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Bologna FC

Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Pioli è deluso ed arrabbiato. A me invece scivola via tutto con una serenità quasi disarmante. Non ho mica voglia di prendere il Malox per una partita di pallone all’ora di cena a venti giorni dal Natale. Il Bologna esce dalla Coppa Italia al quarto turno preliminare per mano delle riserve del Siena, compagine da medio-alto campionato di cadetteria. Spettacolo di una mediocrità disarmante per 1418 martiri paganti incuranti del freddo pungente che attanaglia il catino del Dall’Ara. Chapeau. Molto meno romantico, ma più pratico, lo scaldotto appollaiato sul divano davanti alla telecronaca di Rai Sport 1 che è la fiera della contraffazione di identità. Prima o poi smetterò di pagare anche il canone della tv di Stato. Il Bologna 2 riesce nella difficile impresa di ricalcare tutti i limiti del Bologna 1 elevandoli in maniera esponenziale con l’aggravante di un atteggiamento mentale irritante. Voglia mezza, una roba da ultimo giorno di scuola. Sbadigli. La macroscopica penuria tecnica e qualitativa in maglia verde razionalizza il ragionamento. In fondo, con quelli “buoni” dentro siamo terz’ultimi in campionato. Cosa pretendere?! Un pochino di orgoglio, di dignità e di rispetto onorando il palcoscenico della coppa nazionale. Un minimo di piglio volitivo da parte di chi con l’eliminazione cocente dalla Coppa Italia perde le residue speranze di calcare, da titolare, il manto erboso del Dall’Ara. Inutili le classifiche di rendimento, siamo sotto la linea di galleggiamento a livello generalizzato, poco importa se il mezzo voto in più a Mantovani vale il primo piano con il pollice alto sulla carta stampata. Sold out dietro alla lavagna con la reiterazione di peccato per il tris Sorensen, Della Rocca, Pazienza, al limite della sopportazione. Pioli ha la stessa faccia espressiva della mucca che guarda il treno in lontananza. Brutta storia quando non sai dove mettere le mani, pesante quando i limiti affiorano evidenti sotto sembianze umane. Non è una questione di dettagli o colpetti aggiustatori, sono materia prima e collante ad essere scadenti. E l’allenatore, dal punto di vista motivazionale (tecnicamente c’è poco da rimescolare), perde nuovamente l’anima del gruppo. Fanno un figurone Valiani e Pulzetti, gente passata di recente dalle parti di Casteldebole. Il goal di Feddal nell’extra time del secondo tempo supplementare è una logica conseguenza al prolungato torpore felsineo. Poteva succedere due minuti prima, la morale non sarebbe comunque cambiata. Una figuraccia per dirlo in due parole. Nemmeno la prima quest’anno, per rafforzare il concetto. Vietato il muso lungo ed il pippio al prossimo mugugno proveniente dagli spalti. Il bonus pende dalla parte del tifoso, c’è poco da obbiettare. Dispiace non aver visto all’opera in serata Gimenez; la prematura fuoriuscita dalla Coppa Italia cancella le residue speranze del sudamericano di dare un senso alla sua permanenza emiliana. Anche perché la sua permanenza emiliana un senso non ce l’ha.

Mattia Grandi          

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