Bologna FC
I nostri avversari – Il Palermo di Roberto De Zerbi – 18 nov
Il Bologna riceverà domenica ore 15:00 al “Dall’Ara” il Palermo del giovane e ambizioso tecnico De Zerbi, penultimo in classifica con 6 punti. Rosanero che in trasferta hanno raccolto una vittoria, a Bergamo contro l’Atalanta, tre pareggi e due sconfitte, non fanno punti da 5 giornate, nessun punto in casa!
L’estate palermitana si è sviluppata tra confusione e poca concretezza. Tra i fattori ad aver generato questa condizione, a mio avviso, rientra il cambio di Direttore Sportivo in corsa, dall’esperto romagnoli Foschi al giovane rampante Faggiano, ex Trapani, e l’influenza dei “consulenti” del patron. Non a caso Faggiano al suo arrivo ha dovuto fare i conti con trattative già concluse, come Rajkovic (’89), il norvegese Aleesami (’91) e il talentuoso magiaro Sallai (’97), il suo primo acquisto rosanero è stato Gazzi. Poi la corsa contro il tempo con gli arrivi di Bruno Henrique e Diamanti.
Sulla panca siede il giovane allenatore Roberto De Zerbi, che ha preso il posto del dimissionario Ballardini dopo due giornate, ex Bologna, tra i giovani tecnici più interessanti che, a mio parere, ha espresso il gioco più piacevole in Lega Pro guidando il Foggia, arrivando a sfiorare la promozione dopo la sconfitta in Finale Play Off (gara di ritorno in Puglia giocata in un clima infernale, gara che fu anche sospesa per diversi minuti, con entrambi i tecnici espulsi) contro il Pisa di Gattuso. Coi “satanelli” il tecnico lombardo ha collezionato in due stagioni 77 partite dove ha ottenuto 40 vittorie, 22 pareggi e 15 sconfitte, ci sarebbe dovuto rimanere a lungo visto che aveva firmato un contratto sino a giugno del 2019, ma dissidi con il Ds Di Bari, a causa specialmente di promesse fatte dal direttore sportivo, ma mai mantenute ( le partenze di Di Chiara, Iemmello e la loro mancata sostituzione su tutte) fu esonerato. Un tecnico che predilige giocare con il 4-3-3, il suo Foggia – era composto da diversi elementi duttili capaci d’interpretare più ruoli, come ad esempio Di Chiara- ha adottato spesso questo modulo, come nelle due gare della Finale Play Off, con un regista davanti la difesa, lo svolgeva l’ex reggiano Vacca, due interni come Angiulli e Riverola, ex Bologna, e davanti una punta centrale, di movimento, come Iemmello supportato da due esterni d’attacco come i talentuosi “tascabili” Sarno e Chiricò, ma la forza del tecnico bresciano sta nell’elasticità tattica, in cui nella stessa gara è capace di passare al 3-4-3 e al 4-2-3-1 con naturalezza. Tecnico di grande personalità, tenace, ogni allenatore ha un’idea in testa, e deve essere convinto di questa idea. Lui cerca di portarla avanti, provando sempre di giocare, chiaramente si è trovato una squadra che non l’ha costruita, non ha caratteristiche specifiche per giocare come lui desidera, ma sta cercando di plasmarla il più possibile a sua somiglianza. Il Palermo dal punto di vista mentale è ancora facilmente penetrabile e attaccabile, probabili residui dalla scorsa tribolata e sofferta stagione, ma De Zerbi, nonostante le sconfitte patite, pare avere l’appoggio del vulcanico Presidente Zamparini. Il patron ha già fatto capire che raccogliere l’eredità di giocatori come Vazquez, Dybala o altri talenti passati da Palermo è una delle cose più complicate, specialmente se questo compito ricade sulle spalle di giovani come Balogh, Sallai o il talento fatto in casa Lo Faso. Sostituire Vazquez e Dybala, è un compito arduo, ma nemmeno loro giocavano quando sono arrivati in Sicilia. Gasperini non faceva giocare Dybala e Gattuso mise fuori rosa Vazquez in B. I giovani Sallai (abile nello stretto, tecnico, veloce e buon battitore dei calci piazzati), Lo Faso, Balogh, Embalo, però devono giocare altrimenti non possono crescere e valorizzarsi. Contro il Milan nell’ultimo impegno di Campionato il Palermo ha dato prova di grande crescita, passi in avanti sul piano del gioco, anche se il responso del campo ha premiato un Milan cinico. Il Palermo ha giocato con un 4-3-3, coi giovani attaccanti esterni Embalo (a dx) e Sallai (sx) in appoggio al bomber macedone Nestorovski (’90), una delle poche note felici di questo avvio per i siciliani, a centrocampo Gazzi centrale davanti la difesa con Hiljemark (lo svedese apparso in difficoltà. Un’involuzione quella che da diverse settimane influisce sul rendimento dello svedese) e Bruno Henrique ( in crescita il brasiliano, centrocampista tecnico in possesso di un buon controllo di palla espresse anche in alcune giocate spettacolari, come due “sombreri”, attitudine di regia e rifinitura) ai lati, difesa con l’ex Modena Cionek a dx, Aleesami (difensore più abile in fase propositiva che difensiva) a sx, Andelkovic (altro ex Modena) e Rajkovic – che contro il Bologna non ci sarà avendo rimediato un trauma distorsivo al ginocchio che può tenerlo lontano dai campi anche due mesi, resta la constatazione che in maglia rosanero l’ex Amburgo ha potuto disputare pochissime presenze, e che nei piani della società doveva essere affiancato a Gonzalez per formare una coppia affidabile, ma di fatto per gli infortuni subìti da entrambi, rare volte hanno potuto giocare assieme – centrali a difesa del giovane portiere croato Posavec (’96, nel complesso prova all’altezza quella del portierone croato, tre grosse parate su Suso nella ripresa, ma non si può non tenere conto dell’errore in occasione del primo vantaggio milanista firmato Suso, incomprensione con Aleesami, le tante lingue diverse che si parlano nello spogliatoio rosanero non aiuta di certo), con un pizzico di attenzione e di esperienza in più, il Palermo avrebbe portato a casa un risultato positivo.
