Bologna FC
I nostri avversari – Il Toro di Sinisa Mihajlovic – 27 ago
Il Bologna reduce dalla vittoria casalinga ottenuta contro la matricola Crotone farà visita al Torino cercando la continuità, di gioco (specialmente espresso a tratti nel pt) e risultati, mentre i granata, davanti al pubblico amico, cercheranno di riscattare l’amara sconfitta subita per 3-2 contro il Milan. Una classica del calcio italiano tra due società che han fatto la storia, 58 i precedenti tra Torino e Bologna in Serie A nel capoluogo piemontese con un bilancio favorevole ai granata: 29 vittorie per i locali contro le 9 vittorie conquistate dagli emiliani, mentre le due compagini hanno pareggiato 20 volte . L’ultimo colpo esterno dei felsinei risale alla stagione 2013-14, 1-2 doppietta de “el Churry” Cristaldo, oggi al Cruz Azul, che rispose al gol di Immobile, la stagione scorsa invece l’ex Albinoleffe Belotti (in modo irregolare), e Vives castigarono i rossoblu, 2-0 il finale.
In casa Torino si è chiuso un ciclo, quello targato Giampiero Ventura, oggi alla guida della Nazionale Azzurra, navigato gestore e tattico che aveva nel tempo mutato la sua idea di calcio, passando dal 4-4-2 al 3-5-2 degli ultimi tempi, raccogliendo risultati, consensi e applausi. Un progetto tecnico nato anni fa con la scelta di puntare su Gianluca Petrachi nelle vesti di Direttore Sportivo e sul tecnico ligure Giampiero Ventura come allenatore. Dal 4-4-2 del Lecce dei Palmieri e Francioso a quello proposto dal Torino della promozione dalla Serie B alla Serie A, Ventura e Petrachi lo ridisegnano sull’impronta del 4-4-2 utilizzato dal tecnico nelle due esperienze che lo avevano rilanciato, prima a Pisa e poi a Bari. Tornando all’attualità dal 3-5-2 del suo primo Cagliari a quello dell’ultima edizione granata. L’ex allenatore della Centese ha adottato assetti tattici profondamente diversi ma sorretti da una comune cifra stilistica: sfruttamento della velocità in ripartenza, gioco sulle fasce e profondità. Oggi un nuovo capitolo, che porta il nome di Sinisa Mihajlovic ed una nuova idea tattica, si volta pagina col tecnico serbo, ex Bologna, che in estate lavora impostando il suo Toro con un 4-3-3, come visto all’esordio di Milano.
In questo mercato estivo a mio giudizio il Torino si sta muovendo bene, come fece d’altronde l’estate scorsa dove puntò però maggiormente su calciatori italiani (una delle pochissime società italiane, dietro al Sassuolo in questa ottica) come i Belotti, Baselli, Zappacosta e valorizzando tantissimo Darmian verso Manchester utd. Confermò uno dei pezzi pregiati e richiesti come Bruno Peres, partito questa estate, e credo fosse stato il mercato migliore del Presidente Cairo degli ultimi tempi. Oltre Bruno Peres approdato alla Roma, hanno lasciato Torino il capitano polacco Kamil Glik (Monaco) Fabio Quagliarella (Sampdoria dove già vi era la dall’inverno scorso), Juan Sánchez Miño (Independiente), Alessandro Gazzi (Palermo), Alexander Farnerud (Bk Hacken), Vasyl Pryima (Frosinone), Gastón Silva (Granada), Pontus Jansson (Leeds) e diversi prodotti del florido settore giovanile granata delle ultime stagioni, che sta a testimoniare l’importanza di crescere, allevare “in casa”, come l’ex Juve Stabia Vittorio Parigini (Chievo) a mio avviso tra i più valorosi classe ’96 italiani nel ruolo, Simone Edera (Venezia) altro giovane talento facente parte dell’ultima Nazionale Under 19 di Vanoli agli Europei di Germania, altro ex “vespa” come Parigini Sergiu Suciu (Pordenone), Claudio Morra (Pro Vercelli dove ritrova Mister Longo), Kevin Bonifazi (Spal), Abou Diop (Viterbese), Maurice Gomis (Cuneo), Matteo Fissore (Alessandria), Emmanuel Gyasi (Pistoiese), Luca Parodi (FeralpiSalò), Lys Gomis (Lecce), Lorenzo Carissoni ( Trapani), Giovanni Graziano (Renate), Simone Rosso (Brescia temporaneo con diritto di opzione e controazione, era già a Brescia nella scorsa stagione), Federico Proia ( Pistoiese), Leonardo Candellone (Gubbio), Gianluca Piccoli (Forlì), Nicholas Lentini (Gozzano), Marco Chiosa (Perugia), Andrea Compagno (Pinerolo), Luca Castellazzi ritiratosi.
