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Bologna

Il Confrontista – 29 gen

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Dopo il pareggio di Marassi strappato al 90°, grazie ad un calcio di rigore (netto), concesso per atterramento di Lazaros da parte di Andrea Costa (la nostra curva è già intestata a lui: cosa possiamo fare di più in segno di riconoscenza per questo “regalo”?…) e realizzato da Alino, il Bologna è oggi quart’ultimo a 18 punti. Sabato prossimo, in anticipo alle ore 18 affronteremo al Dall’Ara un’Udinese dalla doppia personalità: semifinalista di Coppa Italia, grazie alla partita corsara di San Siro contro il Milan; sedicesima in campionato due punti avanti al Bologna e con un ruolino di marcia deludente (l’attacco ha segnato gli stessi gol, 20 , del Bologna, mentre la difesa non eccelle essendo la quindicesima, 32 reti subite, del campionato, leggermente meglio di quella rossoblù, diciassettesima con 36). Diciamo che con un risultato pieno il nostro Bologna scavalcherebbe in classifica i friuliani, ma soprattutto confermerebbe un trend positivo di risultati iniziato con l’arrivo di Ballardini. Ma i segnali di Genova lasciano ben sperare in tal senso? Personalmente dopo il match con la Samp faccio ancora fatica a distinguere elementi che mi rinfranchino e mi consolidino un’impressione positiva del Bologna 2013/14. Il gioco latita, lo specchio della porta avversaria è sempre un miraggio difficilmente raggiungibile. Il Ballardo si è preoccupato maggiormente di stringere le maglie della difesa e questo è avvenuto grazie ad una maggiore qualità nella prestazione fornita da Curci, al rientro di Cherubin, vero uomo in più di questo scorcio di campionato, al buon momento di forma del duo Perez-Pazienza ed al maggior lavoro di contenimento svolto nella fase di non possesso richiesto dal mister al reparto avanzato. Primo non prenderne è sempre un buon viatico, soprattutto se a disposizione hai piedi ruvidi e poco ispirati. Al momento almeno questo primo obiettivo sembra raggiunto: la squadra è passata da 33 reti subite in 18 gare (1,83 a partita) ad una media di 1 a partita. Ma oltre alla regolata difensiva e ad fato che sembra aver iniziato a ben volere i colori rossoblù, non trovo altro di positivo. il nostro campionato vive di episodi, di situazioni fortuite che possono essere a nostro sfavore (esempio: la traversa al novantaquattresimo di Alino sul 3 a 3 contro il Milan) o essere di aiuto (come appunto l’episodio l’azione che ha portato al rigore di domenica nato da una scivolata di Renan a centrocampo senza la quale Lazaros mai avrebbe potuto involarsi verso la “gamba” del nostro benefattore blucerchiato Costa). Il calcio è fatto anche di episodi, ma non devono esserci solo quelli. Fino ad oggi nel campionato in corso è difficile ricordare azioni costruite dalla squadra grazie ad un gioco, a schemi, a lanci ed aperture a memoria. Oggi è sicuramente più difficile avere un proprio gioco ed impostarlo. Tutte le squadre, anche quelle di alta classifica, giocano principalmente con dieci giocatori di movimento dietro la palla (una volta si sarebbe chiamato “catenaccio”), pronti a ripartire nel più breve tempo possibile (sempre una volta si sarebbe detto “in contropiede”). Possesso e non possesso, ripartenze, attaccare gli spazi: il Bologna di oggi si preoccupa principalmente di fare bene il non possesso. Per il gioco ne parliamo a salvezza acquisita, magari il prossimo anno…

Sempre da Genova come era prevedibile sono arrivati gli scontati segnali di nervosismo del nostro miglior player della rosa, Alino Diamanti, dopo l’ennesima settimana passata sulle “montagne russe” societarie. Mantenere la calma e la concentrazione quando il tuo datore di lavoro ti fa immaginare che da lì a sette giorni ti sta cambiando la vita penso sia umanamente impossibile…al suo posto francamente, dopo aver segnato il rigore, confesso che avrei utilizzato un solo dito della mia mano se avessi voluto lanciare un messaggio polemico verso l’omone presidenziale…

