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L’Italia ci prova, ma possesso, precisione e mentalità premiano i tedeschi
La Germania domina per un’ora, poi l’Italia si accende e prova a mettere paura. Ma la rimonta non basta… ecco cosa raccontano i numeri.

Un pareggio sorprendente, con un’eliminazione amara. L’Italia esce dalla Nations League ai quarti di finale dopo il doppio confronto con la Germania, pagando il 2-1 subito all’andata e non riuscendo ad andare oltre il 3-3 nel match di ritorno. Se la prima sfida aveva mostrato una squadra azzurra combattiva ma sprecona, la gara di ritorno ha regalato un’ultima fiammata d’orgoglio prima del saluto definitivo.
Un’Italia a due facce: tra sofferenza e reazione
Nella sfida di ritorno l’Italia si è trovata subito in difficoltà. La Germania, forte del vantaggio dell’andata, ha imposto un ritmo alto e ha trovato il gol già al 30’ con Kimmich su rigore. Poi, prima dell’intervallo, i tedeschi hanno colpito altre due volte con Musiala e Kleindienst, chiudendo il primo tempo con un netto 3-0.
Le statistiche parlano chiaro: la Germania ha dominato il possesso palla (57% contro il 43% dell’Italia) e ha calciato 8 volte in porta, mettendo a dura prova la difesa azzurra. La squadra di Spalletti, invece, ha faticato a trovare soluzioni offensive nella prima frazione, con soli 3 tiri nello specchio e appena 6 tocchi in area avversaria.
Eppure, nel secondo tempo è emersa un’Italia diversa, più aggressiva e determinata. Moise Kean ha suonato la carica accorciando le distanze al 49’ e poi ancora al 69’, riportando gli Azzurri a un solo gol dalla rimonta. Nei minuti finali, l’assalto italiano ha portato al rigore trasformato da Raspadori al 95’, ma non è bastato per ribaltare il verdetto.
Germania vs Italia, tra andata e ritorno: crescita o illusione?
Se confrontiamo i due match, emerge un’Italia che ha saputo migliorare la propria incisività offensiva nel ritorno. Se all’andata gli Azzurri avevano tirato 6 volte in porta e creato una sola grande occasione, al ritorno hanno segnato 3 gol su 9 tiri totali, dimostrando più concretezza sotto porta.
Tuttavia, la difesa ha sofferto troppo. La Germania ha collezionato 31 tocchi in area contro i 16 dell’Italia, sfruttando la maggiore precisione nei passaggi (490 completati contro i 345 degli Azzurri). Inoltre, il centrocampo tedesco ha imposto il suo dominio con un numero superiore di passaggi in zona offensiva (58 contro i 40 dell’Italia), costringendo gli uomini di Spalletti a rincorrere per larghi tratti della gara.
Dal punto di vista difensivo, gli Azzurri hanno mostrato più intensità rispetto all’andata, vincendo il 65% dei contrasti e recuperando 38 palloni, ma le disattenzioni individuali sono costate care. Due errori hanno portato ai gol tedeschi, un dato che sottolinea la necessità di maggiore lucidità nei momenti clou della partita.
Cosa resta di questa Nations League?
Nonostante l’eliminazione, la reazione nel secondo tempo del match di ritorno lascia uno spiraglio di ottimismo. Spalletti ha visto una squadra capace di rialzarsi, ma ancora troppo vulnerabile nei momenti cruciali.
La Germania ha dimostrato di essere più solida e concreta, sfruttando meglio le occasioni create e imponendo il proprio gioco con un pressing costante. L’Italia, invece, dovrà ripartire da quanto di buono si è visto nella ripresa del ritorno. L’avventura in Nations League si chiude qui, ma il percorso di crescita continua. Servirà tempo, ma questa Italia deve dimostrare di aver ancora voglia di lottare.
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