Bologna FC
Gazzetta dello Sport – Wisdom Amey: “Io, baby da record. Grazie a Mihajlović conquisto Bologna”
Adora Michael Jackson e sa ballare la “Moon Walk”; in passato ha fatto anche il chirichetto. Il primo bambino sulla Luna, Wisdom Amey, il più giovane esordiente in Serie A a 15 anni e 274 giorni. Da quel giorno il baby rossoblù è nella storia del nostro calcio, ma sempre con tanta sobrietà. “Il bambino sulla Luna è l’inizio, devo essere più costante”.
Sul suo debutto: “Mihajlovic mi aveva già detto che avrebbe fatto esordire me e altri giovani; nel giorno della partita non mi dice nulla, a un certo punto mi fa scaldare. Io mi sentivo incasinato, ero agitato. All’88’ esce Tomiyasu ed entro io: “Gioca come sai giocare”, mi disse Sinisa. Peccato aver perso 2-0. La maglia dell’esordio è conservata in un cassetto. A volte la guardo: è sempre bella. Al rientro negli spogliatoi i compagni mi hanno fatto tanti complimenti. Mihajlovic mi chiese se avessi avuto paura, gli risposi di no. Mi arrivarono messaggi anche da gente che conoscevo e da mio fratello, il suo messaggio mi ha riempito di gioia. Il giorno dopo andai a scuola, come un ragazzo normale”.
Si parla poi della sua famiglia. “Sono cresciuto a Bassano del Grappa da mamma di origini nigeriane e papà di origini tongolesi. Dopo l’esordio si sono complimentati con me, ma sempre con sobrietà. Siamo cinque fratelli in casa, io sono il più piccolo: Edem gioca a calcio, gli altri lavorano. In Africa ci sono stato una volta quando ero piccolo, visitai due o tre Stati”.
Sui suoi 16 anni: “Come regalo vorrei che la famiglia stia sempre bene”.
Si passa al campo: “Nell’Under 17 facevo il centrale, ora Mihajlovic vuole insegnarmi a stare sulla destra”.
Per quanto riguarda la vita privata: “Sono cristiano, prima andavo sempre a messa, ora ci riesco poco. Uso poco i social, solo Instagram. Sono single”.
“In cosa sono più adulto rispetto alla mia giovane età? Nel comportamento, sto dentro le righe. Conosco i miei limiti. Educazione e rispetto: questo mi hanno insegnato i miei genitori. Quando sono arrivato qui ho subito capito il valore delle parole, qui mi trovo benissimo e il sogno è arrivare il più in alto possibile. Come si fa a sbarcare sulla Luna? I sogni esistono, bisogna continuare a spingere. Sempre”.
Fonte: Matteo Dalla Vite – Gazzetta dello Sport
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