Seguici su

Bologna FC

I nostri avversari – La Fiorentina di Paulo Sousa – 28 ott

Pubblicato

il

 

 

Il Bologna reduce dal terzo 1-1 consecutivo (sempre rimontato), ospiterà nel prossimo turno la Fiorentina, che viene dal pareggio interno contro il Crotone maturato su un terreno di gioco pesantissimo reso dalla pioggia battente, gara che è stata sospesa per 45 minuti. Derby dell’Appennino che si disputerà sabato ore 18:00.

La Fiorentina 2016/17 è stata costruita principalmente puntando sul risparmio, oltre una trentina di giocatori ceduti, tanti i prestiti di giovani in Serie B (per citarne alcuni il talentuoso Peralta, che già si trovava a Pisa in Lega Pro e promosso, Baez, Madrigali, Petriccione tra le note liete della giovane Ternana..) e in Lega Pro ( ad esempio tra i tanti Salifu a Mantova, Berardi al Tuttocuoio, Bangu alla Reggina, Gigli al Matera..), diversi i giovani acquistati, monte ingaggi ridimensionato, notevole boccata d’aria al bilancio, nonostante la conferma di tutti i big in rosa eccetto uno, Marcos Alonso, ma venduto a prezzo davvero caro. L’ex Ds del Bologna Pantaleo Corvino, su richiesta del club che doveva risistemarsi mantenendosi competitivi, ha piazzato quasi tutti i giocatori in esubero. Su tutti Giuseppe Rossi e Mario Gomez, che, nella stagione appena iniziata, sarebbero costati 15 milioni lordi d’ingaggio alla società viola. Non potendo far leva su un budget cospicuo, il dirigente salentino non si è lasciato sfuggire le occasioni trovate in giro per il mondo. Ecco così giunti in riva all’Arno i prestiti dell’uruguaiano Cristoforo dal Siviglia (’93, con obbligo di riscatto), dei promettenti Toledo (’96,anche seil giovane attaccante ex Velez, voluto fortemente in estate da Corvino, è ancora oggi un oggetto misterioso: non si è mai visto in campo ed è stato convocato solo in due occasioni in campionato, relegato in Primavera. Con la formazione di Guidi ha giocato 249 minuti, segnando un solo gol in occasione della goleada rifilata allo Spezia a metà settembre. Poi ci sono state più ombre che luci e nonostante il riscatto pesante fissato al termine del prestito biennale -30 milioni di euro- la sua presenza in campo sembra ancora lontana), Salcedo (’93, con diritto di riscatto, in difficoltà nella gara casalinga contro l’Atalanta), l’ex Penarol Maximiliano Olivera (’92) oltre i giovanissimi Ianis Hagi (’98, figlio d’arte), l’olandese Nazionale Under 21 Diks (’96), il portiere polacco Dragowski (’97) e l’ex Frosinone De Maio ( ’87, con diritto di riscatto) ma, soprattutto, del nazionale colombiano Carlos Sanchez (’86), costato appena 250.000 euro per il prestito dall’Aston Villa. Mentre  a titolo definitivo, è arrivato il croato Milic, con l’arduo compito di sostituire Marcos Alonso. Importanti le richieste estive respinte per i gioielli Vecino, Borja Valero, Kalinic, Badelj e Bernardeschi, da considerare che per ognuno di questi sarebbero potuti entrare nelle casse viola dai 15 ad oltre 30 milioni di euro. Alla fine, però, troppo ghiotta, ed irrinunciabile, l’occasione di sistemare un bilancio gravato da oltre 16 milioni di euro di perdite con la cessione di Marcos Alonso al Chelsea: 27 milioni circa, per un difensore reduce da una stagione ad alti livelli e arrivato a parametro zero tre anni fa. 

