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Bologna FC

Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Coitus interruptus…la sensazione è più o meno quella. Già perché la possibilità di accedere alle semifinali della coppa nazionale il Bologna l’aveva guadagnata sul terreno di gioco al termine di una prestazione maiuscola. Molto meglio di quella dell’Inter se, sul piatto della bilancia, si pesa la valenza delle individualità, degli ingaggi, delle ambizioni e dei dichiarati traguardi stagionali. Piglio caratteriale al punto giusto, onesta organizzazione tattica e la sfrontatezza tipica di chi, nell’impresa notturna, ci crede eccome. Il Bologna tira nello specchio della porta milanese e nelle immediate vicinanze con continuità, con crescente voracità, con la consapevolezza che i nerazzurri sono tutt’altro che invulnerabile. Il Bignami del primo tempo: l’Inter ha Guarin, noi Guar…ente. Non voglio mica addossare il fardello a Tiberio (peraltro a mio avviso un ex giocatore), i colleghi che presidiano le fasce laterali non sono da meno. Un cross decente ogni dieci tentativi, è più alta la probabilità di vincere alla Lotteria Italia. Poi Gilardino non fa goal, i miracoli faceva fatica a farli anche Gesù Cristo. Pasquato al posto di Gabbiadini mi sembra l’unica sfumatura tecnica non condivisibile nello scacchiere iniziale felsineo, il resto ci sta, è l’undici di campionato. L’Inter di Stramaccioni si aggrappa, come da agosto a questa parte, ai singoli e Guarin, in tal senso, è un fenomeno. Calerà nella ripresa ma avercene di Guarin in squadra. Il goal del 2-0 locale andrebbe visto e rivisto. Bella l’esecuzione di Palacio ma l’assist parte da un pallone uscito lateralmente di almeno 20 cm. Un solo replay RAI ed il laconico commento di Bizzotto: “La palla pare non essere uscita completamente”. Strano. Ho pagato ieri il canone RAI, sarò poi un coglione anche io. Frittata fatta, nemmeno per sogno. Chiaramente sulla breve rincorsa di Diamanti dal limite la sensazione è forte…o va dentro o siamo ai canditi. Va dentro. Perez è immenso, Diamanti è Diamanti, Gabbiadini in campo è un’altra musica. Motta azzecca il cross, le maglie nerazzurre tentennano, il Gabbiano impatta il match. La partita si trasforma in una bolgia infernale con occasioni da una parte e dall’altra. Handanovic già mostruoso su Gila-Alino nei primi 45 minuti, para tutto, Gabbiadini e Kone poco cinici su palloni da sbattere solo in fondo al sacco. Agliardi sul fronte opposto viaggia alla media del sette, sicuro, sguardo deciso. Supplementari tutta la vita. Cresce l’ansia e la tensione. La moglie digita segretamente il numero della croce verde perché dopo le undici (e con un figlio di 5 anni che dorme), certi urli non te li puoi più permettere. Guardare nonno Javier Zanetti riconcilia con la bellezza del calcio. Highlander, immortale, corre come un ragazzino e prende in mano la sua squadra in dieci mutilata dal k.o. di Cassano. Il palo del capitano a porta vuota lo interpreto come un benevolo segno premonitore. Cazzata grande cazzata. Agliardi e Morleo al minuto 119 regalano un corner da circo Orfei. Quello che accadrà qualche secondo dopo lo sappiamo tutti. Cosa volete che vi dica? Il portiere è un ruolo bastardo, lo descrive magnificamente in versi Umberto Saba. Agliardi sbaglia tempi e modi dell’uscita, Ranocchia ringrazia. Non c’è fallo caro Chicco, la cappella è tutta tua, semplicemente e onestamente. Possiamo anche decidere di massacrarlo, su facebook l’ho fatto anche io, ma il risultato non cambia. Agliardi è questo, un portiere buonino in serie B, un discreto 12 in serie A. Ci sarebbe piuttosto da domandarsi perché il ragazzo gioca titolare da agosto esponendolo ad un imminente attacco di panico notturno. Già, Curci è rotto. Sempre. Chi ha ingaggiato a suon di migliaia di euro di stipendio un portiere claudicante? Zanzi, suo amicone dai tempi di Siena. La colpa è poi tutta di Agliardi?! Tecnicamente sì, moralmente anche no. Agliardi è così, altrimenti sarebbe al posto di Buffon nella Juve e nel giro azzurro dove, peraltro, rimase fino all’Under 21. E’ un limite, uno dei tanti limiti del Bologna incompiuto 2012/2013 che arriva ad un minuto dai penalty e si ritrova con il sedere per terra. Come Chicco. Il pericolo ora è la delusione post impresa sfiorata ed un campionato sul quale focalizzare la lente d’ingrandimento. Era a pezzi Pioli nel dopo partita, chissà i ragazzi, chissà Chicco. Salviamo il buono che questa partita ci ha offerto, le problematiche le conosciamo da un pezzo e badate bene, sono sempre le stesse. Qualcuno ci metterà una pezza? Per me no, al massimo solo palliativi. Dio benedica le 1500 anime sbattute nel terzo anello. Meritavano un finale migliore.

Mattia Grandi      

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