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Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Lo sfogo diamantesco o diamantino di ieri è quello che nei peggiori bar della provincia verrebbe identificato con la frase: “…l’ha fatta fuori dal vaso”. Una tiratina di orecchie ai tifosi che evidenzia uno stato d’animo confusionale del capitano nell’elaborazione di qualche mugugno proveniente dagli spalti.  “Vorrei sentire più affetto da parte loro in questo momento importante della mia carriera, soprattutto adesso che le cose non vanno al meglio. Qualche volta penso che si sia incrinato qualcosa nei miei confronti in parte della città perché quando un giocatore non è al top emergono sempre le critiche, ma magari è un’impressione. Nella partita contro il Verona mi sono arrabbiato per qualche insulto personale e chi deve venire allo stadio solo per offenderci può stare a casa”, parole sibilline, orgogliose e un tantino permalose da parte di Alino. Lui è un fuoriquota, un assoluto valore aggiunto per il Bologna però rivangare la partita con il Verona non depone a suo favore. In quell’assurdo contesto domenicale una parolina di troppo poteva poi anche scappare. Il calciatore professionistico di serie A è un uomo più fortunato degli altri. L’esposizione mediatica, la popolarità e la tensione da pubblica aspettativa sono in qualche modo compensate da un trattamento economico adeguato al disturbo. Nel pacchetto “all inclusive” ci sta anche la critica quando la flessione appare evidente. Sfiga vuole che tutto questo accade anche nella vita quotidiana di ognuno di noi. Dal manager rampante all’impiegato passando per l’operaio che spesso non gode della medesima gratificazione mensile e, difficilmente, può sfogare il disappunto mezzo media. A me Diamanti piace come giocatore e come personaggio (visto dall’esterno, non lo conosco personalmente) però questo sassolino poteva restare nella scarpa.  “Ho sempre fatto gol, assist e tutto il resto ma in certi periodi, pur stando bene fisicamente, tante giocate non vengono. Adesso lavoro, mi metto a disposizione dei compagni e la squadra lo riconosce, per me questa è una gioia immensa come fare un gol”, sacrosanta verità Alino, sei uno che si sbatte, è il tuo mestiere e lo svolgi sicuramente con l’approccio agonistico adeguato. Inutile rimarcarlo, chi capisce di calcio lo sa. “Cerco sempre di dare i consigli giusti e di mantenere un clima sereno e penso di essere un esempio per tanti compagni anche più esperti per l’attaccamento che mostro alla maglia”, per questo indossi la fascia di uno dei club più gloriosi del calcio italiano. “In ogni sessione di mercato si dice che debba andare via e non è mai successo. Sto bene qui e sono felice, ma sarebbe troppo facile dire che resterò per sempre perché nella vita, e soprattutto in questo mestiere, non si sa mai”, anche in altri mestieri non si sa mai Alino, specie di questi tempi, figurati in quella scienza esatta che è il calcio. Personalissima morale: dichiarazioni poco costruttive in un contesto già di per se traballante. Voto 0. Mi ricordano tanto le lamentele di una provata moglie quando vuole attirare l’attenzione del marito per riprendere fiato. Ci stanno, sono umane per l’amor di Dio. Solitamente quando parte questo disco si spegne la tv, ci si guarda negli occhi e si cerca di capire. Spesso bastano due o tre parole dolci e torna la quiete. Ti voglio bene Alino, sei un fuoriclasse. Non è una presa per il sedere, lo penso davvero e l’ho sempre sostenuto. Speriamo funzioni come con la moglie perchè altrimenti, nel solito bar malfamato di provincia, qualcuno potrebbe anche voltarsi dall’altra parte e bisbigliare: “Bah, forse oggi c’avrà le sue cose”.

Mattia Grandi    

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