Nestorovski è il pericolo numero uno, 6 reti in 12 presenze, il bomber macedone era già stato acquisito a Gennaio scorso (fu lasciato in Croazia fino a Giugno). Fin da quando militava nelle giovanili del Pobeda (squadra di Prilep, la sua città natale), ha sempre realizzato molte reti. E i suoi numeri, dal 2013 ad oggi, sono significativi. L’Inter Zapresic lo porta nella Serie B croata, dove Nestorovski segna 20 gol al primo anno e addirittura 24 nella seconda stagione, ottenuta la promozione col club, nella massima competizione croata si supera con 25 reti vincendo la classifica dei marcatori per il terzo anno consecutivo. Attaccante centrale di piede sx, capace di fare reparto da solo, De Zerbi, cultore di un calcio offensivo, lo ha messo al centro del suo progetto, passano dalle sue reti le speranze salvezza. Merita una citazione il giovane prospetto che stimo dai tempi della Primavera del Palermo, allenata da un altro ex Bologna come Bosi, si tratta di Simone Lo Faso (’98) che ha esordito in Serie A contro il Milan, con grande brillantezza e personalità sostituendo Embalo nella ripresa e giocando però sull’altra fascia, sulla sx in attacco. A mio giudizio è la “perla” di questo giovane Palermo, grandi potenzialità e in prospettiva potrebbe davvero ricoprire un ruolo significativo nel panorama calcistico italiano. Si tratta di un attaccante eclettico, seconda punta, punta esterna, a supporto della prima punta di riferimento, o sulla trequarti centrale ma è lateralmente dove si può esprimere al meglio mettendo in evidenza le sue capacità. Tatticamente in passato ha ricoperto anche il ruolo di centrocampista esterno, specialmente in maglia Azzurra. Nella finale del Torneo di Viareggio scorso ha ricoperto inizialmente il ruolo di attaccante laterale con La Gumina, oggi nella Ternana, nel 3-5-2, per poi giocare attaccante esterno sx con l’ingresso del “folletto” Bonfiglio, a formare un tridente nel 3-4-3 mettendosi in evidenza, ma è contro l’Inter, nei quarti delle Final Eight emiliane, che ha esaltato la platea con giocate raffinate, eleganti e realizzando due reti, di cui specialmente una spettacolare. Lo Faso palermitano doc, di piede dx anche se utilizza bene anche l’altro piede, un creativo capace di giocate di alta scuola, elegante- gioca spesso controllando il pallone di suola – ben preparato sotto il profilo tecnico, e nel dribbling, padronanza del palleggio, abile nella difesa del pallone, queste le peculiarità oltre alla rapidità, velocità nel rovesciamento del fronte. Nelle sue capacità emergono, il passaggio filtrante, l’assist, il primo controllo, il controllo orientato, il cross, il tiro di precisione. Anche nella tattica individuale esibisce diversi aspetti importanti dell’attaccante esterno o laterale, come lo smarcamento in appoggio, taglio, a incrocio. Nel reparto offensivo si muove prevalentemente in profondità ma sa proporsi anche incontro al pallone e in ampiezza. Morfologicamente longitipo di struttura media, il materiale su cui lavorare è di primissima qualità e Mister De Zerbi se ne è accorto immediatamente.
Il Bologna non deve sottovalutare la squadra siciliana, non tragga in inganno il suo cammino pessimo, nell’ultima gara disputata in casa contro il Milan ha interpretato una buona gara, il risultato è stato bugiardo. Il giovane Palermo, con l’ex Diamanti a far da chioccia, le sue energie vengono centellinate (parso fin qui non al meglio quando ha giocato dall’inizio, mentre se subentra dalla panchina sembra poter incidere di più), è in crescita e conta su una rosa di valore che però vive un periodo di crisi, da tempo, le colpe sono da dividere, anche se il Presidente Zamparini ne occupa una fetta significativa, come ha dimostrato ampiamente anche nella scorsa stagione, con le innumerevoli e opinabili scelte/esoneri di allenatori, creando un clima insopportabile per l’ambiente. Ma il Bologna deve dare risposte, la cosa più importante è, nell’immediato, guadagnare punti, ne urgono tre, che sono attesi da troppo tempo, dalla 5° giornata quando i rossoblu superarono la Sampdoria. In questo caso precedenza al risultato e come affermano, spesso, anche i primi della classe: “…il gioco arriverà, oggi era importante fare i tre punti!”.
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