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Bologna FC

Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Prestazione coriacea e tatticamente intelligente quella del Bologna in Trinacria. Sono le partite di Stefano Pioli, quelle nelle quali esalta a livello esponenziale le proprie credenziali tecniche. Un menù completato da quel pizzico di buona sorte che, nel gioco del calcio come nella vita, evita l’irrimediabile k.o. dopo un quarto d’ora. Non è facile, anzi, è decisamente difficile. Il match del Barbera nasconde insidie dettate, nell’ordine, da: illustri assenze felsinee, crescente stato di forma rivale, fattore ambientale trasferta, motivazioni diametralmente opposte. Step by step, come dicono i manager rampanti, brillantemente superato dai ragazzi in maglia rossoblu. Punto uno: Diamanti e Perez non sono sull’aereo diretto a Palermo. Particolare non di poco conto considerando il peso specifico del citato tandem nella stagione in corso. Stefanino sfoggia un abitino su misura 4-3-1-2 che calza a pennello sui delicati contorni del Bologna. I sarti tramutano generosamente in oro il pensiero dello stilista rimarcando le uniche vere costanti di questa annata agonistica bolognese: mentalità, testa e cuore. Il capolavoro di Pioli è questo, tatticamente qualche cantonata la prende ma nella preparazione psicologica e nella capacità motivazionale della truppa non ha rivali. Curci e compagni entrano nella bolgia del Barbera con la lucidità necessaria per portare a casa punti, non è un caso se l’obiettivo è raggiunto. Poi si passa anche attraverso un pizzico di buona sorte che aiuta, sempre e comunque, gli audaci. Il goal in avvio (dormita di Morleo e colpo da biliardo di Ilicic), le ripetute occasioni sicule, il tuffo carpiato di Sorrentino, il palo di Miccoli. Il calcio è anche questo, ti dice bene o ti dice male. Non è una regola però l’esperienza insegna che se la testa è favorevolmente predisposta la Dea bendata strizza l’occhietto. Se il portiere oggetto dei desideri invernali di tutto il popolo rossoblu (io compreso) fa una canocchia da raccontare ai posteri e quello da silurare in qualche angolo del globo sventa con sicurezze le insidie, chi ha ragione? Gli episodi contano ed hanno una bella valenza al cospetto del Dio Pallone. L’inezia della partita è cambiata in quel secondo con il suo fardello di paure, ansie e frenesie che dalla parte opposta si trasformano in ragionate sicurezze. E il palo di Miccoli? Stop da standing ovation, tiro a botta sicura, palo pieno, questione di centimetri. Cosa hanno in comune la scuola ed il calcio? In entrambe le discipline porta tremendamente sfiga dormire un anno intero e sperare nel volatone finale. Ci puoi mettere una pezza ma se butta male si retrocede e il Palermo (e Zamparini, come il Genoa e Preziosi) merita il salto del gambero con tutto il mio affetto. La palla in rete di Gabbiadini ha spianato la strada al Bologna che è persino irriverente nella precisa gestione della sfera. Una partita fondamentalmente di sacrificio nella quale mi è piaciuto, ad un certo punto, anche Guarente. Devo aggiungere altro? Sono tutti sufficienti gli uomini emiliani, una prova di maturità a fine anno scolastico. Citazione di riguardo per Curci, regala sicurezza a tutto il reparto. Sotto con la Samp, uno dei grandi bluff stagionali insieme al Torino, occasione ghiotta per centrare anticipatamente il quorum salvezza. Finalone dedicato al profondo significato della partita alle 12.30…una delle più grosse bestialità presentate sul mercato dopo il pettine di Bettega. Che Dio vi benedica!

Mattia Grandi           

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