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Il Bologna visto da Voi – I luoghi della memoria rossoblù – La Casa del Popolo di Collegno
Nella “Casa del Popolo” del mio comune di adozione c’era di tutto, dall’immancabile sala da ballo – dove si sono alternati Nilla Pizzi, Pajetta, Terracini, i Dik Dik, gli Inti Illimani, Napolitano, i Nomadi, i Litfiba, Cossutta, Bertinotti e altri ancora – alla palestra di judo, dai biliardi alla radio all’immancabile cineclub (dibattiti inclusi). C’era la sede del Pci che negli anni settanta a Collegno contava 14 sezioni (con oltre 2.000 iscritti) oltre alla FGCI. Nell’89 il Pci si divise in due sottomarche e le bandiere rosse, con la falce ed il martello sono diventate robe da archivio buone per essere riposte, con cura, in magazzino. Una gelida domenica mattina – se ben ricordo era il 1979 – al ritorno dalla diffusione dell’Unità, scorsi, in mezzo al resto del materiale di propaganda, una bandiera dei vietcong: per i più giovani e per chi non lo ricorda più il drappo dei guerriglieri vietnamiti era composto di due grandi strisce orizzontali, sopra quella rossa, sotto quella blu con in mezzo una stella color oro. Quella era supportata da un’asta di legno azzurra, con un bel pomello giallo in cima.
La requisii per mostrarla orgogliosamente nel pomeriggio a tutto lo stadio – ex comunale ora olimpico – che ospitava una delicatissima partita tra il Toro ed un Bologna già allora era a caccia di punti salvezza. Nelle nostre fila si andavano affermando alcuni giovani come Mastalli, in porta c’era Zinetti ed in panca Marino Perani. Pur non giocando male perdemmo 3 a 1. Il gol del nostro momentaneo pareggio venne messo a segno da un Juliano sul viale del tramonto. Questo mio ricordo narra però l’episodio del glorioso drappo vietcong-rossoblù, prima mutilato dell’asta confiscatami all’entrata dello stadio da intransigenti Carabinieri, quindi strappatomi dalle mani da un gruppetto di 4-5 energumeni torinisti. I quali, una volta tornati al loro domicilio (vedi curva “Maratona”) bruciarono l’unico vessilo rossoblù presente quella domenica sulle gradinate. Da quel giorno ogni qualvolta transito davanti alla Casa del Popolo – oggi più sala da ballo e meno luogo di politica – penso al Vietnam e a Mastalli.
Maurizio gestisce un suo blog, che potete trovare a questo indirizzo: http://mauriviet.wordpress.com/
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