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Forever Rossoblù

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Il grande ex di Cagliari-Bologna è oggi dall’altra parte del mondo, precisamente nel suo Uruguay, dove allena (con successo) il Penarol: si parla ovviamente di Diego Lopez, ex giocatore dei sardi e poi allenatore di entrambe le rossoblù. Che questa sera si sfideranno alla Sardegna Arena, trovando come punto di contatto il mister nativo di Montevideo.

Difensore Sì, Diego Lopez è nato e cresciuto nella capitale uruguagia, dove ha tirato i primi calci a un pallone: con la squadra meno famosa della capitale, l’altro River Plate (Buenos Aires e Montevideo sono divise proprio dal Rio de la Plata). A vent’anni l’approdo in Europa, nel Racing Santander. Due stagioni in Primera Division, poi l’arrivo nell’estate del ’98 a Cagliari, con Gian Piero Ventura in panchina. Ma l’inizio non sarà facile, col giovane Diego più in tribuna che in campo. La melodia cambia con la discesa dei sardi in B: qui Lopez si fa le ossa, diventando uno dei senatori della squadra. E dopo tre tentativi andati vuoto, nel 2003-2004 (con Reja panchina) il ritorno in massima serie diventerà realtà. Nelle successive sei stagioni, l’uruguagio sarà titolarissimo di una squadra capace di stare stabilmente nel massimo campionato. Diventerà il quinto giocatore della storia rossoblù per presenze (314). Nel 2010, a 36 anni, lascia dopo un decennio la Sardegna.

Da un rossoblù all’altro L’addio al Cagliari durerà un solo anno: nel 2011 ci torna infatti da aspirante allenatore. Prima dei Giovanissimi, poi della Primavera. Nel 2012 è infine vice di Ivo Pulga, subentrato al posto di Ficcadenti. Dopo un ottimo finale di campionato, Cellino decide di promuoverlo a capo allenatore per la stagione successiva. Il 7 aprile viene esonerato nonostante un buon margine di punti sulla terz’ultima. Nell’estate successiva rescinde il contratto con gli isolani, ma c’è un altro rossoblù che lo aspetta: quello del Bologna. Appena retrocesso in B, e ansioso di tornare subito in massima serie. Il mercato estivo, nonostante i problemi societari, è buono: Coppola, Matuzalem e Cacia valgono da soli un biglietto per i primi posti. Ma l’inizio è difficile: sconfitta in Coppa Italia con l’Aquila, ko alla prima col Perugia e pareggio casalingo con l’Entella. Il pubblico mugugna, lamentando una certa inesperienza dell’allenatore. Pronto però a rialzarsi: ad ottobre, i rossoblù sono già nei primi posti. E intanto arriva Joey Saputo, con ds Corvino ed un super mercato di gennaio. Il Bologna non gioca bene, ma si mantiene tra le prime. I tanti 0-0 casalinghi però turbano l’equilibrio. A Frosinone, a maggio, c’è la partita da dentro o fuori: vincono i ciociari 2-1, rossoblù condannati ai playoff. Diego saluta. Lo sostituirà Delio Rossi, che grazie anche all’aiuto dei pali compirà la missione. Ma di quella promozione, pur non avendola potuta festeggiare, Diego avrà nonostante tutto diversi meriti.

Oggi Dopo una breve parentesi al Palermo, durata un battito di ciglia, Diego torna all’amore originario, quello di Cagliari. All’ottava giornata del campionato ’17-’18 prende il posto di Massimo Rastelli: pur con alti e bassi, porterà i sardi alla salvezza. Ma a fine stagione le strade di Lopez e del club isolano torneranno a dividersi. La società fa altre scelte, ma il tecnico non rimarrà disoccupato per tanto: a giugno lo chiama il Penarol, che lo fa tornare nella sua Montevideo. Nella Juve d’Uruguay, il tecnico regala al tifo giallonero il quarantanovesimo titolo. Con lui Michele Fini, fedelissimo vice già dai tempi di Bologna. Una bella rivincita per il tecnico, tuttora sulla panchina del Penarol. Con la sua partita a chilometri di distanza, quella tra rossoblù. L’uno di una vita (il Cagliari) e l’altro, quella bolognese, fuggevole e breve in termini di tempo. Ma non per questo, poco significativo.

 

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