Ad indossare la gloriosa maglia del Torino sono arrivati giocatori importanti, alcuni esperti ed altri giovani prospetti: la difesa rinforzata con gli innesti di Leandro Castan (’86), a titolo temporaneo dalla Roma dopo solo un mese di permanenza alla Sampdoria, Lorenzo De Silvestri (’88) acquistato a titolo definitivo dalla Sampdoria, Luca Rossettini (’85) a titolo definitivo dal Bologna, Arlind Ajeti (’93) dal Frosinone, oltre gli importanti rientri dei prestiti del portiere Alfred Gomis (’93, dal Cesena) e del difensore esterno sinistro Antonio Barreca (‘ 95, dal Cagliari). Reparto arretrato che vede già un altro ex Bologna come Emiliano Moretti (’81), Cesare Bovo (’83), Danilo Avelar (’89), Cristian Molinaro (’83), Davide Zappacosta (’92) oltre Nikola Maksimovic (’91) pezzo pregiato del mercato granata ed in procinto di partire di fronte a richieste importanti. A centrocampo acquisito dal campionato svedese Samuel Gustafson preso a titolo definitivo dal Bk Hachen. Gustafson, classe ’95, centrocampista duttile che nonostante la giovane età ha già disputato quattro stagioni nel massimo campionato svedese con la maglia del BK Hacken, collezionando 67 presenze e segnando 11 reti. L’ultima realizzata domenica 7 agosto, di destro, nella vittoria per 4-2 della sua squadra in trasferta, contro l’Elfsborg. Panagiotis Tachtsidis (’91) a titolo definitivo dal Genoa, obiettivo del Ds Petrachi da tempo, ancora più importante oggi che il Toro si schiera in campo con il 4-3-3, il sistema di gioco a lui più congeniale. L’ex Grosseto conosce già l’ambiente Toro, per lui un ritorno, il suo inserimento è stato immediato. Ha personalità, sa gestire i tempi di gioco e sa far correre velocemente il pallone, ed è altrettanto affidabile nella fase difensiva. Essendo dotato di imponente struttura fisica come valore aggiunto apporta alla squadra centimetri e forza fisica, qualità importanti per la mediana granata nel gioco aereo e nell’interdizione. Molto interessante l’arrivo del giovane serbo Sasa Lukic a titolo definitivo dal Partizan Belgrado. Lukic è un classe ’96, cresciuto nelle giovanili del Partizan Belgrado, il centrocampista ha debuttato con i bianconeri nel massimo campionato serbo collezionando nell’ultima stagione 25 presenze e segnando due reti. L’acquisto di Lukic conferma la volontà di investire sui giovani, nel solco di una linea tracciata già negli scorsi anni con il Presidente Cairo. Pur essendo un giovane del 1996 ha già evidenziato le sue qualità tecniche e la necessaria personalità per occupare un ruolo nevralgico del centrocampo. In più Lukic troverà in panchina un allenatore come Mihajlovic, un appoggio ed un aiuto importante. Centrocampo rinforzato anche dal ritorno di Mattia Aramu (’95, dal Livorno), altro pezzo pregiato costruito in casa, anche se in Primavera veniva impiegato maggiormente come attaccante esterno destro nel 4-3-3, come nella stagione 2013-14 quando il Torino perse la Finale Scudetto a Rimini contro il Chievo di Nicolato ai calci di rigore. Zona mediana composta già dai vari Daniele Baselli (’92, in rete contro il Milan), Joel Obi (’91), Marco Benassi (’94), l’esperto e capitano Giuseppe Vives (’80), Afriyie Acquah (’92). Nel reparto offensivo la Società ha portato sotto la Mole giocatori talentuosi come Adem Ljajic (’91) a titolo definitivo dalla Roma, l’ex barese Iago Falque (’90) a titolo temporaneo con diritto di riscatto dalla Roma, e la giovane promessa Lucas