Bologna FC
Il Bologna e il tabù dei minuti finali
Con 9 punti persi nei finali di gara, il Bologna deve ora recuperare per avvicinarsi all’Europa. Errori, sfortuna o limiti strutturali?
Il Bologna, ancora una volta, si ritrova a fare i conti con errori evitabili e punti che sfumano proprio quando sembrano già in tasca. Nove punti persi solo in campionato, un dato che pesa come un macigno sul cammino verso l’Europa. Ma la lezione non sembra mai essere davvero appresa, con gli stessi errori che si ripetono.
I minuti finali che fanno perdere i punti
L’ultima beffa è andata in scena contro la Roma, un copione ormai noto: vantaggio rossoblù, occasione per chiudere la partita, e poi il colpo di scena finale che ribalta tutto. È bastato un calcio d’angolo, un tocco di mano di Lucumí e la revisione al VAR per trasformare un possibile trionfo in una disfatta. La Roma esulta, il Bologna soffre, e i tifosi si ritrovano a fare i conti con una statistica dolorosa: nove punti buttati nel finale, una cifra che pesa sulle ambizioni della squadra.
E non è solo questione di campionato. Anche in Champions League i rossoblù hanno sciupato occasioni d’oro: due pareggi trasformati in sconfitte contro Lille e Monaco al Dall’Ara.
Cosa serve in più al Bologna?
Non tutti i punti persi sono figli della sfortuna o della disattenzione. Ci sono state anche prove di carattere che, purtroppo, non sono bastate a portare a casa risultati positivi. Come contro l’Atalanta, quando il Bologna ha giocato un intero secondo tempo in inferiorità numerica, riuscendo comunque a strappare un pareggio. O contro il Verona, dove, nonostante una buona prestazione, un’autorete nei minuti di recupero ha trasformato un pareggio in una sconfitta amara.
Ma se tre punti possono essere attribuiti a partite combattute, gli altri sei raccontano una storia diversa: quella di errori evitabili e mancanza di cinismo. Il doppio vantaggio sprecato a Marassi contro il Genoa o il pareggio subito in extremis contro la Juventus sono episodi che lasciano l’amaro in bocca. In entrambi i casi, il Bologna aveva la partita in pugno, ma si è fatto raggiungere, pagando a caro prezzo distrazioni difensive e cali di concentrazione.
Il problema è mentale, tecnico o strutturale?
Davanti a questa lunga lista di occasioni sprecate, è inevitabile porsi delle domande. La causa principale è la mancanza di attenzione nei momenti cruciali? Una questione mentale, legata alla capacità di gestire la pressione? O, forse, il Bologna soffre di un limite strutturale, che gli impedisce di chiudere le partite quando ne ha l’occasione?
L’allenatore Vincenzo Italiano ha più volte sottolineato l’importanza di mantenere lucidità e concentrazione, specialmente nei minuti finali. E ha anche chiesto alla squadra di semplificare il gioco quando necessario, persino rinunciando al bel calcio per liberarsi del pallone nei momenti di maggiore pericolo. Eppure, nonostante gli avvertimenti, certi errori continuano a ripetersi.
Bologna e il futuro europeo
Se il Bologna vuole davvero tornare a giocare in Europa nella prossima stagione, questo trend dovrà cambiare radicalmente. Non c’è più spazio per distrazioni o superficialità: ogni punto perso potrebbe fare la differenza tra un piazzamento europeo e un’altra stagione anonima. Il tempo per rimediare c’è, ma è chiaro che non si può più aspettare. Servono concretezza, determinazione e una mentalità vincente. Non si tratta solo di migliorare tecnicamente, ma anche di acquisire quella maturità necessaria per affrontare le sfide con il giusto atteggiamento.
Da qui in avanti, ogni partita dovrà essere vissuta come una finale, perché i margini di errore si sono ormai ridotti al minimo. E forse, con maggiore attenzione e cattiveria agonistica, il Bologna potrà trasformare i sogni europei in realtà.
Fonte: Claudio Beneforti, Stadio
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