ruoli precisi e, specialmente nel caso di De Zerbi, ci si concentra di più sull’occupazione dello spazio e della zona. Quindi, non necessariamente devi essere terzino di fascia per stare dieci metri indietro. Di Francesco si sta evolvendo nel conoscere tutto il lato sinistro, specialmente nella difesa a tre, e sta trovando i tempi per innescare nel momento l’attacco degli spazi (che di suo sa fare benissimo).
C’è un’azione molto bella e significativa della coppia De Zerbi-Di Francesco: Federico parte basso, aspetta il tempo per attaccare la profondità e mandare fuori posizione Bereszyński, e portare alla conclusione di Berardi. Ecco, sta abbinando nuove conoscenze con nuovo modulo di gioco”
Alle 18 ci sarà la seconda parte dell’intervista, dove Nosotti si concentrerà solamente sulla situazione in casa rossoblù.
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