Boyè dal River Plate, acquisito già precedentemente. Boyé classe ’96, cresciuto calcisticamente nel River Plate, con cui ha debuttato in Primera Divisiòn, ha disputato l’ultima stagione con la maglia del Newell’s Old Boys collezionando 16 presenze 1 gol e 3 assist, è uno dei più promettenti attaccanti argentini, Paese da sempre fucina di grandi talenti. Si tratta di un investimento significativo, in linea con le operazioni di calciomercato che ha contraddistinto il Torino per la programmazione e per la scelta di puntare, in Italia e all’estero, su giovani di grande prospettiva. Il coraggio e la voglia di mettersi in discussione non mancano, la qualità tantomeno. Ma che Boyè debba ancora imparare, adeguarsi al calcio italiano è sembrato palese dopo Milan-Torino: l’argentino chiamato all’esordio in Serie A dopo neanche mezz’ora dall’inizio a causa dell’infortunio di Ljajic ha dato il suo buon contributo alla squadra, ma altresì è chiaro che deve lavorare sui suoi margini di miglioramento. Boyè, attaccante centrale, ha esordito dovendo sostituire il giocatore più importante della squadra, una condizione sicuramente complicata, la qualità non manca, chiaramente c’è tanto da migliorare, occorre limare i difetti, principalmente sulla visione di gioco e la fase difensiva, lavorando con costanza e applicazione. Essendo Boyè fino ad oggi impiegato nella posizione di attaccante esterno, a lui deve essere richiesto uno sforzo nelle due fasi ancora maggiore di quello messo in campo domenica a Milano. Non che l’argentino non abbia propensione al sacrificio, tutt’altro, ma occorre diventare bravi anche nelle letture difensive. Vanno a completare l’organico offensivo Maxi Lopez (’84), Andrea Belotti (’93), il venezuelano ex Young Boys Josef Martinez (’93).
Si avvia alla volata finale della sessione estiva del calciomercato, la società piemontese studia ancora i decisivi colpi per puntellare, migliorare la rosa da mettere a disposizione al tecnico serbo. Pare l’attacco al momento il reparto già completo, negli altri invece il lavoro del Direttore Petrachi non è terminato. Avvicinandoci verso la partita di domenica prossima, il Torino schierato all’esordio ha giocato col modulo tattico 4-3-3, puntando su un centrocampo muscolare, di forza e quantità specialmente, con Vives in mezzo, Acquah e Obi interni, l’ex interista a sinistra e l’ex palermitano a destra. Davanti a Padelli in porta difesa a 4 con De Silvestri a destra, Molinaro a sinistra e centrali due ex rossoblu Rossettini e Moretti, in attacco Belotti attaccante di riferimento con Ljajic e Martinez ai lati.
Rossettini merita un capitolo a parte essendo fresca cessione del club felsineo in maglia granata (perdita che ha fatto storcere, giustamente, il naso a gran parte dell’opinione pubblica bolognese, specialmente considerata la sua duttilità difensiva), approdato al Torino per 2 milioni. Per lui si profila un’altra partita da titolare contro il Bologna, considerato la probabile defezione di Ajeti, Bovo verso la cessione e l’ammutinamento di Maksimovic. Gara che per lui non potrà essere come le altre, visto che dovrà affrontare il suo recente passato. Certo, giocare al “Grande Torino” sarà uno stimolo in più, certamente ritrovarsi davanti alle maglie rossoblù, che sino a poco fa vestiva, non potrà non dare una sensazione particolare all’ex cagliaritano, che avrà il compito di mostrare i passi avanti che solo una settimana di allenamenti può concedere.
