Bologna FC
Grandi Pensieri di Mattia Grandi
Bastano poche righe per commentare il match odierno in Trinacria. Il Catania è una squadra in salute, solida, organizzata tatticamente, ordinata e con una concreta logica. Un meccanismo oleato che gira in perfetta sincronia senza l’ausilio di pirotecnici artifizi. Il Bologna è l’esatto contrario. Improvvisazione, confusione, lentezza, disordine tattico e un palpabile senso di evanescenza. C’è poco da aggiungere, vince meritatamente chi gioca al calcio. Il paragone può essere trasportato con identico responso anche lontano dal campo analizzando la differente gestione societaria dei due club. Alle radici di qualsiasi risultato conseguito, sportivo e non, c’è sempre una sensata logica gestionale ed una trasparente pianificazione. A Catania da anni, grazie a Lo Monaco prima ed al presidente Pulvirenti poi (sempre in panchina con la tuta della sua squadra), esiste una direttiva, un percorso, un disegno definito. Sotto le Due Torri c’è il circo. Non è mica una questione di soldi, è una questione di progetti, di disegni, di percorsi, di idee chiare. Con Gazzoni, per esempio, il Bologna ha avuto il suo disegno, il suo percorso nitido e guarda caso i risultati sono arrivati. Oggi tutto questo non esiste. E ringraziamo il cielo che allo stato attuale è impossibile retrocedere vista la pochezza di alcune compagini presenti nella massima serie. Quart’ultimi, quint’ultimi mica di più, è la giusta posizione, lo dice il campo in un lungo periodo, alla giornata numero 25. I bilanci anche in azienda si fanno così. Numeri in un medio, lungo periodo. Se non tornano è crisi, poche storie. Il Bologna è in profonda crisi di identità, di gioco, di assetto societario, di pianificazione e di traguardi. Negli anni ’90 il quart’ultimo posto significava serie B, Dio benedica le tre retrocessioni, autentico salvagente felsineo della storia recente. Magra consolazione. L’organico del Catania poi ci fornisce un altro spunto interessante. Non servono Cristiano Ronaldo e Messi per sfoderare un calcio divertente, spumeggiante e redditizio nella serie A italiana. Il Catania di Maran, ma già quello di Montella nella passata stagione, si avvale di qualche giocatore dai piedi educati (Lodi, Almiron) ed una colonia di talentuosi calciatori desiderosi di mettersi in mostra. Mi piacciono tanto Gomez, Castro, Izco, Bergessio, Alvarez, Marchese, gente con pochi grilli per la testa, tanta corsa e la fame al punto giusto. Bravi loro e bravissimo chi li ha portati sotto l’Etna piluccandoli (quasi tutti i citati) nell’underground del campionato argentino. Il Bologna gli osservatori dove li manda? Ma esistono gli osservatori del Bologna Calcio? Noi abbiamo Motta, Pazienza, Guarente con contratti onerosi e tanti fantastici prestiti. Chi è più bravo, il Catania o il Bologna? Gli etnei che hanno 39 punti ed occupano il settimo posto assoluto in classifica. Fatta questa doverosa ed utile premessa, oggi malissimo anche Pioli. Zero idee, tanto casino nella testa. Imbrigliato dal collega Maran fin dal primo istante di gioco, palesa un volto tirato, un senso di frustrazione ed impotenza. Intanto contro il Catania in difesa si gioca a quattro e Motta sta in panchina perché è triste come Guarente e Pazienza. Poi Gabbiadini è in campo dal primo minuto alle spalle di Gilardino con Konè (o Pasquato) e Diamanti in una linea a tre. Poi Perez e Khrin (che stecca sempre l’occasione giusta) davanti ad una difesa composta da Morleo, Antonsson, Sorensen, Garics. Modulo speculare all’avversario, al massimo prendo tre pere. Tanto una la prendo comunque, quasi in fotocopia. Dormita del singolo o del branco e palla in fondo al sacco. Partendo con questo presupposto appare chiaro che per vincere il Bologna deve sempre segnare almeno due goal. Con il modulo messo in campo da Pioli e con quella verve due reti si fanno nel 2020, non prima. Prossimi impegni griffati rossoblu. Domani aumentino di capitale con prevedibili risvolti e strascichi che serpeggiano già dalle parti di Casteldebole. Sul campo due match casalinghi, Fiorentina e Cagliari, roba da quattro punti per stare sereni. In bocca al lupo caro Bologna, ne hai tanto bisogno, da una parte e dall’altra!
Mattia Grandi
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