Bologna FC
Il Bologna di Vincenzo Italiano: flessibilità e rotazioni continue
Vincenzo Italiano guida il Bologna con una filosofia già sperimentata: gioca chi è più in forma e adatto a fronteggiare l’avversario.
Il Bologna di Vincenzo Italiano è pronto a entrare in una nuova era di concorrenza. L’allenatore, noto per la sua avversione verso l’undici titolare fisso, si trova di fronte a un’abbondanza di opzioni in ogni reparto, una sfida che rende ogni partita un enigma da risolvere. Con l’imminente rientro di Ndoye ed Erlic, e con l’infermeria che si svuota progressivamente – fatta eccezione per i lungodegenti Ferguson, El Azzouzi e Cambiaghi – la competizione interna sarà alta e faticosa. Italiano dovrà gestire una rosa ampia e variegata, applicando il principio del “scende in campo chi è in forma e più adatto a contrastare l’avversario”.
Il gioco di Vincenzo Italiano: una mentalità ereditata
Questa filosofia di concorrenza non è una novità per il Bologna. Il compianto Sinisa Mihajlovic aveva già introdotto il concetto di “selezione naturale”, dove solo i più forti e resistenti trovavano spazio in campo. Thiago Motta ha poi continuato su questa strada, abbattendo le barriere tra titolari e riserve, con una rivoluzione che ha coinvolto persino il portiere, un ruolo tradizionalmente immune a rotazioni frequenti.
Ora, Italiano eredita questa mentalità e la porta a un livello successivo. A Firenze, il tecnico siciliano si era fatto notare per la sua propensione a schierare formazioni sempre diverse, un record di 141 partite consecutive con un undici iniziale mai identico. A Bologna, l’avvio di stagione ha confermato la sua tendenza: contro Udinese, Napoli ed Empoli, Italiano non ha mai riproposto la stessa squadra. E con una stagione che vedrà il Bologna impegnato su tre fronti, le rotazioni sono destinate ad aumentare.
Difesa: un puzzle in evoluzione
La partenza di Calafiori ha lasciato un vuoto di qualità difficile da colmare, ma Italiano ha già diverse opzioni per riorganizzare la difesa. A destra, la scelta è tra Posch e il recuperato Holm; a sinistra, tra Miranda e Lykogiannis. In mezzo, i recuperi di Casale e l’imminente ritorno di Erlic offrono ulteriori alternative a Beukema e Lucumi. Dietro di loro, Ravaglia attende il suo turno tra i pali, pronto a sfidare Skorupski, mentre De Silvestri e Corazza completano il quadro come puntelli di fascia.
Centrocampo come linea variabile
Il centrocampo del Bologna è un reparto solido e profondo, arricchito dall’arrivo di Pobega e dal ritorno in forma di Urbanski, che ha lasciato alle spalle i problemi al ginocchio. A questi si aggiungono i punti di forza Freuler, Aebischer e Fabbian, con Moro che rappresenta una ruota di scorta funzionale e versatile. Questa densità di qualità permetterà a Italiano di modulare il centrocampo in base all’avversario, sfruttando al meglio le caratteristiche uniche di ogni giocatore.
Attacco: abbondanza da gestire per Vincenzo Italiano
È in attacco che la ricchezza di opzioni diventa davvero evidente. Se il dualismo Castro-Dallinga finora ha sempre premiato l’argentino, Italiano può contare su una batteria di esterni ampia: Orsolini, Karlsson, Dominguez, Iling-Junior, Odgaard e, a breve, Ndoye. Con sei esterni a disposizione, Italiano avrà il lusso di scegliere tra caratteristiche diverse per adattare l’attacco a ogni situazione, mantenendo alta la competizione e il livello di prestazione.
Il Bologna si appresta dunque a tornare in campo, riprendendo il campionato sabato a Como e affrontando lo Shakhtar in Champions League pochi giorni dopo al Dall’Ara. Con una squadra costruita sulla concorrenza e sulla versatilità, Vincenzo Italiano è pronto a dimostrare che in questa stagione non ci sarà spazio per chi si accontenta. La sfida è aperta, e solo i migliori avranno la possibilità di scendere in campo.
Fonte: Massimo Vitali, Il Resto del Carlino
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