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Bologna FC

Il Confrontista – “Special edition” – 20 Ott

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Bologna f.c. 2013/14. Settima giornata: punti in classifica 3; posizione 19° posto; gol fatti 8, gol subiti 20; differenza reti -12. Da questi dati riprende la marcia del Bologna dopo la seconda sosta per la Nazionale.

Il nostro ruolino di marcia non si può certo dire esaltante, con evidente peggioramento nelle ultime due partite dove la squadra ha raggranellato 0 punti, subito 9 reti segnandone solo una (su rigore). I segnali negativi ci sono tutti, quelli positivi ancora tutti da scoprire (e da valorizzare, soprattutto!).

Ma cosa fare? Quali accorgimenti deve approntare Stefano Pioli per rimettere in carreggiata la sua macchina? Innanzitutto gli ultimi episodi (sostituzione di Bianchi al 39’ del primo tempo contro il Verona e l’intenzione abbastanza palese di fare la stessa mossa con Della Rocca) richiedono un chiarimento nel segreto dello spogliatoio. Pioli è un allenatore preparato, ma altrettanto equilibrato. Un comportamento del genere lascia presupporre una frattura tra le parti. Rolando e Chicco stavano effettivamente offrendo una prestazione insufficiente, come peraltro quasi tutta la squadra. Cosa ha visto in loro di più negativo rispetto agli altri, Pioli?

La decisione su chi far scendere in campo la domenica è una sua prerogativa. Non ci sono rendite di posizione (anche se gli attuali contratti lascerebbero spazio, con l’introduzione dei cosiddetti “incentivi” a forme in qualche modo assimilabili alla coercizione per un trainer…). Nessuno dovrebbe avere la certezza di essere nell’undici di partenza. Pioli stesso infatti non anticipa mai la formazione, riservandosi di fare fino all’ullimo le scelte finali sulla base di chi gli può  dare più affidamento, su chi ha lavorato meglio in settimana, su chi è più in forma, sulla base anche di colloqui tra il tecnico ed i singoli giocatori durante i quali l’allenatore spiega cosa vuole da lui in campo. Questo evidentemente due domeniche fa non è avvenuto.Queste cose vanno chiarite e la società, in questo clima, bene ha fatto a chiedere il silenzio stampa. Le parole devono scorrere, ma nel segreto dello spogliatoio. La squadra ne ha bisogno.

E per il campo di gioco, quali misure prendere? Le 20 reti subite impongono una sistemazione  in tempi brevissimi della difesa. Il Bologna attualmente è come un automobilista incidentato che si presenta al Pronto Soccorso con fratture scomposte alle gambe ed una grave emorragia. Prima di tutto bisogna fermare quella. Le ossa delle gambe vengono dopo. E’ la difesa il problema immediato. La scelta del modulo, qualsiasi esso sia deve prevedere una difesa a sua volta protetta da una “folta” mediana” con interpreti che siano ben consapevoli del doppio lavoro da sostenere, anche a detrimento della fase di possesso palla. In questo momento il concetto “primo: non prenderne” è una necessità da realizzare quanto prima. Un amarcord  del nostro primo anno (quello del ritorno in serie A) quando la squadra, che doveva  schierare dei Lanna e degli Zenoni (…), adottava un copertissimo 4-5-1 potrebbe non essere sbagliato. Una volta tamponata l’emorragia  (o sbarrate le autostrade che hanno fatto arrivare agevolmente gli attaccanti avversari davanti a Curci…) bisogna pensare anche alla fase di possesso. La classifica richiede punti  e se fosse possibile, sarebbe meglio metterne insieme a tre a tre: un paio di vittorie sarebbe un bel corroborante. Ma anche qualche punto raggranellato con qualche pareggio, per ricominciare a muovere la classifica servirebbe a non far precipitare ulteriormente il morale della squadra. Ma per vincere le partite  è necessario, oltre a non prendere gol, segnarne. Ed anche qui il nostro inizio non è stato dei più esaltanti. Tra coloro catalogati come attaccanti solo due giocatori (Moscardelli e Cristaldo) hanno sino ad ora segnato una rete, a conferma delle difficoltà realizzative di quest’anno.

Ma alla settima giornata le sentenze difficilmente sono già scritte, anche se i segnali sono inquietanti. Per confortarci a riguardo ecco i cinque dati dei campionati precedenti (dal ritorno del Bologna in A) con la classifica alla settima e quella finale. 

  classifica 7° giornata classifica finale
2008/09     
  17) Torino Retrocessione:
  18) Sampdoria Torino 
  19) Cagliari  Reggina 
  20) Reggina Lecce 
2009/10     
  17) Siena Retrocessione:
  18) Catania Atalanta 
  19) Livorno Siena 
  20) Atalanta Livorno 
2010/11    
  17) Cagliari  Retrocessione:
  18) Parma Sampdoria 
  19) Fiorentina Brescia 
  20) Bologna Bari 
2011/12    
  17) Novara Retrocessione:
  18) Lecce Lecce 
  19) Bologna Novara 
  20) Cesena Cesena 
2012/13    
  17) Palermo Retrocessione:
  18) Cagliari Palermo
  19) Atalanta Siena 
  20) Siena Pescara

Solo nella stagione 2009/10 la penultima in classifica (il Livorno) alla settima giornata precipitò a fine campionato nel purgatorio della B.Nei rimanenti quattro Campionati  la penultima alla settima giornata è sempre riuscita a salvarsi, a volte anche svoltando la propria stagione. La miglior performance l’ha avuta proprio la nostra squadra che nel 2011/12 occupava il penultimo posto per poi concludere con un ottimo nono posto. Stefano Pioli riuscì in quel risultato soprattutto “chiudendo la porta”: il Bologna, dopo i 12 gol incassati nelle prime 7, subito una media di 1 gol a partita nelle rimanenti 31 giornate, risultando a fine campionato come la squadra con la quarta difesa in assoluto. Da segnalare anche l’annata precedente (2010/11) che alla settima di campionato vedeva cinque squadre occupare gli ultimi 5 posti in classifica, destinate tutte e cinque a salvarsi agevolmente. Clamoroso fu il cammino dell’Udinese di Guidolin, che dopo un inizio disastroso, si trasformò in una  machina da gol, concludendo al quarto posto e centrando i preliminari di Champion’s League.

Quell’anno il nostro Bologna alla settima era ultimo e sulla panchina sedeva Alberto Malesani. Di lì a 4 mesi dopo, eravamo tutti, in una notte di fine febbraio, a Casteldebole a festeggiare i nostri eroi reduci dalla vittoria in casa bianconera.

Tutto questo per ribadire che con 31 giornate davanti ancora i giochi non si devono assolutamente considerare chiusi. C’è spazio per riprendersi e per ritornare ad essere competitivi. Magari lasciando stare asticelle o lati di sinistra della classifica e pensando maggiormente a registrare la difesa, vero Stefano?.

Noi tifosi abbiamo solo un compito: quello di stare vicino ai nostri ragazzi che, dal canto loro, a partire dal match di domenica dovranno scendere in campo con tanto cuore e tanta carica addosso per 95 minuti. Quello che sino ad oggi si è visto a sprazzi e solo in alcune partite.

 

Forza Bologna sempre ed un saluto a tutti.  

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