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Bologna

Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Calzetta vecchia e bucata stracolma di carbone per il Bologna desaparecido di Catania. Non un’acida primizia targata 2014 ma un sistematico malfunzionamento irritativo capace, da mesi, di contaminare l’intermittente impianto rossoblu. Disfunzione collettiva, a 360°: tecnica, tattica, psicologica, societaria, organizzativa ed umana. Il Bologna di Pioli è un morto che cammina nell’indifferenza totale del suo albero genealogico vittima predestinata di qualsiasi preda gli si ponga dinanzi. La domanda sorge spontanea, quanto deve durare? Giusto per capire ed eventualmente farsene una ragione. C’è chi in fondo manifesta la propria alta preoccupazione svernando ai Caraibi, da perfetto italiano medio. Se le acque di casa sono agitate e se il culetto felsineo è ancora saldamente arroccato sul barbecue perchè non annacquare i pensieri nella caipirinha all inclusive del resort caraibico? Vuoi non fargli fare una settimanella di ferie, tutto fila a gonfie vele. La campagna di Russia catanese manifesta ancora una volta l’improponibilità tecnica e tattica del peggior Bologna dell’era moderna. Le colpe vanno ricercate nella pochezza qualitativa dell’organico allestito dall’improvvisazione di una fanta-dirigenza e dal collasso tattico di un allenatore ingiustamente osannato dalla folla. O meglio, osannabile per impegno e dedizione (ben remunerati, mi piace sottolinearlo), esonerabile per rendimento, gestione del gruppo e lettura della partita in corso. Il Bologna si è fatto impalare dal Catania che vince 2-0 ma potevano essere anche tre o quattro. Primo tiro in porta emiliano al minuto 45 del first time, una telefonata senza prefisso tra Moscardelli e Frison. Il binomio Barbapapà-Cristaldo è proponibile dalle parti della Lega Pro e la bocciatura del tandem Bianchi-Acquafresca odora di segnata epurazione. Quasi ostinata. Nel senso che sotto per una rete a zero e con il quoziente di pericolosità offensiva infinitamente sotto al livello di guardia, Bianchi entra in campo tutta la vita. Acquafresca no, il ragazzo è in scazzo evidente, piazzarlo altrove, please. Poi l’assenza di Diamanti questa volta non beatifica Kone che è generoso ma frivolo e dal reparto mediano si aspetta un’intuizione ben lontana dal dna dei suoi protagonisti. Il vantaggio siculo rafforza la media goal subita (seconda peggior difesa della massima serie), maglie larghe, dormita generale, elastico Curci e palla nel sacco. “El Pitu” Barrientos è Messi, Alvarez si trasforma in Roberto Carlos, Rolin “The Wall” Samuel, Lodi meglio di Pirlo, a quanto ammonta il concorso di colpa bolognese nella ritrovata genesi catanese? Da zero a dieci, almeno sette. E non è nemmeno il primo avvistamento di miracolose resurrezioni al tocco bolognese, beatifichiamo? Fino alla fine Stefano Pioli anche no, salvo tsunami in/out nel mercato di gennaio, oggi la squadra, scarsissima, non recepisce il suo desiderio di svolta (ma c’è dell’altro, ne sono convinto). Si può anche continuare a giocare d’azzardo inanellando figurette in giro per lo stivale, paradossalmente, congelando la classifica, il Bologna stasera è salvo. Forse il segreto è proprio questo, guardare tutto con occhi diversi, più distaccati. D’improvviso le chiappe spariscono dal barbecue e finiscono per insabbiarsi nella biancastra polvere di quella splendida spiaggia caraibica. Con o senza Sky, sta bene lui.

Mattia Grandi                  

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