In pratica l’11 viola di questo inizio stagione è una prosecuzione della squadra che fece molto bene sino al girone di andata dello scorso campionato, nel girone di ritorno invece sono nate problematiche, che hanno avuto origine dalla sconfitta di Londra contro il Tottenham nei sedicesimi di Europa League (25 febbraio scorso). La sconfitta di Torino, il pari di Udine, in casa con Atalanta e Crotone sembra il filo di continuità con il girone di ritorno della stagione scorsa, la vittoria corsara di Cagliari solo un brodino. Nelle ultime 21 partite in Serie A – le 12 del vecchio campionato e le 9 intere di adesso – i viola hanno raccolto solo 25 punti. La squadra, come detto, è in pratica la stessa, ad eccezione di Alonso, ha pure più alternative per la difesa e a centrocampo, eppure non brilla. Basti pensare che la squadra toscana, prima del colpaccio di Cagliari, aveva racimolato solo 9 punti in 7 gare, e la miseria di 6 reti realizzate. Il pacchetto arretrato regge, con 10 gol subiti è la terza del campionato (a pari merito con Chievo e Napoli, dopo Juventus e Genoa con soli 7 subite), ma serve a poco se la squadra non concretizza (delle 12 reti realizzate 5 in una sola partita, in terra sarda). La questione potrebbe riguardare la cosiddetta spina dorsale: Tatarusanu, Rodriguez, Badelj, Borja Valero, Bernardeschi, Ilicic, Kalinic, tutti sotto rendimento. La Fiorentina da mesi non è più quella che aveva volato fino a Gennaio.

Contro l’Atalanta, che aveva giocato meglio, Sousa ha proposto le due punte ( Babacar- Kalinic) in un 3-5-2 dove Borja Valero in possesso palla ricopriva il ruolo di trequartista, spesso limitato dall’ex Cesena Kessie sulle sue tracce ma nulla è cambiato. Nemmeno successivamente con gli ingressi di Tello e Zarate per Milic e Babacar ha prodotto miglioramenti, squadra sterile. Per trovare una soluzione, contro il Cagliari (in cui la Fiorentina partì malissimo) Paulo Sousa è tornato a proporre il 4-2-3-1, esperimento estivo. Più ordine in campo, più copertura degli spazi e attaccanti maggiormente coinvolti anche grazie al ruolo più congeniale alle caratteristiche di alcuni, specialmente Bernardeschi, che ha trovato pure la via del gol in due occasioni. La chiave va ricercata negli esterni e all’interpretazione che Tello e Bernardeschi hanno dato del ruolo. Quest’ultimo ha disputato una grande gara, partendo da sinistra e ritrovandosi spesso con Ilicic dietro a Kalinic. Anche lo spagnolo è stato devastante, grazie anche alla copertura alle spalle di Salcedo.Esterni alti e coperti da un difensore della linea a quattro, Vecino ha aggiunto il cambio di passo che prima mancava e Kalinic più assistito è tornato ad essere l’arma letale che tutti avevano conosciuto ad inizio stagione scorsa. Modulo riproposto anche contro il Crotone, 4-2-3-1 con Babacar terminale offensivo e Kalinic in panchina, per poi passare ad inizio ripresa ad un inedito 3-2-3-2 ( davanti a Tatarusanu difesa composta da dx a sx da Salcedo- Rodriguez- Astori, in mediana Vecino- Badelj, sulla trequarti da dx a sx Tello- Ilicic- Bernardeschi, sostituito poi dal giovane Chiesa, attacco composto da Babacar, poi Zarate al suo posto verso fine gara, e Kalinic, entrato per Olivera) in cerca del disperato pareggio, poi raggiunto nel forcing finale da Astori (prima rete da parte di un difensore viola in questo torneo, il cannoniere è Kalinic con 4, a seguire 3 Bernardeschi, 2 Babacar, 1 Badelj e Sanchez). La squadra toscana si è rivelata insufficiente, priva di idee e quasi mai pericolosa, salvo nell’arrembaggio finale. La Fiorentina è una squadra che sinora ha dimostrato difficoltà in fase offensiva, con qualsiasi modulo tattico proposto ( ad eccezione fatta con la trionfale trasferta sarda), sia con una che con due punte. Il popolo rossoblu si augura che questa sterilità, mancanza di ritmo ed intensità continui anche nel prossimo turno. Il Bologna, sulla carta inferiore alla squadra viola, ha il dovere di cercare la vittoria, approfittando anche del momento di crisi che attanaglia l’ambiente viola, successo che manca dalla 5° giornata quando i rossoblu superarono la Sampdoria.

 

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

adv
adv

Facebook

adv