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Bologna

Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Seconda sconfitta consecutiva di misura. Il Freccia Rossa Milano-Roma regala al Bologna tanti complimenti e zero punti. Graditi i primi, necessari i secondi. Se dal punto di vista tattico la formazione emiliana recepisce l’ordinato verbo ballardiniano, in ottica offensiva le lacune fisiologiche gridano vendetta. Mica robetta da ridere considerando che il goal è la finalità dell’essenza calcistica. Lo scopo del gioco leggendo il libretto delle istruzioni. Bianchi e Cristaldo tre pere a testa, Moscardelli una, Acquafresca zero. Razionale parlare di attacco disastroso ulteriormente depotenziato della verve di Diamanti (Ibson dura venti minuti) ed attanagliato dalla crisi di Kone. Quindi? Il meritato pallone del pareggio nel match casalingo contro i capitolini finisce sulla testa di Lazaros allo scadere e sguscia lontanissimo dalla porta di De Sanctis. Vietato pensare ad Alberto Gilardino utopici sognatori, quella palla l’avrebbe scaraventata in San Luca anche lui. Forse. Il centrocampo e la difesa reggono l’onda d’urto romana ciccando in occasione del vantaggio di Nainggolan forgiato sull’asse Gervinho – Pjanic. Meriti ospiti miscelati a disattenzioni locali, la sostanza cambia poco. Innegabile dispendio fisico e psicologico felsineo che incoccia brutalmente contro il cinismo della realtà. Servirà una buona guida spirituale per evitare l’innescarsi di un diffuso senso di sterilità ed impotenza. I risultati domenicali gettano acqua sul ferro incandescente consegnando una classifica nella quale paradiso ed inferno distano una sola lunghezza. Livorno e Sassuolo rocamboleschi k.o., Chievo vittorioso nello scontro salvezza casalingo contro il Catania. Domenica viaggio al Bentegodi, sponda Hellas, degli amici Mandorlini e Setti. Match sulla carta proibitivo anche senza lo squalificato Toni per uno spaccato d’attualità che vede la compagine scaligera ad un passo dalla zona Europa League. Un capolavoro scrutando organizzazione societaria, parco tecnico, intuizioni mercantili (Iturbe, Romulo giusto per fare due nomi), impostazione tattica e risultati conseguiti. Al pokerissimo rifilato al Dall’Ara nel match d’andata la paternità dell’insanabile frattura tra lo spogliatoio e Stefano Pioli, giusto per collocazione temporale. Poi, il decisivo marzo de fuego. Sassuolo, Cagliari e Atalanta tra le mura amiche. In trasferta Livorno e Chievo. La salvezza attraverso una full immersion che sfocia nella primavera. Speriamo come piace alla Pausini, in anticipo.

Mattia Grandi            

 

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