Per l’ennesima volta la società non si è risparmiato nulla nelle scelte scellerate. Nella sessione di riparazione del mercato, invece di cercare di provare a rinforzare l’organico, sfoltendo i rami secchi (non faccio nomi, ma escludo categoricamente che Alino possa essere considerato tale…) ed andando a cercare un centrocampista da affiancare a Perez, ma con una visione in fase di impostazione dotata di una ariosità maggiore, il Bfc ha pensato bene di “incartarsi” nella trattativa meno necessaria alla squadra, provando a privarsi del suo (al momento unico) faro. E questo solo per fare cassa. E la cosa mi preoccupa veramente. Perché la domanda logica successiva è: se hanno provato a fare questo per recuperare liquidità immediata in quanto necessaria come l’aria…con cosa verranno onorate le scadenze del 15 febbraio prossimo venturo? Una mancanza a riguardo provocherebbe penalizzazioni in classifica e sarebbe il colpo di grazia finale alle nostre speranze di permanenza in serie A. Non ci voglio nemmeno pensare…

 I 18 punti alla ventunesima, le 3 vittorie striminzite ottenute sino ad oggi ed il diciassettesimo posto sono sempre il nostro risultato peggiore dal nostro ritorno in serie A.

L’anno scorso a questo punto eravamo reduci dalla sconfitta 2 a 1 a San Siro con il Milan, con Pazzini che confezionò copricapi messicani (sombreri) ai nostri difensori (ed in particolare al rimpianto Portanova…).Il nostro gol venne segnato da Pasquato, giocatore che “vedeva” la porta, ma che la critica bolognese bollò fin dal ritiro di luglio come fermo e senza voglia. Quando a Bologna cuciamo un etichetta addosso a qualcuno è come se fosse stampata con il fuoco sulla pelle… 

Ma nonostante la sconfitta in classifica avevamo 21 punti ed eravamo quindicesimi. L’attacco aveva prodotto fino a lì 6 gol in più, mentre la difesa ne aveva subiti 8 in meno…tanta roba ragazzi…ma ricordo che storcevamo lo stesso il naso…

L’anno successivo, quello del nostro nono posto finale, alla ventunesima avevamo 24 punti ed eravamo sedicesimi in classifica a +8 sulla terz’ultima. Avevamo segnato gli stessi gol, ma la difesa aveva “risparmiato” 10 reti. Avevamo appena pettinato in casa 2 a 0 i cugini di oltre Appennino dopo l’ennesimo rinvio per neve, con Diamanti a Ramirez autori di due “perle”.

L’anno di Malesani a questo punto avevamo messo in cascina 7 vittorie, 7 pareggi e 7 sconfitte, con 25 punti (c’era il -3) e la quattordicesima piazza, 23gol fatti e 29 subiti. Si stava qui a commentare lo zigomo fratturato a Gaston Ramirez da Diaz della Lazio che torno a Roma sconfitta 3 a 1.

Anche Colomba alla ventunesima ci regalò un Bologna a cinque punti in più rispetto ad oggi, 23, ed al quindicesimo posto con 23 reti fatte e 30 subite. Discreta vittoria in casa 2 a 1 contro il Bari di Gillet che quell’anno viaggiava “a mille” (il disastro arrivò l’anno dopo…).

Con la vittoria per 1 a 0 a Bergamo in casa dell’Atalanta, l’anno del ritorno del Bologna in serie A Sinisa Mihajlovich portò il Bologna a 22 punti ed al sedicesimo posto con 24 reti segnate e 33 subite. Era l’anno in cui in difesa schieravamo dei Lanna, degli Zenoni ed al centro Moras pagava dazio al salto di categoria. ma le reti erano a questo punto 3 in meno rispetto ad oggi.

 

Insomma, la strada per la salavezza è ancora lunga e quello di sabato è praticamente un passaggio obbligato per provare a dare un senso positivo al nostro campionato. Ci affidiamo allo stellone, a Ballardini, alle mani di Curci e…ad Alino. Oggi è mercoledì ed il match è tra 3 giorni. Albano & Zanzibar, in queste settantadue ore che mancano, però cercate di non fare scherzi, eh?????

 Forza Bologna sempre ed un saluto a tutti dal vostro Beppesavo.  

 

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