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Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Senza Parole

Sono in colpevole ritardo con la rubrica. Lo so e me ne vanto. Il fuso orario del posticipo non fa per me, sono uno da pubbliche relazioni pomeridiane. Ho una sbornia intera da smaltire dopo la prima visione domenicale del cinepanettone firmato De Laurentiis e voi mi incollate ad uno schermo del pc per Grandi Pensieri…è un delitto o quasi. Senza Parole. Testo di Vasco Rossi, lo trascrivo, lui parla per me. “E ho guardato dentro un’emozione e ci ho visto dentro tanto amore che ho capito perché non si comanda al cuore”. Devo aggiungere qualcos’altro. Anche no. In una strofa è racchiuso tutto il senso, ogni  senso, il solo senso. Tifare Bologna è semplicemente questo. Gastrite fuori controllo, da anni. “E va bene così…senza parole”…perché poi basta una partita come questa per riconciliarti con la fede, quella sportiva si intende. E’ quasi Natale, la profezia dei Maya incombe, ho chiesto un segno. Oggi l’ho avuto. Credevo di avere la scorza del giornalista vero, distaccato dalla propria fede calcistica. Sono indietro anni luce se al goal di Portanova rischio la crisi cardiaca. Come da bambino, come da ragazzo. Poi invecchiando si matura, dico sempre. Con il piffero si matura…è dentro, scorre nelle vene, è parte integrante di te stesso. Finirà con te, profezie dei Maya permettendo. Prima o dopo il Santo Natale, quello tra 100 anni, s’intende. Non ci credevo più, rantolavo come un rospo nello stagno maledicendo l’ennesima grave disattenzione della terna arbitrale. Soffocavo a stento il rancore, brancolavo accecato tra i cuscini del divano, dimenticavo di nutrire un sogno. Io sì, loro no. Loro ci credevano, tutti, uno dopo l’altro, non hanno mai smesso un secondo di crederci e quando ci credi i sogni si realizzano. Materializzarsi sotto forma di una sforbiciata in stile “Fuga per la vittoria” griffata Konè però è da orgasmo multiplo. Elevarsi all’ennesima potenza con le sembianze del testone di Danielone Portanova è da Oscar alla regia. Ammutolisco, dentro è un girone infernale. Corro giù per le scale, come da bambino, come da ragazzo. Un bel calcio contro la ringhiera giusto per vedere se sono sveglio. E’ tutto vero. Più forte di tutto e di tutti. Più bello di tutto e di tutti. Non abbiamo mica vinto la Champions League, ma vedi cosa significa essere tifoso del Bologna? Puoi alzare la coppa quando meno te lo aspetti, provate a spiegarlo ai bianconeri, ai rossoneri o ai nerazzurri. Stasera il Bologna ha vinto la Coppa dei Campioni, sicuramente quella del cuore, dell’orgoglio, della grinta, della caparbietà. A me basta e avanza, godo come un riccio perché dopo cento spallate si impara a sorridere anche delle piccole soddisfazioni. Non cambia mica la vita. Verissimo. Però intanto se non mi sparo un doppio infuso di valeriana stasera non si dorme perché il cuore batte. Forte. Tutti bravi, dal primo all’ultimo, anche quelli che ho dichiaratamente criticato in altre circostanze. Oggi no. Oggi dieci e lode a tutti, senza fare nomi, questa vittoria è frutto di un grande collettivo, di un gruppo affiatato, unito e coeso. Del mercato di gennaio, dei progetti societari, del nuovo e fantasmagorico centro tecnico, di Guaraldi, di Zanzi e dei Maya ne torneremo a parlare magari domani. Stanotte no. Il calcio è l’oppio del popolo ed io, populista da sempre, sono orgogliosamente strafatto. Il giornalista cede il posto al tifoso, ci saranno altre diecimila occasioni per fare disamine. Stanotte no. Come da bambino, come da ragazzo…Senza Parole.

Mattia Grandi  

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