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Il Corriere dello Sport – Sabatini: ”Domani sarò allo stadio, sarà una tempesta emotiva”

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Intervistato dal Corriere dello Sport, Walter Sabatini si è soffermato su innumerevoli temi, partendo dall’attuale esperienza a Salerno e ripercorrendo varie tappe della sua carriera. Immancabile un passaggio sul match di domani, che vedrà sfidarsi Salernitana e Bologna, letteralmente passato e presente del DS Sabatini.
Una partita che, per forza di cose, non sarà come le altre: ”Sarà una tempesta emotiva. Inizialmente avevo deciso di non andare allo stadio, ma poi ho detto ai miei ragazzi che ora voglio più bene a loro, e quindi sarò presente”.

Sul perché riguardo la rottura con il Bologna: ”Dopo una brutta sconfitta casalinga, è stato lo stesso Saputo a dimettermi. Gli avevo comunicato di essere pronto a qualsiasi decisone, la mattina dopo è venuto nel mio ufficio e mi ha detto che le nostre strade si dovevano dividere. Per riassumere, posso usare una citazione di Troisi: pensavo fosse amore invece era un calesse”.
Quando gli viene chieste se a distanza di mesi si sia dato una spiegazione: ”Probabilmente non gli stavo simpatico. Mi capita praticamente con tutti i presidenti”.
Il Bologna, però, rimane nel suo cuore: ”Il legame con la città rimane fortissimo. Anche perché mio figlio ha una storia d’amore a Bologna e ci torna tutte le settimane”.

Sul momento attuale della squadra di Mihajlovic: ”La squadra non sta rendendo al massimo delle sue capacità. Arnautovic, ad esempio, è un fenomeno, ma non ha ancora risposto al cento per cento”.
Nello specifico, sull’allenatore serbo: ”Sinisa è un uomo meraviglioso. Non si direbbe ma è un uomo sensibile e tenero. Inoltre, è un ottimo allenatore. Credo sia arrivato in un momento della sua carriera dove merita un salto di qualità, una squadra da 65-70 punti che gli permetta di uscire dal grigiore. Ad esempio, lo avrei visto benissimo alla Lazio”.

Per concludere, gli viene posto un confronto tra Saputo e Pallotta: ”Per molto tempo ho pensato fosse meglio Saputo, poi ho dovuto ricredermi. Con Pallotta litigavo, ma almeno ci sentivamo. Insieme a lui avevamo costruito una Roma che giocava un grande calcio. Però, sia chiaro, non mi ha scandalizzato essere dimesso”.

Fonte: Giancarlo Dotto, Corriere dello Sport

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