Il Bologna dovrà stare molto attento, si tratta di una trasferta insidiosa, come peraltro la storia dice, per il Torino la sconfitta patita a Milano ha però evidenziato alcuni aspetti positivi, che il Bologna dovrà tenere ben presente: i numeri sui duelli aerei vinti, le cui percentuali si collocano tra le prime cinque in tutta Europa, ben il 64% dei duelli aerei sono stati vincenti, statistica che sottolinea il duro lavoro svolto sin qui da parte di Mihajlovic sulla parte difensiva, la quale però, nonostante i numeri incoraggianti, necessita ancora di qualche miglioramento. Anche il carattere, la determinazione espressa in campo nella seconda frazione di gioco resta un dato significativo che Donadoni e il suo staff dovrà considerare, ricordando di come i rossoblu siano calati fisicamente nella ripresa all’esordio. Ben 14 tiri totali ( 5 in porta e 9 fuori) molti di questi effettuati nella ripresa appunto, probabilmente frutto di due concause: l’eccessivo arretramento del Milan, che negli ultimi venti minuti si è accontentato di difendere i due gol di vantaggio, e anche l’atteggiamento tattico spregiudicato scelto da Mihajlovic, che intorno al quarto d’ora aveva sostituito un centrocampista come Vives per un attaccante come Maxi Lopez. Un cambio coraggioso, che col senno di poi qualcuno può definire avventato ma che, se Belotti avesse realizzato il rigore, sarebbe probabilmente stato dipinto come una mossa vincente, da grande stratega.
Bologna che non dovrà temere assolutamente l’esordio stagionale dei granata al “Grande Torino”, per i piemontesi la partita contro i felsinei sarà un test per capire a che punto è la costruzione dei meccanismi offensivi e difensivi che Mihajlovic sta cercando di impartire ai suoi ragazzi. Intanto si attendono notizie dall’infermeria. Ljajic, dopo aver subito una forte contusione nel match contro il Milan, si è presentato in in stampelle, e c’è attesa di capire se riuscirà a tornare già contro i rossoblù. Situazione simile anche per Arlind Ajeti, difensore albanese che ha accusato un forte dolore ai flessori della gamba destra proprio sul finire dell’allenamento di lunedì scorso. Non è da scartare l’ipotesi di vedere un Torino rischiare qualcosa in più, l’ex tecnico milanista potrebbe far giocare dall’inizio Daniele Baselli. L’ex Cittadella, entrato a partita in corso, ha messo in atto i valori del suo repertorio, il quale era già stato ammirato all’inizio della scorsa stagione ma che successivamente, per vari motivi, non è più riuscito a esprimere con continuità, potrebbe farne le spese Joel Obi titolare nella sfida contro il Milan. Centrocampo che potrebbe subire un altro stravolgimento, con l’inserimento dell’ex modenese Marco Benassi, il cui profilo tecnico è, a mio avviso, l’ideale per il gioco di Mihajlovic. La sua presenza in campo escluderebbe quella di Acquah, più predisposto alla rottura del gioco avversario, all’interdizione che però non eccelle in fase di costruzione. Pure nel reparto arretrato l’esperto Emiliano Moretti, cattiva prestazione contro i rossoneri, potrebbe fare posto a Leandro Castan, in cerca di rivincita, molto motivato. Altro nuovo acquisto che potrebbe essere utilizzato dall’inizio è l’ex Juventus Iago Falque, a suo favore la prestazione di Josef Martinez, il quale, non ha convinto a pieno il tecnico granata. Per cui il Bologna di Donadoni potrebbe trovarsi di fronte un Torino diverso rispetto a quello dell’esordio, magari migliore ma sarà il campo a testimoniarlo.
(foto fonte:http://www.pianetamilan.it/)
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