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Il Corriere della Sera – Mihajlovic:”Se non fossi andato a Verona in panchina sarei morto.”
Sinisa Mihajlovic ha rilasciato alcune dichiarazioni al Tg1.
In particolare, l’allenatore del Bologna si è soffermato su quel 25 agosto di un anno fa, quando, sorprendendo tutti, si è presentato in panchina allo stadio Bentegodi di Verona per guidare i suoi ragazzi.
La sua presenza in panchina, dopo 40 giorni di ospedale, ha fatto il giro del mondo, diventando un simbolo per chi lotta contro questa terribile malattia.
Un uomo che nel suo lavoro ha trovato la forza di andare avanti e di combattere questo male.
La sua storia ha unito tutto il mondo del calcio, a prescindere dal tifo.
”Se quel giorno non fossi andato alla partita sarei morto’’. Queste le sue parole ricordando quel momento.
”Quel giorno ero molto debole, ma quelle immagini raffigurano una persona che combatte con forza e determinazione. Non so chi mi abbia donato il midollo, ma lo ringrazierò per sempre: mi ha salvato la vita’’. Così ha continuato il tecnico serbo.
Non solo la leucemia, ma anche il Coronavirus, a cui Mihajlovic è risultato positivo circa un mese fa.
”Una volta che hai affrontato la leucemia è difficile avere paura. Lo stesso vale dopo aver vissuto una guerra. Sono sempre stato sereno. Sono stato fortunato, perché se lo avessi preso qualche mese fa quando ero immunodepresso poteva essere un problema. Ho anche imparato a farmi il letto da solo, perché in ospedale nessuno poteva entrare nella mia camera.’’ Queste le sue parole.
Lunedì sera il suo Bologna affronterà il Milan di Ibrahimovic.
”Devo incontrare il mio amico Ibra: spero solo che vada meglio dell’ultima volta, che abbiamo perso 5-1.”
(Fonte: Corriere della Sera – Salvatore Riggio)
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