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Bologna

Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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Pazzo Bologna amalo. Così, parafrasando il noto inno interista, in una umida notte toscana, sotto al cielo di Scarperia. C’è più gusto quando cercare una diretta Sky diventa una questione di sopravvivenza. Poi ti accorgi che gli anni, quelli veri, li perdi in quei fottutissimi novanta più recupero di San Siro. Un ventaglio emozionale che parte con la rassegnatezza (neologismo Grandiano, in italiano rassegnazione), attraversa la speranza, pizzica lo sconforto e giganteggia nell’orgasmo. Già, per un pari meneghino, per un goal di Pazienza su tacco liberatorio di Garics e un rigore parato da Curci. Tutto nella stessa sera, meglio di una profezia di Nostradamus. Impresa sfiorata quando Acquafresca si dimentica di essere un giocatore di pallone divorando un tap in corsaro che irrigidisce il coito rossoblu. La storia si ripete, Kone sta a Mazzarri come lo zampirone alle zanzare. Milito scrive un altro capitolo basilare dell’almanacco salvezza del Bologna calciando un rigore in stile partitella con gli amici in spiaggia: “Te lo metto li”. Processo di beatificazione istantaneo per il Principe benefattore. Un punto che muove la classifica, riassorbe l’allungo clivense e stimola l’elettromagnetismo sottocutaneo del brivido balanzoniano. Di cuore o nervi poco importa, lo insegna la bioenergetica: è semplicemente vita. Ti salverai caro Bologna, non ho mai smesso un minuto di crederci e di rassicurare gli amici. Non serve la sfera di cristallo, è come la ricerca del decoder Sky nell’unico bar di Scarperia. Se lo trovi doveva, ragionevolmente, andare così.
Mattia Grandi

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