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Giuseppe Gazzoni Frascara, la memoria del cuore

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E’ sempre difficile accettare, rendersi conto che una persona cara non c’è più. Aprire l’album dei ricordi può rivelarsi una missione pericolosa, frustrante ma anche coraggiosa, perché rivivere determinati momenti, a distanza di tempo, non è mai facile. L’eredità che Giuseppe Gazzoni Frascara ha lasciato a Bologna e al Bologna è immensa. A un anno esatto dalla sua scomparsa, il suo ricordo è ancora limpido, puro nelle menti dei tifosi rossoblù ma non solo: il presidente Gazzoni è stato il presidente con la P maiuscola. Un padre, più che un semplice dirigente. Suo figlio Tommaso, in un’intervista di qualche tempo fa, mi disse che “fu la stella cometa del Bologna”. Impossibile dargli torto. Essere a capo di una società calcistica non è cosa banale e può diventare importante, Gazzoni ha fatto diventare tutto ciò speciale. 

Correva l’anno 1993. Il Bologna non navigava in acque calme: Gazzoni si avvicinò alla presidenza del club felsineo nel 1985, quando sulle maglie della squadra iniziò a comparire il marchio “Idrolitina”. Non fu quello, però, l’anno giusto. Spesso affrettare le cose rischia di rovinare tutto, ecco che otto anni più tardi si crearono le giuste condizioni per l’acquisizione, da parte di Gazzoni e altri imprenditori, del Bologna Football Club 1909.  Una seconda giovinezza per il club rossoblù, che da quel momento in poi ebbe a capo un grande uomo. Il suo primo anno alla presidenza non andò bene, complice lo scetticismo della piazza e alcuni tasselli che non erano esattamente al posto giusto. Dal secondo anno le cose iniziarono a cambiare. Una doppia promozione e il salto in Serie A, per una missione che fu portata al termine nel migliore dei modi. 

Con il passare del tempo Gazzoni prese sempre più a cuore il suo Bologna. E non è giusto dire “com’è giusto che sia”, perché non tutti i presidenti sono riusciti a creare quel connubio con la propria squadra. Per alcuni, come tutt’ora accade, acquisire una società calcistica è un obiettivo puramente economico. Per Gazzoni no. Forse perché è stato un signore come non se ne vedono molti in giro, forse perché aveva un animo puro. A Bologna si creò qualcosa di speciale. Il calcio è fatto di emozioni, e spesso un acquisto di un calciatore vale quanto un regalo di Natale per un bambino. Gazzoni ne fece tre più importanti di altri: Baggio, Signori, Pagliuca. Tante stelle che potevano brillare al posto giusto.  Giuseppe Gazzoni Frascara ha dato tanto al Bologna e il Bologna gli ha restituito tanto. La vittoria della Coppa Intertoto e una semifinale di Coppa UEFA. 

E’ stato un presidente che ha speso sempre tanto, tutto per il bene della propria squadra. Il calcio, però, gli ha tolto anche tanto. Calciopoli non lo ha mai dimenticato, ha sofferto tanto ed è stato risucchiato da un vortice di corruzione, presunzione e disonestà. Tutto ciò che non gli apparteneva. 

Ha avuto un rapporto particolare con i calciatori ma anche con i tifosi: spesso, per delle trasferte, affittava un elicottero privato. Al momento dell’atterraggio era solito vedere tifosi, soprattutto tassisti, che gli organizzavano una piccola festa. Un omaggio. Quelli che non ha mai chiesto, ma che facevano capire che quella gente gli era vicina in modo spontaneo. Si emozionava, non lo faceva vedere ma un filo di commozione penetrava il suo sguardo. 

E’ difficile accettare una perdita così importante, anche a distanza di tempo. Giuseppe Gazzoni Frascara e il Bologna: un connubio che non si potrà mai spezzare. A distanza di un anno dalla sua scomparsa merita di essere ricordato, e la sua memoria di essere custodita attraverso un album dei ricordi che ognuno di noi ha e può immaginare. Per rivivere l’immagine di un signore come non ce ne sono più, e di cui forse avremmo ancora tutti bisogno.

 

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